Obama e Medvedev firmano l’accordo sul disarmo nucleare. A roma dibattito tra ambasciatori Usa e Russia

Il Presidente americano Barack Obama ed il Presidente russo, Dmitry Medvedev firmeranno l’8 aprile a Praga l’Accordo Start II sulla riduzione delle armi strategiche. La sicurezza nucleare e la non proliferazione sono le tematiche al centro del dibattito. La firma a Praga del nuovo accordo per una riduzione delle armi strategiche precede il vertice sulla […]

Il Presidente americano Barack Obama ed il Presidente russo, Dmitry Medvedev firmeranno l’8 aprile a Praga l’Accordo Start II sulla riduzione delle armi strategiche. La sicurezza nucleare e la non proliferazione sono le tematiche al centro del dibattito. La firma a Praga del nuovo accordo per una riduzione delle armi strategiche precede il vertice sulla sicurezza nucleare che Obama presiederà a Washington il 12 e 13 aprile prossimi ed al quale parteciperanno i leader dei Paesi particolarmente impegnati in questo settore, tra cui l’Italia, nonché la Conferenza sulla Revisione del Trattato di Non proliferazione che si aprirà a maggio a New York.Alla vigilia dell’accordo a Praga gli Stati Uniti annunciano una nuova strategia nucleare che prevede l’uso di armi nucleari “solo in circostanze estreme” per difendere gli interessi vitali degli Usa e dei suoi alleati.Nella nuova dottrina, Obama, che definisce il terrorismo nucleare “il pericolo più grave e più immediato”, esclude, da parte degli Usa, l’uso delle armi atomiche contro i paesi non nucleari. Ma questi paesi dovranno essere in linea con gli impegni presi dal Trattato per la Non Proliferazione nucleare e rinunciare alla preparazione di attacchi chimici o biologici contro gli Stati Uniti.

L’Accordo a Praga è il risultato di un lungo processo di avvicinamento della Russia all’Occidente che anche l’Italia ha contributo a realizzare.

Il 28 maggio del 2002, nasce a Pratica di Mare il Consiglio Nato-Russia mentre l’avvio della fase finale del processo di integrazione della Russia in Occidente è da ricondurre all’anno prima, cioè al vertice G8 di Genova, quando si svolse l’incontro bilaterale tra il premier Silvio Berlusconi ed il presidente russo Putin. La tappa successiva fu la visita di Berlusconi a Mosca nell’ottobre 2001 in occasione della quale osservatori e stampa parlarono esplicitamente di relazioni “privilegiate” instauratosi tra i due leader. Poi l’altra tappa fondamentale: la visita del premier italiano in Russia e l’annuncio a Roma , pochi giorni dopo, da parte di Berlusconi, del raggiungimento di un accordo tra la Nato e la Russia per una maggiore integrazione di Mosca nell’Alleanza Atlantica attraverso la creazione di un Consiglio a 20. Accordo poi ratificato il 28 maggio in occasione del vertice di Pratica di Mare. Tale accordo e’ stato fatto precedere dalla dichiarazione di Roma firmata dai 19 leader dell’Alleanza Atlantica e dal premier russo Putin. Il preambolo della dichiarazione dove si afferma che “all’inizio del 21/mo secolo viviamo in un mondo nuovo, strettamente correlato come non mai nel passato, dove minacce e sfide nuove e senza precedenti esigono risposte sempre più unite”, si accompagna ai “settori” di “comune interesse” nei quali Nato e Russia collaboreranno insieme. Tra di essi spicca quello della “non proliferazione”. In questo paragrafo si sottolinea di “rafforzare la cooperazione nella lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (nucleare, biologiche e chimiche) e i loro vettori. Anche attraverso uno scambio di vedute ed esperienze teso a rafforzare la cooperazione nel campo della protezione da agenti nucleari, biologici e chimici”. Un percorso confermato dai leader del G8 l’anno scorso all’Aquila.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *