E’ passato un anno dalla vittoria di Chiodi

Un anno fa la vittoria del Presidente Gianni Chiodi, leader del PdL per volontà degli Abruzzesi, non un Avatar. Il Presidente Chiodi conquistò 295.371 voti personali, a Costantini 258.199. Chiodi vince con il 48,8%, a Costantini il 42,7%. Il Presidente Teramano con il maglione a rombi, è stato il primo ad essere eletto direttamente dai […]

Un anno fa la vittoria del Presidente Gianni Chiodi, leader del PdL per volontà degli Abruzzesi, non un Avatar. Il Presidente Chiodi conquistò 295.371 voti personali, a Costantini 258.199. Chiodi vince con il 48,8%, a Costantini il 42,7%. Il Presidente Teramano con il maglione a rombi, è stato il primo ad essere eletto direttamente dai cittadini elettori abruzzesi e del Pdl in Italia, cogliendo un significativo successo personale grazie al Presidente Silvio Berlusconi ed alla fiducia degli Abruzzesi         (di Nicola Facciolini) 

avatar_occhio

“Natale Hilare et Annum Faustum”, ci auguriamo di cuore da Abruzzesi e Italiani di buona volontà, ricordando una pagina molto importante della nostra storia istituzionale. Un anno fa il brindisi della vittoria lieta e festante di Gianni Chiodi. La fiducia del popolo sovrano abruzzese aveva premiato il giovane Presidente Gianni Chiodi, teramano doc, scelto il 15 dicembre 2008 alla massima carica regionale. Non un Avatar, ma un uomo politico in carne ed ossa, di capacità, di carattere e di competenza che poi, lunedì 19 gennaio 2009, avrebbe “giurato” ufficialmente in Consiglio Regionale. Una vittoria storica per Gianni Chiodi, d’ora in poi famoso in tutto il mondo e sul web come il “Governatore degli Abruzzesi”. I media nazionali e internazionali celebrarono la vittoria di Chiodi che, per volontà dei cittadini elettori e grazie alla nuova legge ed allo Statuto regionali, grazie ai 295.371 voti personali sul simbolo del PdL assunse sostanzialmente la leadership del Popolo della Libertà, primo partito degli Abruzzesi, espressione diretta della fiducia degli Abruzzesi e del Premier Silvio Berlusconi in Gianni Chiodi. Non solo. Chiodi assunse la guida del buon governo d’Abruzzo nel solco della nuova stagione riformista inaugurata in Italia dal presidente Silvio Berlusconi (al quale indirizziamo tutto il nostro affetto, la nostra vicinanza e i nostri più fervidi voti augurali di pronta guarigione dopo il vile e vigliacco attentato subito domenica 13 dicembre 2009 a Milano) che dal 1994 aveva preparato la vittoria del centrodestra in Abruzzo. Grazie all’impegno storico degli uomini che fondarono, seguirono e guidarono Forza Italia sul territorio, prima della nascita del nuovo Pdl e prima della vittoria del Modello Teramo in Abruzzo nel 2004. Dopo le elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008 gli elettori premiarono di nuovo Silvio Berlusconi, perché il dato consolidato confermava il Pdl e le liste in transizione verso il Pdl, i cui eletti sarebbero poi confluiti nello stesso gruppo consiliare, attorno al 48%, a fronte del 41,6% delle politiche e del 30% delle precedenti elezioni regionali del 2005. Chi come il Pd aveva scelto di tornare indietro, riproponendo una coalizione rissosa e succube di forze litigiose, fu sonoramente sconfitto. Come poi effettivamente accadde anche alle elezioni amministrative ed europee del 2009. Molti elettori del centrosinistra preferirono non andare a votare alle Regionali 2008. A spoglio ultimato lunedì notte, Gianni Chiodi della coalizione di centrodestra, conquistava la presidenza della Regione con il 48,8%, contro il 42,7% dell’avversario Carlo Costantini. Chiodi ottenne il premio di maggioranza che consentì a tutti e 7 i candidati del listino di entrare in Consiglio regionale. In totale i seggi conquistati in Abruzzo dal Pdl furono 19+8. Per il centrosinistra furono in totale 16 in Consiglio regionale. Il Presidente Teramano è il primo ad essere stato eletto direttamente dai cittadini elettori abruzzesi e del Pdl in Italia, cogliendo un significativo successo personale. Accolto da un lungo applauso alle ore 22.12 di lunedì 15 dicembre 2008, il Presidente Gianni Chiodi entrò nella sede elettorale di Teramo, in via Po. Ma appena si immerse nel vortice di telecamere, microfoni e domande disse:”Ragazzi aspettiamo, non è finito niente!”. E poi domande a raffica, dentro e fuori la conferenza stampa nel gazebo allestito dalla sua organizzazione proprio per l’incontro con i giornalisti. “Nulla sarà più come prima” – assicurò Chiodi. E non solo rispetto alle ultime legislature ma anche alle precedenti. Era il sogno dell’On. Remo Gaspari, classe 1921, cavallo di razza della politica italiana e regionale. Quella politica che in Abruzzo deve ancora cambiare rotta per mettere in campo forze e capacità che abbiano approcci nuovi, moderni, come è necessario che sia nella nostra società dove il “bisturi”, laddove necessario per salvare i bilanci pubblici, può fare miracoli, senza se e senza ma. Poi Chiodi parlò con il presidente Berlusconi che si congratulò personalmente. Perché senza indugi, di Berlusconi Chiodi preferisce sempre sottolineare le straordinarie capacità personali. E cominciò il discorso ufficiale con il collegamento a “Porta a porta”. Sui costi della politica, disse:“diminuirà l’incapacità di prendere decisioni”. Cosa sarebbe cambiato? “Sarò il sindaco di tutti gli abruzzesi” – spiegò il primo presidente nato a Teramo città capoluogo. E ancora: lavoro, lavoro, lavoro per tutti…”Bisogna rimboccarsi le maniche, non faccio retorica: