Il cambiamento della medicina, contro uno stanco “tirare a campare” è nell’aria. Sociologo e filosofo della scienza, docente presso la Sapienza e Tor Vergata, Ivan Cavicchi nel suo ultimo libo, “Medicina e sanità: snodi cruciali” (edito a fine 2009 da Dedalo Libri), asserisce e dimostra che il cambiamento è necessario e reso urgente dalle tante pressioni a cominciare dagli scontenti sociali degli utenti dell’attuale sistema medico, fino alle tante incongruenze non risolvibili se un ripensamento generale della medicina non romperà “l’invarianza” di un sistema sanitario che rimane uguale a se stesso, mentre tutto cambia. Per Cavicchi oggi le tematiche forti della crisi sono il condizionamento della medicina soffocata dalle politiche economiche e il cambiamento sociale. L’Autore definisce la sanità italiana di oggi “introversa” sequestrata da problematiche amministrative che la mantengono in “surplace”, come il ciclista che resta fermo nel mezzo della pista. Medici “delegittimati, ospedali disumanizzati, pratiche desuete e professionalità abitudinarie”. Questa la realtà secondo Cavicchi che “costa in termini umani, sociali, professionali ed economici”. Occorre ripensare da un lato la sanità e dall’altro la medicina. Poichè è da una cattiva medicina che origina una cattiva sanità. Un grande problema che l’Autore giudica affrontabile seguendo la logica delle interconnessioni tra sanità, etica, medicina, scienza ed economia alla ricerca degli “snodi cruciali”. Non manca nel libro un’analisi lucida delle problematiche delle medicine complementari, e in particolare dell’omeopatia e delle opportunità della medicina integrata, una dimensione della medicina sostenuta da alcuni in Italia e negata da altri. Si potrebbe dire che siamo davanti ad un altro snodo cruciale: alterità, medicine parallele o integrazione con un richiamo dell’Autore alla “complessità”, al riconoscimento delle differenze senza dover per questo ricorrere all’alterità”. Nonostante alcune regioni siano state razionalizzate, gestite, riorganizzate, sussistono storiche arretratezze: il sistema medico-sanitario, nel suo complesso, non è ancora riuscito a ripensare i suoi modelli tradizionali di tutela in sintonia con i tanti cambiamenti culturali introdotti dalla postmodernità, in particolare quelli propri a una nuova domanda umanitaria di cura.
Da questa scollatura profonda prendono forma i problemi più delicati quali il contenzioso legale, la medicina difensivistica, la delegittimazione dei medici, i conflitti tra professioni, il ricorso esagerato alle procedure, la sfiducia nella medicina pubblica, la diffidenza nei confronti dell’ospedale, l’ampliarsi delle medicine non convenzionali. Il volume indaga sulle difficoltà che la medicina e la sanità incontrano nel loro rinnovamento e ripensamento.
Ormai è chiaro che i vecchi modelli di assistenza, che sono a un tempo modelli di servizi e di professioni, producono elevati costi umani a carico delle persone e maggiori costi economici a carico del sistema. Oggi “conviene” a tutti un pensiero per un cambiamento culturale e organizzativo anche profondo.
Carlo Di Stanislao
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