Oltre sei milioni di euro sono stati incassati da un’organizzazione criminale per far entrare lavoratori stranieri con contratti di assunzione fittizi. Richiesti da imprenditori compiacenti, tali contratti permettevano agli stranieri di richiedere il visto d’ingresso per l’Italia. Ogni migrante pagava dai 10 ai 18mila euro.«Per la prima volta – ha commentato da Monza il ministro dell’Interno Roberto Maroni durante una conferenza stampa – si dimostra che c’è il diretto coinvolgimento delle famiglie della ‘ndrangheta nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed è un segnale allarmante che indica quanto renda il business».
L’attività illegale, denunciata da un imprenditore agricolo della provincia di Reggio Calabria, è emersa nel corso di investigazioni avviate nel 2007. L’imprenditore era stato costretto, da affiliati alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo (RC), a cedere alcune sue aziende e a presentare documentazione di assunzione per legittimare l’ingresso in Italia di immigrati provenienti dall’India e dal Pakistan.
Il Servizio Centrale Operativo e la Squadra Mobile di Reggio Calabria ha eseguito questa mattina 67 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati, 32 italiani e 35 indiani, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata a favorire l’immigrazione clandestina.
Individuata anche la partecipazione della cosca Cordì di Locri (RC) a cui è stata contestata anche l’aggravante del reato di mafia.
Coinvolti imprenditori, dipendenti dell’ufficio provinciale del lavoro di Reggio Calabria e alcuni cittadini indiani che hanno reclutato nel loro Paese centinaia di migranti.
L’operazione di Polizia, che ha interessato varie regioni (Calabria, Lombardia, Toscana, Marche, Campania e Basilicata), rientra nel piano strategico stabilito dal ministero dell’Interno e attuato da Dipartimento della Pubblica Sicurezza per il contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina in tutte le sue manifestazioni.
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