è così”, con lealtà e dignità. Lealtà e dignità sono e saranno sempre le caratteristiche di Chiodi nei confronti di tutti gli abruzzesi. Stanco, felice, tirato, senza cravatta e con il maglione a rombi, come fummo noi tutti, i suoi, per “…una piccola scaramanzia” che avrebbe dovuto portare fortuna. “In Abruzzo – fece notare Chiodi, commentando il successo – c’è bisogno di una rinascita ed io lavorerò perché questo avvenga. Certamente nulla sarà come in passato. Quello stereotipato del passato, e non solo quello recente, non potrà più esistere. La politica deve essere capace di dirigere la complessità dei fenomeni. La politica non può chiedere la quaresima ai cittadini – concluse Gianni Chiodi – e la Pasqua per se stessa”. La sfida più grande per Chiodi rimane sempre quella di poter restituire fiducia ai cittadini e di riportare tutti gli abruzzesi, tra 4 anni, al voto regionale. L’unico dispiacere delle Regionali 2008 fu, infatti, la profonda disaffezione al voto dimostrata dagli elettori. Poi, il disastroso terremoto di L’Aquila del 6 aprile 2009 (Mw= 6.3) con i suoi 308 morti. E’ giunta davvero l’ora delle decisioni irrevocabili in una stagione di rigore e di grossi sacrifici per tutti. Mentre la riforma del Governo Chiodi procede spedita verso la riorganizzazione per concentrare le risorse verso investimenti e politiche di qualità. A difesa dell’impresa e dei giovani. Impensabili sarebbero aumenti delle aliquote Irap a carico delle imprese e delle aliquote Irpef a carico dei cittadini, per le drammatiche conseguenze che questi avrebbero su un tessuto industriale e sociale ormai allo stremo. Territorio e imprese soffrono già di una situazione fortemente negativa rispetto al resto del sistema industriale nazionale e la crisi congiunturale in atto sta piegando non solo le piccole e medie imprese meno attrezzate ma anche quelle grandi che finora avevano in qualche modo sostenuto lo sviluppo in Abruzzo e, con esso, indotto e livelli occupazionali importanti. L’aumento del carico fiscale, anche a carico dei cittadini, oltre a compromettere la tenuta del tessuto imprenditoriale, innescherebbe, in questa situazione di sofferenza occupazionale, situazioni di vera conflittualità sociale. Occorre un’iniezione di fiducia ai mercati: spetta agli industriali mettersi responsabilmente a disposizione del territorio e del governo regionale, per contribuire a tutte le possibili forme di soluzione della questione Abruzzo, che non gravino, ancora una volta, sul tessuto economico e sociale. E i numeri già annunciati da Chiodi a due mesi dall’insediamento, sono davvero pesanti. “In sette anni il debito regionale è aumentato di sette volte, passando dai 558 milioni di euro del 2000 ai 3.982 del 2007. La situazione è critica, ma spero che questa affermazione non giunga nuova, visto che la campagna elettorale di tutti gli schieramenti e’ stata portata avanti nell’ottica del risanamento del bilancio”. E’ questa la Dottrina della “doverosa trasparenza” annunciata dal Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. I dati relativi allo Stato economico e finanziario della Regione parlano chiaro. “Le entrate – spiega il Presidente – ammontano a 2.722 milioni di euro, provenienti direttamente dai cittadini, che li affidano a noi a garanzia di una buona amministrazione. Ma di questi, 2.375 milioni di euro servono a coprire il debito sanitario. Per l’ordinaria amministrazione, dunque, restano 334 milioni che, decurtati delle spese per il personale della Giunta e del Consiglio, dei costi degli enti strumentali, dei mutui e degli oneri per il funzionamento degli Enti locali, crollano a 66 milioni di euro. Ed è questa la cifra finale che resta effettivamente a nostra disposizione”. Il Presidente Chiodi ricorda che per frenare la folle corsa delle drammatiche cifre del debito sanitario, in autunno, la Regione Abruzzo fu affidata ad un commissario straordinario col compito di portare avanti un Piano di rientro. “Quel Piano – precisa il Presidente Chiodi – negoziato col Governo centrale non risulta rispettato e ciò potrebbe far scattare l’aumento automatico di nuove imposte. Ma questa è un’eventualità da scongiurare assolutamente perché gli effetti per il nostro sistema produttivo e sociale sarebbero dirompenti’”. Dunque, la situazione è davvero preoccupante ma occorre ottimismo. Per combattere e vincere la sfida lanciata dal deficit, si prospetta una legislatura di rinunce che bisogna far ingoiare a tutti nell’ottica della solidarietà nazionale e regionale. Non basta continuare a spremere i più deboli, non bastano i dolorosi tagli di centinaia di posti di lavoro precari. Serve una cura pesante: insomma, la soluzione vera è una purga agli stravizi di chi vuole sempre più potere e danaro. Gli abruzzesi non possono assolutamente accettare di essere cancellati dalla cartina geopolitica, né di pagare ancora più tasse per colpe collettive non facilmente attribuibili. Se davvero dobbiamo fare tutti un passo indietro, rinnovando il nostro stile di vita, lo si faccia alla luce del sole, con la forza della “legge uguale per tutti”. Dunque, anche per i poteri forti arroccati nei loro castelli. Insomma, non è accettabile il ritorno al passato. La soluzione sarà allora davvero “democratica”, cancellando i vecchi vizi della “pagnotta” facile. Si cominci dai prezzi espressi in euro: si abbia il coraggio e la capacità politica di calmierarli ai valori della lira corrente nel 2002.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *