Dai continui rilevamenti effettuati anche nella notte nelle zone interessate dal passaggio inquinante degli idrocarburi sversati nel Lambro, la massa oleosa risulterebbe sotto controllo. Da Monza e dal Lambro «non arriva quasi più nulla» ha spiegato il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, tornato questa mattina a Piacenza per fare il punto della situazione in un incontro con autorità, tecnici e amministratori locali. L’unità di crisi, riunita in prefettura dalle 8 di questa mattina, è stata costituita ieri a seguito di un incontro che si è svolto alla presenza di Bertolaso, dei rappresentanti delle prefetture situate lungo l’asta del fiume Po e del presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani. La struttura di coordinamento vede coinvolti il Dipartimento di protezione civile nazionale e gli uffici competenti di Protezione civile delle regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, nonché l’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) e l’Autorità di Bacino del fiume Po. «La situazione è molto migliorata» ha riferito il sottosegretario Bertolaso, anche se, ha riferito, saranno necessari importanti interventi di bonifica all’ecosistema fluviale. La barriera di Isola Serafini, dove è stato allestito uno sbarramento di 400 metri per contrastare il flusso delle sostanze inquinanti, è diventata un punto cardine. Sono presenti tre skimmers che catturano la massa d’acqua e separano il materiale inquinante che continua ad accatastarsi. Per quanto riguarda il rischio di inquinamento delle falde acquifere non sembrerebbero esserci segnali allarmanti, ma le Arpa di Emilia, Lombardia e Veneto stanno procedendo a continue analisi delle acque tenendo la situazione sotto controllo. Circa 450 mc di materiale inquinante concentrato a Isola Serafini è stato asportato ed è partito il lavoro di stoccaggio in alcune aree individuate a Ravenna, Cremona e Piacenza. A Calto, dove operano lo STER di Mantova ed Aipo, è stata posizionata la Barca Airone in attesa delle sostanze inquinanti che dovrebbero arrivare nel pomeriggio. Il mezzo è in grado di prelevare idrocarburi a 60 t/ora. Sono state preparate, inoltre, due barriere da 150 metri e sono presenti 3 autobotti con capacità di 30 mc/sec. Anche in Veneto si stanno attrezzando ulteriori barriere e sbarramenti. L’obiettivo principale, infatti, è quello di impedire il più possibile che l’acqua inquinata arrivi al delta del Po e nel mar Adriatico causando ulteriori danni all’ambiente e alle attività economiche. La richiesta avanzata dalla regione Emilia Romagna, per la dichiarazione dello stato di emergenza nelle regioni attraversate dai corsi d’acqua interessati dal disastro ambientale, sarà valutata nel prossimo Consiglio dei ministri.
Inquinamento del Lambro e del Po: allestite nuove barriere e sbarramenti per arginare il flusso degli idrocarburi
Dai continui rilevamenti effettuati anche nella notte nelle zone interessate dal passaggio inquinante degli idrocarburi sversati nel Lambro, la massa oleosa risulterebbe sotto controllo. Da Monza e dal Lambro «non arriva quasi più nulla» ha spiegato il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, tornato questa mattina a Piacenza per fare il punto della situazione in […]
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