IL RICORDO DEL SISMA DEL 6 APRILE 2009, NELLE PAROLE DEGLI ATTIVISTI DI ARCIGAY CONSOLI E ARCILESBICA AMAZZONI DI L’AQUILA

Dedicato ai ragazzi e ragazze attivisti e amici di Arcigay e Arcilesbica, fra cui: Mirco, un grande e coraggioso amico, che in zona Torrione quella notte ha sfondato un portone di vetro, ferro e legno, salvando 20 persone che erano rimaste incastrate nell’atrio di un palazzo, Enya, Ramona, Gianluca, Monia, Silvia e tutti/e.. tutti/e gli/le altri/e […]

Dedicato ai ragazzi e ragazze attivisti e amici di Arcigay e Arcilesbica, fra cui: Mirco, un grande e coraggioso amico, che in zona Torrione quella notte ha sfondato un portone di vetro, ferro e legno, salvando 20 persone che erano rimaste incastrate nell’atrio di un palazzo, Enya, Ramona, Gianluca, Monia, Silvia e tutti/e.. tutti/e gli/le altri/e che hanno dimostrato un grandissimo coraggio e valore umano nel prevenire, soccorrere e aiutare, prima, durante e dopo il terremoto senza velleità di dive in cerca di vana gloria, ma con le lacrime agli occhi e con l’umiltà tipica solo dei grandi uomini e delle grandi donne, dimostrando di essere pronti a raggiungere ogni traguardo da Veri Eroi!
Grazie Ragazzi e Ragazze, da parte mia perché avete ascoltato le mie parole e il vostro buon senso e da parte di tutta quella cittadinanza aquilana che ci ha dato retta. Voi siete quegli eroi di cui nessuno parlerà mai, di cui si crede sia meglio tacere, perché alcuni di voi sono diversi, altri troppo ribelli altri ancora semplicemente troppo veri, ma difficilmente chi vi ostacolerà nella vita, potrà mai ottenere la ricompensa del valore umano che voi rappresentate e più valore dimostrerete e più sarete ostacolati, ma so già che mai e poi mai avrete paura di lottare contro le ingiustizie, i soprusi contro le mafie avide di protagonismo e di denaro; voi siete un incommensurabile valore umano e vi porterò sempre con me nel mio cuore e al mio fianco!

IL RACCONTO DI RAMONA ARDIVOLI
C’eravamo un anno fa,quel terribile 6 aprile 2009 e per fortuna o per miracolo ci siamo ancora oggi in questo 6 aprile 2010, con le nostre vite spezzate, le valigie ancora sulle spalle, con i cellulari sempre a portata di mano per sentire costantemente gli amici sparsi in tutta Italia,con tutti i ricordi e con le lacrime negli occhi a guardare la nostra città ridotta ancora in ginocchio in un cumulo di macerie. Nelle orecchie ancora il rumore insopportabile e sordo di quel sisma che cha portato via parenti,conoscenti e che in meno di 40 secondi ha cambiato le nostre esistenze e le ha trasformate in sopravvivenze. Tornano alla mente le paure, lo stare sempre all’erta per cercare di avvisare le persone che forse il pericolo c’era e qualcuno ci aveva indotto a sottovalutarlo e la domanda è sempre la stessa: ‘ colpevoli pagheranno ’? Rimane l’unica certezza delle 308 persone non c sono più e che in Italia le tragedie si piangono e non si evitano perché non c’è la cultura della prevenzione. Grazie all’unita del nostro gruppo costruito in anni di fatica e dedizione siamo qui a raccontare questa esperienza terribile e a cercare ancora di esserci per l’aquila e per i suoi abitanti. In frangenti in cui alcuni di noi hanno anche rischiato la vita insieme ai vigili del fuoco che sono e saranno per sempre i veri angeli. Molti altri dopo il sisma hanno aiutato nei campi e regalato un sorriso ed un gesto a chi era disperato e senza ragione di vita. Tutto ciò senza mai dire nulla, senza etichette di sorta, nel silenzio e nel rispetto del dolore proprio ed altrui, senza sentirci eroi, ma solo e semplicemente a servizio dei fratelli aquilani. E mentre ancora oggi, percorriamo le strade e i vicoli, guardando gli edifici messi a mala pena in sicurezza, l’orgoglio ci riempie il cuore perché sappiamo che la rinascita della nostra città dipende dalla nostra forza e dall’unità di tutti noi.
Persi e dispersi dappertutto, col pensiero costante di tornare presto nella nostra terra, continuiamo la nostra attività per L’aquila e per la nostra gente che ci ha visto in occasione della tragedia sotto un altro aspetto cioè non come quelli che colorati ballano al Gay Pride ma come persone che sanno amare tutti indistintamente e che sono ancora una volta rivelate fondamentali la società perché ne sono parte integrante. L’aquila tornerà a volare e intanto le ali gliele prestiamo noi fino a quando potrà spiccare di nuovo il suo volo.

