Vegetazione distrutta, fiume rettificato, ruspe nell’alveo. Così si presenta in questi giorni il fiume Tordino in contrada Carapollo nel Comune di Teramo.Una ditta di Colli a Volturno (IS), incaricata dall’Ufficio di Teramo del Genio Civile Regionale, sta distruggendo l’ambito ripariale del Tordino incanalando il corso d’acqua, con la scusa di procedere ad interventi di risoluzione di “situazioni di particolare criticità idraulica a tutela e salvaguardia del territorio”.
È veramente un paradosso! Eliminare le anse e le sagomature dei fiumi e distruggere la flora fluviale non tutelano certo il territorio, ma anzi accelerano i fenomeni erosivi ed alluvionali.
Le acque di un fiume rettificato e privo di vegetazione, in caso di piena, acquistano maggiore velocità favorendo l’erosione con effetti devastanti più a valle.
Ormai anche gli studenti del primo anno di ingegneria sanno che non si interviene così nei fiumi e la stessa Regione Abruzzo, da cui dipende l’Ufficio di Teramo del Genio Civile Regionale, ha pubblicato direttive e linee guida su come intervenire sugli alvei fluviali con tecniche di ingegneria naturalistica non invasive e molto più efficaci.
Non è la prima volta che il Genio Civile di Teramo interviene così pesantemente sul Tordino. Alcuni anni fa furono condotti lavori del tutto simili alla foce nel Comune di Giulianova: lavori del tutto inutili che servono solo a spendere soldi.
È incredibile che il Genio Civile sia così pronto a tagliare le piante presenti sui fiumi paventando chissà quali grandi rischi in caso di piena, ma non abbia mai niente da dire quando alle conferenze di servizi vengono approvate opere in cemento di centinaia di metri cubi in pieno alveo fluviale. Come sempre tutto sta avvenendo senza che nessun organismo intervenga: la Regione, la Provincia, il Comune non sembrano accorgersi di lavori che oltretutto intervengono in aree tutelate da norme nazionali, dal Piano Regionale Paesistico e dal Piano Territoriale Provinciale e dove il Piano d’Area della Media e Bassa Valle del Tordino ha previsto un parco fluviale che dovrebbe arrivare da Teramo fino alla costa. Si spendono migliaia di euro per progettisti, esperti, workshop, processi di partecipazione, forum, siti internet e poi si mette tutto in un cassetto e si continua a fare esattamente il contrario di quello che dicono le ricerche e gli studi condotti.
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