Dalla Conferenza di Londra sull’Afghanistan, in programma giovedì 28 gennaio, serve “una soluzione politica: una riconciliazione nazionale, senza fare confusione tra chi non rinuncia alla violenza e chi vuole dialogare”. E’ quanto ha sottolineato il Ministro Franco Frattini, nel corso di una conferenza stampa a Washington al termine dell’incontro con il Segretario di Stato americano Hillary Clinton. “Lavoriamo insieme con i partner europei e con gli Stati Uniti” per la transizione verso l’autonomia del Paese, ha aggiunto il Ministro, sottolineando che tra Roma e Washington, anche sull’Afghanistan, ci sono “gli stessi obiettivi”.
“L’Afghanistan non sarà un impegno senza fine” ha ribadito da parte sua Hillary Clinton, spiegando che “ora bisogna sostenere il governo Karzai per la stabilizzazione del Paese. Vogliamo che progressivamente si assumano la loro responsabilità e riprendano l’autonomia”. “C’è un impegno comune. Apprezziamo quello italiano e specialmente la decisione di Roma” di incrementare le truppe. “I nostri soldati combattono fianco a fianco” ha aggiunto, ribadendo che l’obiettivo deve essere un piano per “stabilizzare il Paese”.
Per quanto riguarda Haiti, il Ministro Frattini ha sottolineato il “forte apprezzamento per l’impegno di Obama e dell’amministrazione USA”. L’Italia, ha quindi ricordato, è stata tra i primi Paesi a contribuire e “continueremo a farlo in una visione comune”. Clinton a sua volta ha ribadito di apprezzare moltissimo il contributo dell’Italia e i suoi consigli, ma “perché gli aiuti siano efficaci c’è bisogno di un intervento anche militare e per questo apprezziamo l’invio da parte dell’Italia di una unità navale”.
Tra Italia e USA c’è condivisione di obiettivi anche sul fronte del nucleare iraniano. Clinton ha spiegato che “L’Iran è di fronte a una scelta: o accettare una sorta di isolamento o rispettare gli impegni con la Comunità internazionale”. Una posizione ribadita anche dal Ministro Frattini, secondo il quale “dobbiamo impedire che l’Iran diventi una potenza nucleare” e “lavorare insieme” per scongiurare tale ipotesi. “E’ l’obiettivo delle democrazie occidentali, gli USA e dei Paesi arabi moderati”, ha aggiunto, rilanciando la necessità di aprire il confronto anche con altri Paesi della regione. Servono – ha detto – “consultazioni con coloro che sono interessati alla double track strategy”.
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