Per il suo debutto alla regia, che aveva tanto sognato dopo una ventina di film davanti alla macchina da presa, Yvan Attal ha scelto una storia che gli era molto familiare. In Mia moglie è un’attrice dirige se stesso e Charlotte Gainsbourg, sua moglie anche nella vita, in una commedia brillante dove realtà e finzione si intrecciano e si confondono.Non è un caso che nel film i due protagonisti si chiamino proprio Yvan e Charlotte, ma mentre lei è un’attrice, lui cambia identità per vestire i panni di un cronista sportivo. L’estraniamento dalla professione che conduce nella vita reale è l’escamotage per costruire le gag più divertenti del film: Yvan (e noi spettatori, solidali con le sue debolezze) non riesce a sopportare l’idea che sua moglie sia nuda davanti a milioni di uomini. Così come lo fa impazzire il fatto che si faccia palpeggiare ogni volta da un attore diverso. Quando poi la sua Charlotte deve girare delle scene d’amore con un fascinoso collega (Terence Stamp), noto per il suo sex appeal, Yvan entra in crisi definitivamente. E contribuisce attivamente a complicare le cose.
Per i più maligni il soggetto del film potrebbe sembrare un metodo per esorcizzare delle paure che attanagliano il regista anche nella vita reale. “Ma anch’io nella mia carriera ho passato la giornata a letto, nudo con attrici nude. Confesso che è strano poi tornare a casa da mia moglie e fare finta di niente”. Così Yvan Attal, a Roma per lanciare l’uscita in Italia (da venerdì 21 febbraio nelle sale) del film dopo il grande successo ottenuto in Francia, dove è uscito nel novembre 2001.
Come mai ha voluto raccontare una storia così intima?
“Anche io sono un attore, così come mia moglie. Valeva la pena parlare di un aspetto molto particolare della nostra professione, che offre molti spunti comici. Questo film non è un diario del nostro matrimonio. Non è la vita reale, ma nemmeno completamente finzione. Mi piaceva l’idea di confondere le cose”.
Il ritmo, le atmosfere e le battute del suo film ricordano le commedie di Woody Allen. Quali sono i suoi punti di riferimento?
“In effetti l’approccio di Allen alla commedia mi piace molto, così come lo stile di Billy Wilder, Robert Altman e tanti altri. Loro non sacrificano altre cose per le gag. La tendenza ad alleggerire tutto in favore delle battute fa nascere pellicole spesso molto piatte. La scenografia, le luci e la musica di Brad Mehldau mi hanno aiutato a dare una certa eleganza al film”.
In una coppia di attori può scattare una rivalità professionale?
“A priori ci potrebbe essere, ma non è il caso mio e di Charlotte. A casa parliamo poco del lavoro. Mia moglie – questa è una sua grande dote – riesce a non essere attrice 24 ore su 24. Anche se nei periodi in cui è sul set difficilmente riesce a staccare e quando torna a casa la sera, capisco che la sua testa è rimasta là. Ma è normale. Adesso sta girando un film con Sean Penn e Benicio Del Toro (21 Grams di Alejandro González Iñárritu, ndr). Mi sento un po’ in ansia come il personaggio del mio film e spero che la tempesta passi in fretta!!”
I suoi progetti futuri?
“Ho appena finito di scrivere la sceneggiatura di un film, spero di iniziare le riprese alla fine dell’estate. Nelle sale francesi esce in aprile Bon Voyage [trailer] di Jean-Paul Rappeneau, dove ho girato insieme a Gérard Depardieu, Isabelle Adjani e Rupert Everett”
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