Maierato, piccolo centro del vibonese, si presenta come un paese fantasma, dopo l’evacuazione di tutti i 2.300 abitanti disposta dal sindaco Sergio Rizzo a causa di una frana enorme staccatasi ieri dalla collina che sovrasta il paese. Fantasma come San Fratello, il centro del messinese già “svuotato” di 1.500 abitanti per un movimento franoso che ha lesionato decine di abitazioni. La frana nel paese dei Nebrodi, però, sembra rallentare la sua marcia, come hanno rilevato stamani gli esperti del Dipartimento della Protezione civile. A Maierato, invece, la situazione è ancora tutta in evoluzione e l’esito sembra essere condizionato dal meteo. Se continuerà a piovere come ha fatto negli ultimi mesi, il rischio di nuovi crolli è concreto. E oggi ha piovuto per gran parte della giornata. Così come nel resto della Calabria, aggravando una situazione già drammatica che ha spinto la Giunta regionale a proclamare lo stato di calamità. Un’avvisaglia della frana, a Maierato, si era avuta ieri mattina, quando la terra ha invaso la strada provinciale. E’ stata la salvezza per una famiglia che abitava in una casa di campagna. Il sindaco, per precauzione, ha chiuso la strada ed ha fatto evacuare l’abitazione, nonostante le resistenze degli abitanti. Adesso quella casa spunta dalle tonnellate di terra e roccia che si sono staccate dal costonea ad una distanza di circa 200 metri dal punto in cui sorgeva. Una “colata”, come l’hanno descritta gli abitanti del paese, che ha riempito tutta la vallata e sulla quale anche la Procura di Vibo vuole vedere chiaro, tanto da aprire un fascicolo contro ignoti. Sullo sfondo della frana si staglia il costone spezzato su un fronte di un paio di chilometri alla cui sommità si trova la parte alta del paese, con palazzi e costruzioni. Altre sono state lambite, a valle, dalla massa di terra. Una situazione che ha spinto, stamani, il sindaco Rizzo ad ordinare l’evacuazione di massa. Un nuovo movimento franoso, infatti, potrebbe portare a valle gli edifici che stanno sulla sommità, così come travolgere le palazzine che stanno a valle. E così oggi, Maierato è apparso come un paese fantasma: strade deserte e finestre serrate in tutte le case. I soli segni di vita i lampeggianti delle auto delle forze dell’ordine e le divise di poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco, volontari della protezione civile e agenti della polizia provinciale che presidiavano le vie di accesso, controllando, casa per causa, che tutti se ne fossero andati. Uno scenario simile a quello di San Fratello, dove anche oggi é proseguito lo sgombero del paese. Gli abitanti delle case che rientrano nella “zona rossa” hanno fatto la fila davanti al pulmino adibito a ufficio dei vigili del fuoco per ottenere l’autorizzazione a rientrare in casa per prendere oggetti e masserizie da portare via. Operazioni che si sono svolte in un silenzio irreale. Lo stesso che si è “sentito” a Maierato. Per gli evacuati, la Prefettura ha messo a disposizione una serie di strutture, a cominciare dalla scuola allievi di polizia, che si trova a pochi chilometri da Maierato. E’ qui che hanno trovato posto 220 persone. Un’altra quindicina é stata sistemata nel palazzetto dello sport di Vibo, appositamente allestito e dove, in serata, è stata montata una cucina da campo della protezione civile. Nel pomeriggio in paese è arrivata la Commissione nazionale grandi rischi, che ha fatto un sopralluogo in elicottero sul fronte franoso portando a terra notizie complessivamente più tranquillizzanti rispetto a quelle della mattina, anche se tutte da verificare. Nel corso di una riunione presieduta dal prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, cui hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della Protezione civile, oltre all’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, i dati della Commissione sono stati valutati attentamente. La decisione finale è stata quella di confermare l’ordinanza di sgombero. Domattina cominceranno una serie di monitoraggi dell’area intorno alla frana per verificare la stabilità del terreno. Nel pomeriggio, nel corso di una nuova riunione, sarà deciso il da farsi e sarà valutato se revocare, almeno parzialmente, l’ordinanza per consentire a chi abita più lontano dal fronte franoso di rientrare in casa. La durata ell’emergenza, in ogni caso, sembra legata alle condizioni meteo. Se dovesse continuare a piovere, l’evacuazione di Maierato potrebbe andare avanti per giorni. E intanto comincia il copione già visto dello scarica barile e del rimpallo delle responsabilità fra governatori regionali (Calabria e Sicilia, entrambi di destra), Protezioni Civile e governo centrale. Certo i paesi sono stati costruiti dove non si doveva ma, altrettanto certamente, la Protezioni Civile doveva internevinere con opere di consilidamento da più di un anno e nulla è stato fatto. Anche ieri, sulla RAI, il vice di Bertolosa De Bernardinis, ha detto che occorerebbero interventi strutturali che non creino queste e altre condizioni di emergenza, ma non ha spiegato, in questo, cosa ha fatto o chiesto la Protezione Civile. ”Con Maierato sta franando l’intera Calabria. Non è un’esagerazione e neppure una novità poiché sono recenti le lacrime per altri disastri naturali”, ha dichiarato, allarmato, il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero. ”Se non si mette mano alla salvaguardia del territorio con risorse adeguate – ha continuato – non si conteranno più le calamità a cui si dovrà fare fronte. La Regione ha varato un programma di 800 milioni di euro individuando una serie di priorità. E’ una cifra enorme che però non è sufficiente per la realtà del territorio”. Chissà se a chi si riferiva il governatore circa le responsabilità delle risorse non trovate? Uno studio della Col diretti, pubblicato il 16 febbraio, dice che se nel messinese l’84% dei paesi è a rischio frane e alluvioni, in Calabria il rischio riguarda il 100% dei paesi. A Catanzaro la piena del fiume Alli ha provocato la rottura delle condutture dell’acquedotto e la città è rimasta senza acqua. Difficile la situazione anche nel cosentino. La prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, ha dichiarato Claudio Podda, segretario Cgil della funzione pubblica, sono diventate cenerentole nella Protezione civile, sempre più gonfiata dai grandi eventi e sempre più distratta da questa e meno concentrata sui suoi ruoli preventivi.
Carlo Di Stanislao
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