Una promessa è una promessa. Padre Rosario M. Sammarco, Rettore del Convento francescano e della chiesa di san Domenico in Teramo, lo aveva annunciato da tempo: dalla serata di sabato 28 novembre 2009, alle ore 20.45, riprenderanno alla Sala Cateriniana del Convento di S. Domenico in Teramo, i consueti incontri mensili della “Cattedra Cateriniana”.Interrotti lo scorso aprile a seguito del disastroso terremoto che ha buttato a terra la città di L’Aquila (Mw=6.3; 307 morti e miliardi di euro di danni), danneggiando severamente il patrimonio storico-artistico-architettonico aquilano ed aprutino. Gli incontri non più ripresi a motivo dell’estate, prevedono un ricco Calendario di eventi culturali, aperti a tutti i cittadini, che i frati francescani dell’Immacolata stanno in verità ancora predisponendo (work in progress). La Cattedra Cateriniana fu fondata dal domenicano Padre Benedetto Carderi, cittadino di Teramo, storico, autore di numerosi libri tra cui “I Domenicani a L’Aquila” ed artefice nell’Anno del Signore 1939 del ritorno dei Domenicani a Teramo. Nell’ultimo periodo tanto P. Giovanni quanto P. Rosario sono stati molto occupati per incarichi d’Istituto, e il mese di ottobre è stato dedicato, come sapete, ai “concerti” di musica sacra nella chiesa di San Domenico dall’acustica a dir poco “divina”, tra breve famosa in tutto il mondo grazie al grande portale musicale “I Tunes” della Apple. Inoltre, diversi dei relatori che P. Rosario intende invitare a Teramo, sono occupati in altri convegni e questo rende più difficili i preparativi. “Ma in qualche modo bisogna pur cominciare. Nelle cose della vita, come si sa, se non si comincia non si finisce mai, e allora cominciamo” – fa notare P. Rosario. E si comincia con un ciclo di conferenze di spiegazione della Messa cattolica, tenute da P Rosario, nello spirito di fraternità e comunione auspicato da Papa Benedetto XVI, nella sua enciclica Caritas in Veritate, per la vita quotidiana di tutte le persone. “Penso ad un ciclo, non ad una sola conferenza. Perché quello che c’è da sapere sulla Messa è veramente tanto e ridurla ad una sola conferenza è praticamente impossibile”. Del resto è anche necessario, perché sulla Messa si sa poco o niente. “Mi è capitato recentemente di leggere una risposta data da un sacerdote ad una ragazzina che gli esponeva le sue difficoltà a partecipare alla Messa Domenicale e a vederla come un incontro con Cristo. Il sacerdote ha risposto che a Messa ci si va “non per incontrare Gesù, ma per stare con i fratelli”. Risposta bruttissima, pur volendo concedere tutte le migliori intenzioni al sacerdote, perché non si è reso conto, o non si rende conto, che nella Messa il massimo della comunione con i fratelli, il massimo del nostro essere “Chiesa”, si realizza proprio perché diventiamo uno in Cristo Gesù. E questo in un modo sublime, mistico, ma reale. Non per nulla, qualcuno ha scritto stupendamente: Ecclesia de Eucarestia”.
Internet permette a miliardi di immagini e informazioni di apparire su milioni di schermi in tutto il mondo, come ci ricorda il Servo di Dio Giovanni Paolo II. “Da questa galassia di immagini e suoni, emergerà il volto di Cristo? Si udirà la Sua voce? Perché solo quando si vedrà il Suo Volto e si udirà la Sua voce, il mondo conoscerà la “buona notizia” della nostra redenzione. Questo è il fine dell’Evangelizzazione” e questo farà di Internet, grazie ai nuovi dispositivi mobili portatili, “uno spazio umano autentico”. Non più il porcile che i giovani di tutto il mondo, purtroppo, sono costretti a vivere e sorbire quotidianamente sotto l’incessante volgare bombardamento. “Perché se non c’è spazio per Cristo, non c’è spazio per l’uomo nuovo. Esorto tutta la Chiesa – scrive Giovanni Paolo II: Messaggio per la 36ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il 12 maggio 2002 – a varcare coraggiosamente questa nuova soglia, per “prendere il largo” nella Rete, cosicché, ora come in passato, il grande impegno del Vangelo e della cultura possa mostrare al mondo “la gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2^Cor.4 6). Che il Signore benedica tutti coloro che operano a questo fine”.
Sul fronte delle attività culturali e spirituali in San Domenico, decisivo è l’incoraggiamento dato dai frati dell’Immacolata al Gruppo Scout, alla Fraternità Laicale del Terz’Ordine Domenicano e alla Corale S. Cecilia.
