Dalle 12:20 del 23 Dicembre 2009, all’ uscita della Metropolitana di Scampia, campeggiano due banner di benvenuto di 16 mq ogni uno, in lingua italiana e in lingua inglese. Questo perche seppure il progetto ideato e progettato un anno fà, in quest’ anno ha dovuto superare varie autorizzazioni per poter rientrare nelle normative di utilità sociale e poter essere affisso secondo i requisiti necessari per la pubblica affissione, in virtù anche del fatto che le abitazioni sono di proprietà del Comune di Napoli. Le suddette abitazioni realizzate nel 2007, ospitano gli ex-velisti,ossia abitanti delle vele che sono state abbattute. Esse si aprono di fronte l’ uscita della metro, quasi come se al suo centro qualcosa di straordinario le attraversasse, e riuscendo nell’ intento di rimanere unite nei criteri estetici di colore e forma, il celeste e il bianco degli edifici a preso con gli anni sempre più sembianze di case vacanze, viste anche l’ ardore per quanto esse siano state desiderate dagli abitanti. Rimanendo quindi fedele all’ idea di mare, che seppure metaforicamente o idealmente coinvolge le strutture, è stato naturale immaginarsi il mare, soprattutto in un quartiere come questo, in cui molti anziani nella loro vita non hanno mai visto il mare. L’ acqua se pur sempre idealizzata come fonte di purificazione, oggi, in queste immagine non si lascia offuscare dagli impeti mediatici che sempre si scatenano su un quartiere così densamente popolato, ma semplicemente, si mette a disposizione degli occhi per dare un abbraccio a tutti quelli che per pregiudizi vari si limitano altrove pur di non giungere quì, dove al solo nominare Scampia si imbruttiscono in volto, dove al solo camminare nelle strade di questo quartiere si irrigidiscono il cuore. Scampia sà amare più di altri posti, e senza mezzi termini e ne forse e ne ma, come fà il treno che utilizza la doppia lingua negli annunci in Stazione, apre le braccia per farsi amare e conoscere a chi fino ad oggi non ha fatto altro che ripudiare se stesso senza mai misurare la crescita sociale e umana di Scampia.
Rosaria Iazzetta
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