Ogni anno l’Italia sconta un bilancio di oltre 5mila vittime di incidenti stradali, 20mila disabili gravi, 300mila feriti. Il fenomeno coinvolge soprattutto i giovani: gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i ragazzi tra i 15 ed i 29 anni. Con l’adozione di standard di sicurezza più elevati da parte di ciascun Stato membro dell’Unione europea, sarebbero circa 6700 le giovani vite risparmiate ogni anno in tutto il Vecchio continente. Nel 2001, se il nostro livello di sicurezza fosse stato pari a quello del Paese europeo più sicuro (la Svezia), solo in Italia sarebbe stato possibile salvare più di 1200 ragazzi. Idati non lasciano alcun dubbio sull’urgenza di agire. Il ministero della Salute ha sottolineato nel “Piano nazionale per la prevenzione” la necessità di intervenire con specifici progetti di promozione della salute. L’obiettivo è mettere a punto una serie di strumenti per consentire ai giovani di trasformarsi in cittadini competenti, capaci di essere i primi soggetti attivi nella prevenzione, più consapevoli nella gestione del “proprio star bene” e della propria sicurezza. Sotto la guida e il coordinamento del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute, le Regioni sono al lavoro per rendere il più possibile omogenee le esperienze avviate sul territorio. Un investimento ambizioso, anche sul fronte della formazione degli operatori: la creazione di competenze specifiche e di una rete di collaborazione tra il livello centrale e locale che valorizzi le best practices e gli interventi efficaci sono tra gli obiettivi principali dell’iniziativa del Ccm. Se il sabato sera è notoriamente funestato dagli incidenti dei ragazzi che frequentano le discoteche, non meno drammatico è il bilancio degli altri giorni della settimana, che, come emerge dai dati statistici pubblicati in questi giorni, registra un triste peggioramento dalla fine di marzo fino a luglio e vede coinvolti gli under14. Tre incidenti su quattro avvengono nelle strade urbane e tendono a concentrarsi in tre fasce orarie, che coincidono rispettivamente con l’ingresso e l’uscita da scuola (8-9 e 12-13) e tra le 17 e le 19. L’intervallo pomeridiano è caratterizzato dal rientro a casa dai luoghi di lavoro e, per i bambini, dalle attività sportive e gravato per gli automobilisti da una maggior incidenza di tamponamenti favorita probabilmente dalla stanchezza della giornata e dal passaggio dalla luce naturale a quella artificiale. Nelle strade cittadine la prima causa di incidente è il mancato rispetto delle regole di precedenza o dei semafori e secondo i dati Istat del 2008 al primo posto si collocano le autovetture, seguite da motocicli (13,5%), ciclomotori (7%) e biciclette (3,8%).
Carlo Di Stanislao
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