Amnesty International ha chiesto al governo delle Filippine di garantire urgentemente la tutela dei testimoni dopo il massacro di almeno 57 persone nella provincia di Maguindanao e di proteggere gli elementi di prova fondamentali per assicurare che i responsabili siano condotti di fronte alla giustizia.
Datu Unsay Mayor Andal Ampatuan Jr., membro della potente famiglia Ampatuan che domina la scena politica locale a Maguindanao, provincia della turbolenta regione di Mindanao, è ora in stato di arresto, accusato di omicidio plurimo, ma nega ogni coinvolgimento.
“Uno dei maggiori ostacoli alla giustizia è l’intimidazione dei testimoni, a volte accompagnata dal pagamento di tangenti e da altri incentivi” – ha dichiarato Donna Guest, vice direttrice del programma Asia Pacifico di Amnesty International.
“Considerata l’abitudine della famiglia Ampatuan a usare milizie private per mantenere il potere nella provincia di Maguindanao, c’è motivo di temere per l’incolumità dei testimoni e per la protezione delle prove“.
Amnesty International valuta che l’incapacità degli investigatori filippini di raccogliere ed esaminare prove legali e circostanziali nell’azione giudiziaria ha portato a dover fare eccessivo affidamento sui testimoni oculari.
I resoconti degli organi di stampa dal luogo del massacro riferiscono di prove raccolte correttamente solo in minima parte. Amnesty International ha chiesto al governo di dimostrare che creerà un meccanismo adeguato per assicurare che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni in modo chiaro e credibile. Inoltre, ha sollecitato le autorità a chiedere l’assistenza della comunità internazionale per gli aspetti tecnici delle indagini.
Amnesty Italia
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