Compirà 90 anni il prossimo 16 marzo e li festeggerà con parenti e amici a Pennabilli, il paese nel Montefeltro dove vive da oltre venti anni, mentre Bompiani manderà in libreria un suo nuovo libro: ‘La valle del Kamasutra’. Suo padre era un contadino, sua madre, analfabeta: lui le insegnerà a leggere e scriveve. Poco più che ventenne, catturato dai fascisti, venne deportato in Germania nel lager di Troisdorf, dove iniziò a comporre i primi versi in dialetto, ‘I scarabocc’, che pubblica nel 1946, con una presentazione di Carlo Bo. Tornato a casa si laurea al Magistero di Urbino e si dedica all’insegnamento, esordendo come narratore nei Gettoni Einaudi con “La storia di Fortunato; prima di partire per Roma, dove frequenta il pittore Lorenzo Vespignani, conosce Elio Petri e Giuseppe De Santis (con cui debutta nel cinema come soggettista di Uomini e lupi) e, alla fine degli anni ’50, incontra Michelangelo Antonioni e collabora alla realizzazione di tutti i suoi film, a partire da L’Avventura (‘60), con l’eccezione di “Professione Reporter”. Oggi è autore di una novantina di sceneggiature per Fellini (Amarcord, con cui vinse l’Oscar), Rosi, Trakovskij, Wenders e tanti altri. A Tonino Guerra, nel 1954, Elio Vittoriani scrisse, in occasione dell’uscita del suo secondo romanzo: “meglio che tu continui a vivere con la gente semplice come hai sempre fatto. Con chi insomma ha a che fare con le cose e non con chi ha a che fare con le idee”. Non è il caso di ricordalo, , per i suo “testi” di Cinema (lo farannoin molti e meglio di me), ma come scrittore, troppo a lungo considerato, ingiustamente, fra i minori del nostro novecento. Ha pubblicato varie raccolte di versi, riunite nel 1972 ne “I bu” , con un saggio di Contini, cui ne sono seguite oltre, una decina, da ‘Il miele’ del 1981 a ‘Una foglia contro i fulmini’ del 2003. E poi ci sono i titoli di narrativa, da “L’uomo parallelo” del 1969 a ‘I cento uccelli’, da ‘Il poverone’ a ‘I guardatori della luna’, sino al racconto ‘La prima luce’ del 2005. Con la poesia dona al dialetto un taglio assolutamente moderno, facendone “un linguaggio senza storia”, come scriveva Contini, con temi di sapore fiabesco, impressioni in cui rapido é il trapasso ilare dalla realtà al fantastico, mentre, col tempo, crescerà il senso di disincanto, col sapore di una favola dalle note struggenti tra recupero e contemplazione della natura e constatazione mitemente tragica di allegoriche realtà. Ammira l’artigiano e di lui Cesare Zavattini scrive: “C’è nel modo in cui Guerra tratta gli oggetti della sua fantasia un piacere individuale, manuale, che mi appassiona”. Il mondo va avanti grazie allo stupore” è la frase che ripete più spseso e che applica costantemente, anche a novanta anni suonati. Nel suo ultimo libro, che spera di vendere bene ora che gli italiani sanno di lui, grazie agli sport televisivi in cui diceva (la frase è sua);: “Non può morire l’ottimismo, è il profumo della vita”, vi è un profluvio di fantasia, una raccolta di storie, racconti, versi, disegni, che ci presentano l’universo di un uomo autentico e profondissimo. Nel libro, in chiusura, le testimonianze di tanti suoi amici di ieri e di oggi, da Pedro Almodóvar a Theo Angelopoulos, da Dario Fo a Natalia Ginzburg, da Ennio Morricone a Renzo Piano, da Nicola Piovani a Juan Piqueras, Giuseppe Prezzolini, Francesco Rosi, Ersilio Tonini, Vittorio Sgarbi, per citarne solo alcuni. Il Comune e la Provincia di Rimini celebreranno i suoi novantenni in modo acconcio, con una programmazione spalmata fino ad aprile, che punta sulla valorizzazione della sua opera, al fine di promuoverne la conoscenza e la diffusione, in particolare tra i giovani. Come la mostra inaugurata il 4 marzo alla Casa natale di Raffaello ad Urbino, che si protrarrà fino all’11 aprile e la consegna del Premio Il sogno di Piero 2010 da parte dell’Accademia di Belle Arti, che avverrà il 10 marzo, alle ore 17, nella Sala convegni “Serra d’inverno” del Palazzo Ducale di Urbino, dalle mani del Presidente Vittorio Sgarbi. per testimoniarli il rispetto anche come pittore e disegnatore. Ma il regalo più bello (e meritato) è la giornata a lui dedicata, il 18 marzo a Verona, dall’Accademia mondiale della poesia, per la Giornata Mondiale della Poesia Unisco, con on la proiezione di ‘La domenica specialmente”, film a episodi firmato da Bertolucci, Tornatore, Giordana e Barilli, tratto dal suo libro di racconti “Il Polverone” e “L’eternità e un giorno” di Theo Angelopulos, da lui sceneggiato, vincitore della Palma d’Oro a Cannes. Il giorno dopo, poi, una lunga prolusione di Andra Zanzotto, a lui dedicata e dal titolo emblematico: “Andrei a Tonino”. Anch’io ci andrei e molto volentieri.
Carlo Di Stanislao
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