Non so se il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi nello scrivere la sua introduzione al n. 9/2009 della Rivista “Abruzzo è Appennino” abbia letto l’ ultimo romanzo “Di questa vita menzognera” di Giuseppe Montesano. Il Presidente, in quella introduzione, affermava: “Dobbiamo puntare tutto sui beni immateriali, gli unici durevoli nel tempo, perchè investire in manodopera è anacronistico”. L’affermazione già di per sé non ha bisogno di ulteriori giudizi.
Nel romanzo di Giuseppe Montesano il racconto si svolge in un teatro dell’ assurdo e ci presenta un mondo dominato dalla prevaricazione del più forte sul più debole, del potere subdolo e corrotto sulla cultura. Su questo palcoscenico, i Negromonte, burattinai incontrastati, tirano le fila della storia. Padroni indiscussi, progettano di vendere Napoli e dintorni allo scopo di creare “Eternapoli”, un enorme parco tematico in cui la finzione sostituisce la realtà.
Non so se il progetto del Presidente Gianni Chiodi è quello di far diventare il Centro storico dell’Aquila e quello degli altri Comuni del cratere un museo aperto, una nuova Pompei, ma il dubbio è legittimo se consideriamo il fatto che a distanza di 7 mesi la Giunta Regionale non ha ancora prodotto un atto idoneo a garantire i cittadini per la ricostruzione e non ha stabilito criteri per l’ assegnazione di fondi.
Le uniche cose prodotte sono il prezziario (a sua volta copiato quasi integralmente e male dalla Regione Umbria) e l’incarico dato all’architetto
Gaetano Fontana di coordinare la Struttura tecnica che dovrà sovrintendere alla ricostruzione. Meglio poco che niente, ma il fatto che il Presidente non senta la necessità e l’urgenza di mettere i cittadini abruzzesi di fronte ad un quadro legislativo organico e complessivo ci deve preoccupare e non poco. In Abruzzo circolano molti soldi per la ricostruzione e gli appetiti sono molti. Ancora siamo agli inizi e già nelle cronache quotidiane si parla di infiltrazioni mafiose o di associazioni malavitose.
Non so se l’incarico all’Architetto. Gaetano Fontana sia stato dato sulla base di una consultazione con i Comuni e le Province, ma non credo. Ma una cosa è sicura: la ricostruzione della Città dell’Aquila e del suo interland meritava qualcosa di più. Per esperienza sono scettico nei confronti di Dirigenti Ministeriali pubblici nati in Sicilia e prestati a fare il Direttore di Associazioni private (l’Associazione Nazionale Costruttori).
A queste scelte, poi, si collega lo svuotamento degli organi istituzionali. Nella conferenza stampa del 18 novembre 2009, Chiodi ha affermato che “frequenti saranno i confronti con il Consiglio regionale e con i capigruppo, nell’intento di aggiornare l’assemblea regionale sullo stato dei lavori e, di converso, ricevere dalla stessa suggerimenti e proposte utili a rendere più efficace ed efficiente il difficile processo di ricostruzione”.
Spero che ci sia qualche reazione dei consiglieri stessi a questo svuotamento dell’Organo sovrano della Regione Abruzzo. Ma il fatto che un Presidente di Giunta (Organo esecutivo) costruisca i suoi rapporti con il Consiglio Regionale (Organo legislativo) per un “confronto”, per un “aggiornamento” e per “suggerimenti”, e non su proposte di legge, deve preoccupare tutti coloro che hanno interesse nella crescita politica e democratica di questa Regione. Non dimentichiamo che la destra governa la nostra Regione con il 48% ma con la più bassa percentuale di votanti (53%).
Il Segretario Provinciale e Responsabile regionale PdCI
Angelo Ludovici
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