Gabriele De Rosa, grande storico del movimento cattolico, è scomparso ieri a Roma, all’età di 92 anni. E’ stato uno dei migliori interpreti della presenza attiva dei cattolici nel grande gioco dell’ultimo secolo di vita italiana. Giovane redattore de l’Unità, si allontanò dal Pci nel 1952 per abbracciare la carriera accademica, che non avrebbe più lasciato se non per concedersi una partecipazione attiva alla costruzione della cosa pubblica. Appartenente all’ala popolare e democratica della Dc, dopo l’uscita dal Pci e subì con questa vicissitudini e oltraggi, soprattutto quando, come senatore, fu partecipe del turbinoso passaggio tra la prima e la seconda repubblica”. Grande interprete di Don Sturzo, docente di storia contemporanea dall’età di 35 anni, con i suoi scritti De Rosa ha consentito di leggere in modo più compiuto l’esperienza politica del fondatore del Partito Popolare; compresi nel dopoguerra gli aspetti critici di non poche scelte della stessa Dc. La crisi di Tangentopoli, la decimazione giudiziaria della classe dirigente democristiana, obbligò De Rosa a impegnarsi ancora più a fondo nella politica attiva. Fu proposto per l’incarico, faticoso e, in quella stagione tormentata, delicatissimo di presidente dei senatori democristiani. Un ruolo che non avrebbe mai cercato, ma che accettò con spirito di servizio, mostrando equilibrio, competenza, onestà e altissima dignità in un momento in cui tutto gli stava franando intorno. Di lì a poco la Dc, dopo aver eletto segretario Mino Martinazzoli, chiuse i battenti. Come ricorda su Avvenire Giovanni Grasso, amareggiato dalle successive vicende politiche, che considerava una vera involuzione della democrazia italiana, De Rosa uscì dalla vita parlamentare, ma non per questo smise di fare politica. Con due obbiettivi principali: difendere la figura unica e irripetibile di don Luigi Sturzo dai ricorrenti tentativi di appropriazione indebita e combattere il revisionismo storico di chi voleva negare, in toto, la dignità e il valore etico della Resistenza. Di fronte a questi atteggiamenti il vecchio leone di El Alamein (dove aveva combattuto con onore) tornava a ruggire con la forza di sempre. Esempio coerente di una vita spesa al servizio della Repubblica e di un ideale cattolico-comunista ” che segue con interesse e passione le alterne vicende politiche italiane, schierandosi, da uomo libero e mai da gregario, con le componenti della sinistra democristiana più attenta e facendo fermo il valore spirituale del messaggio sturziano. Questo l’elenco delle sue opere principali: Storia politica dell’Azione Cattolica, Bari 1953; A. De Gasperi, I cattolici dall’opposizione al governo, a cura di G. De Rosa, Laterza, Roma-Bari 1955.; Giolitti e il fascismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1957; Lettere di Vilfredo Pareto a Maffeo Pantaleoni, vol 3, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1962; I Gesuiti in Sicilia. La Rivoluzione nel 1848, Ed. di Storia e Letteratura, Roma 1963; Storia del movimento cattolico, e Storia del Partito Popolare Italiano, Laterza, Bari 19662; Luigi Sturzo, Mezzogiorno e classe dirigente, scritti sulla questione meridionale, a cura di G. De Rosa, Edizioni di Storia e Letteratura, 1964; V. Pareto, Lettres d’Italie, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1973; Luigi Sturzo, Utet, Torino 1977; Sturzo mi disse, Morcelliana, Brescia 1982; Mentalità e mutamenti economici nella società veneta, relazione al Convegno su Trasformazioni economiche e sociali nel Veneto fra XIX e XX secolo, a cura di A. Lazzarini, Vicenza 15-17 gennaio 1982, edito dall’Istituto di Vicenza 1984, pp. 13-36; Tempo religioso e tempo storico, I, II, III, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1987, 1994 e 1999 nei quali sono raccolti saggi di storia religiosa dal Medioevo all’età contemporanea; Sturzo, De Gasperi e la crisi europea degli anni Trenta, e De Gasperi statista, due saggi di G. De Rosa, in Da Luigi Sturzo ad Aldo Moro, Morcelliana, Brescia 1988, pp. 101-123 e 145-170. Ha curato il volume degli Atti del Convegno di Bologna su Luigi Sturzo e la democrazia europea (Laterza 1990), al quale collaborarono, fra gli altri, Maurice Duverger, Alfred Di Lascia, Jean Marie Mayeur, Andrea Riccardi, Sabino Cassese, Mario D’Addio, Giuseppe Galasso, Francesco Traniello, Renato Zangheri, un tributo di notevole livello scientifico alla memoria di Luigi Sturzo, che con le sue opere e il suo impegno politico ha tanto dato alla democrazia europea, anche negli anni più duri e torbidi del primo dopoguerra; La transizione infinita. Diario politico 1990-1996, Laterza, Roma-Bari 1997; La storia che non passa, Diario Politico (1968-1989), Rubbettino, Cosenza 1999; Le vie dell’industrializzazione europea. Sistemi a confronto, a cura di G.Luigi Fontana, introduzione di G. De Rosa e G.L. Fontana, il Mulino, Bologna 1997. Infine, nell 2002, De Rosa ha pubblicato le sue memorie della battaglia di El Alamein.
Carlo Di Stanislao
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