Gli scontri sono iniziati nelle prime ore di domenica quando, secondo diversi testimoni locali, bande di Hausa e Fulani, etnie originarie del nord del Paese a maggioranza islamica, hanno attaccato il villaggio di Dogo Na Hawa, un centro poco distante da Jos e abitato dai Berom, una tribù cristiana originaria della regione. Durante l’assalto, al grido di ‘Allah Akbar’, sono state incendiate abitazioni e distrutte attività commerciali. Il bilancio finale è di 500 morti, tra cui molte donne e bambini. La carneficina sembra essere una diretta conseguenza delle violenze scoppiate il 17 gennaio scorso, quando furono i cristiani ad attaccare per prima e ci furono almeno 500 morti, soprattutto fra i musulmani. Oggi l situazione pare tornata alla normalità e le forze dell’ordine sembrano aver riportato la calma; ma il Pscef, Forum degli anziani cristiani, ha denunciato il ritardo di due ore con cui l’esercito è intervenuto dal momento della prima richiesta di soccorso. Le forze di sicurezza hanno detto di aver arrestato 95 sospetti implicati nelle violenze. La Nigeria è la seconda economia del continente e il Paese più abitato dell’Africa, con una popolazione composta da ben 250 etnie, per un totale di 140 milioni di persone, suddivisa equamente tra cristiani (concentrati nel sud) e musulmani (al nord). Negli ultimi anni Jos è stata più volte teatro di sanguinosi scontri tra le due comunità religiose: nel gennaio scorso i morti furono quasi 500, nel novembre del 2008 si contarono almeno 700 vittime, mentre nel settembre del 2001, secondo i dati dello stato di Plateau, i morti furono più di mille. Secondo Padre Giulio Albanese, responsabile delle riviste missionarie della Conferenza episcopale italiana, un religioso che conosce molto bene l’Africa, le stragui non sono legate a motivi religiosi. Sul Giornale di oggi egli ha dichiarato: “Ricordiamo che in Nigeria l’uno per cento della popolazione detiene il 75 per cento della ricchezza nazionale. E quell’uno per cento è composto sia da cristiani che musulmani. C’è stata e continua a esserci una lotta di potere. La responsabilità è innanzitutto della debolezza del governo centrale di Abuja e della corruzione della società politica. Ci sono certamente bande criminali, eversive, ma c’è anche una tale divaricazione tra ricchi e poveri che è piuttosto facile sobillare e strumentalizzare le massa. Si tratta di un conflitto che ha certamente radici etniche. Pastori nomadi che seguono il loro bestiame attaccano i villaggi degli agricoltori e viceversa. La componente religiosa può giocare un ruolo, ma è comunque strumentale e strumentalizzata per ragioni di potere”. La pensa allo stesso modo mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, che ieri in una intervista a Radio Vaticana, ha detto: “non e’ uno scontro tra cristiani e musulmani ma un ‘classico conflitto tra pastori e agricoltori”. L’arcivescovo di Abuja non crede che ci possano essere legami, se non “marginali”, con il terorismo internazionale. “La realtà – sottolinea – certamente è che ci sono tante armi che circolano dappertutto”, in particolare nei vicino Darfur, nella guerra del Ciad, nel Sudan meridionale, ed “è molto facile trovare della gente che venga a combattere solo per un pugno di dollari”. Per quanto riguarda la Chiesa essa continua a lavorare per favorire buone relazioni fra cristiani e musulmani, in modo da affrontare insieme concreti problemi politici ed etnici che uil governo continua a sviare. Le ultime elezioni Le elezioni tenutesi il 21 aprile 2007, hanno decretato vincitore Umaru Yar’Adua, delfino dell’attuale presidente Obasanjo, originario dello stato di Katsina e musulmano. Le opposizioni hanno definito le elezioni “dei colossali brogli” ed anche vari osservatori internazionali hanno espresso pareri alquanto negativi riguardo alla regolarità delle stesse. Da segnalare che oggi la Nigeria è divisa in 36 Stati, fra cui alcuni dotati di Principi maomettani o Sultani. Il più importante Sultanato è Sokoto, il cui Sultano è ufficialmente la massima autorità islamica del Paese. Fra le diverse etnie gli Igbo sono la principale come diffusione del cristianesimo. Tra di essi i Cattolici di rito Romano sono predominanti, ma seguito hanno anche la Chiesa Anglicana, Pentecostale e altri culti Evangelici.
Carlo Di Stanislao
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