“Negli anni scorsi – fa notare Padre Rosario – abbiamo cercato, in linea con quanto chiestoci dal Vescovo Mons. Michele Seccia e dalla cittadinanza teramana, da un lato di consolidare quanto era stato fatto prima di noi, dall’altro di andare avanti”. L’efficienza e la determinazione dei frati sul fronte della Chiesa, è nota. “La sistemazione delle campane è stata effettuata nella seconda metà del 2008 e l’intervento di allontanamento dei volatili effettuato a fine 2008, grazie all’aiuto dei cittadini e di importanti istituzioni teramane quali la Fondazione Tercas”. I fedeli si chiedono quando verrà rimontato il campanile di san Domenico danneggiato dal terremoto. “Tutti speriamo il più presto possibile. Il sisma del 6 aprile 2009 – ricorda P. Rosario – ha costituito certamente un motivo di dura prova per noi e per tutto il nostro entourage. La Chiesa è stata infatti chiusa per due mesi abbondanti, non essendovi le condizioni di sicurezza per svolgervi la liturgia”. Con l’ovvia sospensione delle conferenze mariane della Cattedra Cateriniana. “Tuttavia, grazie all’aiuto e alla presenza costante dei dirigenti teramani della Sovrintendenza ai Beni Culturali, dei Vigili del Fuoco, delle Istituzioni e dei cittadini che ci hanno offerto il loro concreto aiuto abbiamo potuto mettere in sicurezza il campanile e riaprire la Chiesa”. Chiesa e convento sono stati comunque costantemente monitorati nel corso dell’anno, anche prima dell’evento sismico di L’Aquila. Dopo la riparazione di somma urgenza di alcune parti del tetto adiacenti al campanile, che erano state danneggiate seriamente dal terremoto, “è emersa la necessità di una verifica e aggiornamento di tutta la copertura della Chiesa. Mi era stato accennato – rivela P. Rosario – già prima del sisma a questa necessità, ma con il terremoto del 6 aprile si è verificato uno spostamento di tegole che rende comunque necessario questo intervento”. In tempi brevi, i frati contano, d’accordo con la Sovrintendenza, di cominciare a porre un segno francescano alla Chiesa, già domenicana. “E questo – sottolinea P. Rosario – non stravolgendo nulla, ma semplicemente ripristinando un altare che era presente nella navata e che è stato rimosso e dedicandolo a san Francesco o ai Santi Francescani” che si celebrano domenica 29 novembre.
La chiesa di S. Domenico ha una delle acustiche migliori d’Italia. Così è stata scelta dai frati per ospitarvi, la scorsa estate, le registrazioni di diversi Cd di musica sacra. La famiglia religiosa dei Francescani dell’Immacolata è impegnata per carisma nell’apostolato a tutto campo e con qualsiasi mezzo. Per questo motivo già da diversi anni si dedicano anche alla missione “musicale” (inutile nascondere il lume sotto il moggio!) attraverso la produzione e la diffusione di musica sacra, gregoriana e polifonica. Che recentemente ha trovato uno dei canali di diffusione anche nel famoso “iTunes Store” della Apple, il più importante mercato mondiale della musica grazie ai suoi avveniristici computer e lettori “Ipod”. A san Domenico così sono venuti a registrare in due fasi: prima i frati (dal 21 al 25 luglio 2009) e poi le suore (dal 2 al 5 agosto 2009). In totale sono stati registrati, circa 60 brani che si materializzeranno in circa 4 Cd dopo la fase dell’elaborazione digitale del suono, della sua riproduzione sui supporti e dell’attivazione dei canali editoriali e commerciali. Procedure che richiedono tempo. “Per noi della chiesa di san Domenico e per tutti i fedeli che frequentano la chiesa – fanno sapere i frati – queste giornate sono state di grande impegno dal punto di vista logistico (non è facile gestire la vita di circa 20 frati e poi di altrettante suore), ma sono state anche giornate di grande grazia, a motivo della partecipazione, tanto dei frati, quanto delle suore, alla vita liturgica della Chiesa. Il nostro più caloroso ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno aiutato in questi giorni. Alle Istituzioni cittadine. Alle Suore Missionarie dell’Eucarestia, per aver gentilmente ospitato buona parte delle nostre consorelle per tre giorni; a tutti coloro che hanno cooperato con la carità al sostentamento materiale di questa masnada di frati e suore. Per tutti e per ciascuno, il grato ricordo nella nostra preghiera”.
Nicola Facciolini
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