Lotta “intelligente” alla piaga della contraffazione per meglio tutelare i prodotti del Made in Italy. Il Governo Berlusconi farà ricorso anche alle nuove tecnologie per rendere più efficace il contrasto al fenomeno della contraffazione che, solo nel 2008, ha registrato nel nostro Paese un “fatturato” di oltre 7 miliardi di Euro, con una perdita erariale per lo Stato, tra imposte dirette ed indirette, di almeno circa 5,30 miliardi di Euro ed una perdita, in termini occupazionali, di non meno di 130.000 unità.Per contrastare questo fenomeno nocivo per l’economia nazionale ed anche per i consumatori, il Ministero dello Sviluppo Economico ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il CATTID, il laboratorio di elevate tecnologie dell’Università La Sapienza di Roma, per lo sviluppo di specifiche soluzioni innovative volte alla valorizzazione e alla protezione dei diritti di proprietà industriale e del Made in Italy.Il protocollo, in particolare, permetterà di diffondere la conoscenza ed incentivare l’impiego nella lotta alla contraffazione di strumenti ad alto valore tecnologico, come ad esempio il RFID (Radio Frequency Identification),una sorta di “francobollo digitale” che, applicato ai singoli prodotti, aumenta la sicurezza e la trasparenza della filiera in termini di tracciabilità e rintracciabilità, offrendo un immediato beneficio per il cittadino-consumatore.
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha detto che “questo protocollo, congiuntamente alle misure di prevenzione e contrasto previste dalla Legge Sviluppo e, alle norme che hanno inasprito le pene per questa tipologia di reato, sarà uno strumento importante per intervenire e contrastare il fenomeno della contraffazione, che tanto penalizza l’intero sistema-Paese. L’innovazione tecnologica – ha aggiunto il Ministro – è una strada obbligata per combattere la contraffazione e per tutelare il Made in Italy. Le merci contraffatte possono essere considerate una forma di doping del mercato in quanto alterano la concorrenza e provocano non solo rilevanti danni alle imprese italiane, ma comportano anche rischi diretti per la salute dei cittadini e la sicurezza dei consumatori”.
Scajola tuttavia ha precisato che “nessuna strategia, anche tecnologica, contro la contraffazione può essere efficace e incisiva se non c’è il sostegno attivo dei cittadini e delle imprese”.
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