Camici bianchi e operatori della sanità bombardati da disturbi psico-sociali legati al lavoro. Tanto che circa il 26% degli occupati nel settore lamenta forti rischi legati al proprio benessere mentale. Mentre le donne impiegate nella sanità e nella pubblica amministrazione sono particolarmente esposte a incappare in questi problemi. Lo stress da lavoro colpisce, infatti, le donne due volte più degli uomini. Oltre agli sforzi da funamboli ci sono anche altre preoccupazioni: mobbing, precarietà, le pressioni del capufficio, in qualche caso persino la minaccia di violenza fisica (6% dei casi) e di molestie e bullismo (5%). Questi i dati presentati il 16 febbraio dall’Ispesl a Roma, in occasione della XI Giornata nazionale di informazione sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro, in corso nella sala multimediale dell’Istituto. In generale “è il carico di lavoro eccessivo, indicato dal 14,5% degli occupati, la principale fonte di stress. Seguono le manifestazioni di prepotenza e discriminazione (avvertite da circa il 4,6% dei lavoratori) e le minacce o le violenza fisiche sul luogo di lavoro (circa l’1,6%)”. Così, spiega l’Ispesl, oltre un milione di lavoratori è «soggetto a fenomeni di discriminazione, mentre circa 381 mila si dichiarano esposti a minacce o violenze fisiche”.”L’importanza della salute mentale e del benessere al lavoro è stata riconosciuta anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (Osm)”, sottolinea Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di medicina del lavoro. “A tal proposito, a livello europeo è stata presa un’iniziativa per contrastare le problematiche connesse al benessere, alla prevenzione, al trattamento, cura e riabilitazione dei problemi di salute mentale, concludendo due accordi volontari sullo stress correlato al lavoro (2004) e sulle molestie e la violenza nel luogo di lavoro (2007)”. Dal 2007, ancora, è attivo il Network Nazionale per la Prevenzione del Disagio Psicosociale nei Luoghi di Lavoro, nato su iniziativa dell’ISPESL, che si avvale della collaborazione con gli operatori della prevenzione su tutto il territorio nazionale. Un osservatorio per fare luce anche su come assistere i lavoratori che chiedono aiuto. “Lo stato di stress – chiarisce Gino Pozzi, docente di Psichiatria Riabilitativa – scaturisce da richieste ambientali che l’organismo è chiamato a fronteggiare”. Lo stress cronico può peggiorare prestazioni e determinare condizioni di malattia conclamata a livello somatico o psicopatologico. Resta difficile però diagnosticare con certezza il legame tra stress e patologie. “Le recenti normative hanno posto in essere una tutela preventiva dei lavoratori anche rispetto al rischio stress – chiarisce Pozzi -. Sfortunatamente, a differenza dei classici rischi, quelli legati allo stress non si prestano facilmente a misurazioni quantitative oggettivabili”.
Carlo Di Stanislao
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…Ma il nostro sindaco (ex-medico) sara’ anche lui “bombardato da disturbi psico-sociali legati al lavoro” poiche’ a distanza di 10 mesi dal sisma non riesce a far camminare ancora la macchina istituzionale?
…anche se prima del terremoto le cose non andavano meglio!