IL RACCONTO DI MONIA BRUNO
E’ passato un anno ormai da quella notte spaventosa e pure io ero al corrente che prima o poi saprebbe accaduto qualcosa di catastrofico anche perché era da piu’ di un anno che la nostra città si verificava un anomalo sciame sismico, ma le autorità dicevano che era tutto normale e non c’era nulla da temere. Feci allora alcune ricerche su internet e vidi che dei famosi studiosi di vulcanologia e simologi si stavano recando a L’Aquila in quel periodo per studiare questo evento e la cosa mi sembrò subito molto strana e mi chiedevo come mai se era tutto normale, venivano dalle nostre parti persone così eminenti a studiare l’evento. Una sera mi trovavo a casa di due mie amiche era il pomeriggio del 30 marzo e avevamo appena sentito una scossa, dopo circa un’ora ricevemmo una chiamata da Carla Liberatore che ci incitava a prepararci comunque al peggio e di essere pronte se qualcosa di catastrofico fosse accaduto da lì a pochi giorni e ci disse anche di munirci di pale, picconi e medicinali, di coperte, acqua e all’occorrenza di cibi non deteriorabili e di dormire in macchina nelle prossime notti raccomandandoci infine di avvertire più persone possibili. Finita la telefonata rimanemmo incredule e molto preoccupate io feci subito un giro di telefonate e poi insieme alle mie amiche ci collegammo su Facebook per avvertire quanta più gente avessimo potuto.Tornai a casa con molti pensieri e nel tragitto notai diverse persone caricare pale e scatoloni nella macchina e tra me e me dissi : ‘mio dio sarà l’Apocalisse’ ?
E l’Apocalisse arrivò puntuale quella notte e ci fu un boato assurdo e poi la terra sembrava che volesse sprofondare, ci sbalzava di qua e di là e ancora oggi non so come ho fatto a riuscire a rimanere in piedi, non riesco ancora a spiegarmelo. Il mio primo pensiero fu chiamare le mie amiche e le compagne di Arcigay e Arcilesbica per vedere se stavano bene, ma i telefoni non avevano campo, in quella notte tutto era impazzito, le nostre menti, le nostre emozioni, era impazzita la terra e il cielo e ci volle un bel pò prima di riuscire prendere la linea. Quando finalmente sentii tutte e tutti, mi assicurarono che stavano bene e si stavano dando da fare per aiutare le persone in difficoltà, sotto le macerie o imprigionate negli atri di palazzi in cui non si aprivano più le porte a causa dei cedimenti strutturali. Da lì a pochi giorni dovemmo lasciare L’Aquila con la mia famiglia perchè non avevamo più una casa, ritrovandoci sballottati tra vari campeggi, Hotel e Residence in un continuo traslocare senza mai potersi fermare. Sono stata una delle poche persone fortunate che non ha perso il lavoro e per mantenerlo ho viaggiato per 10 mesi tutti i giorni. Questa scossa ha rovinato non solo una città ma anche tutto ciò che la manteneva in vita. Ora ad un anno dal sei aprile spero solo che tutto torni alla normalità e che presto si possa riunire i gruppi di Consoli e Amazzoni per riformare di nuovo una squadra unita come eravamo prima!

IL RACCONTO CARLA LIBERATORE
Un anno fa, in questi giorni ci scambiavamo informazioni frenetiche sulle scosse che si stavano susseguendo… dal 3 aprile al 5 aprile, non avemmo scosse avvertibili, così tutti pensammo che dopo tanti mesi, quel maledetto sciame sismico fosse finito… e invece… la sera del 5 aprile, verso le 23.. una forte scossa ci avvertì che qualcosa di tremendo doveva compiersi su Facebook dissi a tutti di uscire fuori di casa, uscii anche io, ma poi rientrai dopo meno di un’ora… a mezzanotte invece.. arrivò un’altra scossa molto sconcertante.. lì facemmo chiamate e comunicazioni su Facebook per dire a tutti definitivamente di dormire fuori. Ce l’abbiamo fatta, ci siamo salvati e abbiamo salvato tante altre vite anche se alcuni però, purtroppo, li abbiamo persi. Noi di Arcigay Consoli e Arcilesbica Amazzoni ci siamo sempre stati prima e durante e dopo il terremoto, a L’Aquila, non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza senza peraltro etichettarci in rispetto di tutta la situazione. Ci siamo sempre stati e ci saremo SEMPRE!!!!

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