Assicurare lo scambio e l’aggiornamento continuo sul fenomeno migratorio e sui richiedenti asilo, mettendo a disposizione dei decisori pubblici a livello nazionale e comunitario una documentazione affidabile. E’ questo l’intento del programma comunitario denominato European Migration Network (EMN), avviato a titolo sperimentale nel 2003 ed ora diventato un’iniziativa strutturale della quale fanno parte i 27 Paesi dell’Unione europea. Tra gli obiettivi della rete europea EMN, ormai istituzionalizzata avendo superato positivamente la fase di avvio, rientra anche il coinvolgimento dell’opinione pubblica attraverso la diffusione degli studi fatti.
Questo primo Rapporto EMN Italia è stato curato dal ministero dell’Interno con il supporto del centro studi e ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione, in particolare con la collaborazione, in ambito sanitario, dell’Ordine dei medici, della federazione dei collegi degli infermieri e della società italiana di Medicina delle Migrazioni.
La presentazione è avvenuta presso la biblioteca del Cnel a Roma. L’introduzione del prefetto Angelo Malandrino, direttore centrale politiche immigrazione e asilo del ministero dell’Interno, è stata completata dalle relazioni del Comitato economico e sociale europeo e dal Punto nazionale di contatto dell’EMN, cui sono seguiti i commenti di rappresentanti di organizzazioni italiane e di altri referenti europei dell’EMN in rappresentanza di sei stati.
Il rapporto è stato qualificata, a partire dalla sanità, e ha evidenziato la necessità per molti settori, oltre a quest’ultimo, dell’indispensabile innesto di personale qualificato. L’immigrazione qualificata, un tema al quale nel passato si era meno attenti a fronte di flussi prevalenti di manodopera generica, sta richiamando una crescente attenzione specialmente in ambito sanitario.
Il documento si sofferma sulle specifiche normative nell’ambito delle politiche migratorio, riporta i numeri aggiornati e ipotizza i possibili sviluppi. In ambito sanitario, ad esempio, i 34 mila infermieri di origine straniera in alcuni contesti arrivano a essere un terzo del totale e gli stessi medici, che ora sono 14 mila, sono destinati ad aumentare.
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