E’ stato per diversi anni testimonial del digestivo Antonetto per i Caroselli televisivi, ma anche attore (ha vestito i panni del soldato Giardino ne La grande guerra di Mario Monicelli e nel ’99 ha recitato al fianco di Enrico Montesano e Mietta nella serie Tv L’ispettore Giusti). Ma è stato, soprattutto, un grande cantante. Avrebbe avuto 87 anni a dicembre e a 82, nel 2005, aveva ancora cantato a Sanremo, un pezzo al solito, molto “cool”, con cui vinse il premio della critica. Nicola Ariliano è morto ieri nella sua Squinzano, in Puglia, dopo una vita piena d’avventure e successi. A cavallo del nuovo millennio il discografico Stefano Senardi lo aveva riportato con la sua coppola fra le folle, intuendo che, nonostante l’età, era ancora in grado di incantare il pubblico, con il suo repertorio che variava dallo swing alle cantate grottesche e l’inconfondibile, profondissima voce. A 11 anni scappò di casa per andare a Milano, dove iniziò a cantare, imparando a suonare sax, contrabbasso e batteria. Notato dal critico Marshall Brown viene invitato a partecipare al Festival di Newport, poi si trasferì a Roma, dove iniziò la sua carriera di cantante-pianista-entertainer tuttofare. Nel 1956 uscirono i suoi primi di dischi a 78 giri per la Rca (tra cui A tazza ‘e caffe’/Zitto zitto zitto, Spatella ‘argento/Scetate), poi escono gli extended play Festival del jazz Sanremo 1959 (tra cui Un giorno ti dire e I sing ammore). In quegli stessi anni ottenne un enorme successo con il 45 giri Simpatica, brano di Garinei, Giovannini e Kramer e partecipò all’edizione ’58-59 di Canzonissima di Lelio Luttazzi (ospite fisso con Mina; la sigla del programma, intitolata Sentimentale divenne un grande successo inciso da entrambi cantanti in due versioni differenti). Intanto continuava il suo grande amore per il jazz, settore, in cui rimase sempre apprezzatissimo interprete, con un inimitabile stile crooner. Negli anni ’60, colleziona altri successi in “italiese” come I love forestiera, Amorevole, Tre volte baciami, My wonderful bambina. Attivissimo per tutti gli anni Ottanta e Novanta (tra gli altri, incide lp Nicola Arigliano, I Quattro musicanti), nel 2003 aveva festeggiato i suoi 80 anni con un concerto memorabile e, come detto, nel 2005, andò al Tenco e a Sanremo con il bellissimo brano Colpevole. E’ stato un “brutto piacente”, con un naso improbabile, uno sguardo da perdente ed una determinazione da meridionale. Ed ora che è volato in cielo, chissà quale divinità lo ha accolto, dato il suo alito eternamente appestato d’aglio: la sua passione da inguaribile “guaglione”.
Carlo Di Stanislao
Un commosso “grazie” per questa bellissima recensione. Ho vissuto tanti anni della mia giovinezza a Squinzano, città della musica famosa in tutto il mondo per il Gran Concerto Bandistico dei grandi maestri Ernesto e Gennaro Abbate. I squinzanesi sono fieri e orgogliosi delle proprie tradizioni. Per noi Nicola e’ sempre stato “uno di noi” un testimonial… “brutto piacente”, con un naso improbabile, uno sguardo da perdente ed una determinazione da meridionale!!!