Continua l’attacco mediatico e la difesa, spesso sconclusionata, della chiesa cattolica circa i casi di pedofilia nelle fila dei suoi prelati. La pubblicazione sul sito del Vaticano delle Istruzioni canoniche su come comportarsi in caso di sospetti casi di pedofilia dei sacerdoti ha un triplice significato: un attacco a tre punte contro le critiche spesso animate da astio e desiderose di demolire l’avversario anziché valutare le cose in tutti i loro aspetti. E mentre Vito Mancuso, uno dei principali teologi italiani, on-line su City (http://city.corriere.it/2010/04/13/interviste.shtml), spiega perché lo scandalo pedofilia scuote la Chiesa nel profondo e come, per uscirne, occorra il coraggio della verità, il cardinale Tarcisio Bertone, numero due del Vaticano, scivola accostando omosessualità e pedofilia, intricando una questione già assai complessa. Il Movimento cileno per le minoranze sessuali (Movikh) ha subito criticato le parole sull’omosessualità: “Bertone mente in modo palese ed inumano quando sostiene che ci sono studi che dimostrato l’esistenza di relazioni tra l’omosessualità e la pedofilia”. Qui in Italia, il leader storico di Arcigay Aurelio Mancuso ha detto che “come sempre i cardinali stravolgono la realtà”. ranco Grillini, esponente dell’Idv e leader di Gaynet, ha definito “gravissime” le affermazioni del numero due della Santa Sede. La deputata Pd Paola Concia ha espresso “indignazione: è davvero sconfortante che ancora oggi eminenti rappresentanti della Chiesa cattolica si lascino andare ad analisi così grossolane”. Ancora più dura Gaylib, l’associazione omosex di centrodestra: Il Vaticano dovrebbe chiedere perdono al mondo e alla storia presso l’assemblea generale dell’Onu”. Infine i radicali, secondo cui il cardinale è stato “volgare e maldestro”. L’altra notte qualcuno ha imbrattato la casa natale di Ratzinger in Baviera, con scritte e immagini oscene, insulti a sfondo sessuale che fanno riferimento allo scandalo degli abusi sui minori, ascritte prontamente cancellate, ma che indicano lo stato di indignazione di molti nei confronti dell’ateggiamento omersotoso della chiesa circa la pedofilia nel suo interno. Sempre ieri un sacerdote quarantenne di origini indiane è stato arrestato nel teramano per violenza sessuale su una bambina di 10 anni. L’episodio – secondo quanto si è appreso – sarebbe avvenuto nell’abitazione della bambina nei giorni di Natale 2009. Alle indagini ha collaborato la Curia di Teramo. A denunciare la violenza erano stati gli stessi genitori della bambina i quali avevano raccolto una confidenza della figlia. Dalle indagini dei carabinieri sarebbero emersi elementi tali da indurre la Procura della Repubblica a chiedere l’arresto che è stato ordinato dal Gip. Sull’episodio non sono emersi altri particolari. Il sacerdote esercita da 2-3 anni in una zona vicina al capoluogo; proprio oggi era tornato dall’India dove si era recato per visitare la madre malata. Secondo quanto si è appreso, sarebbe uno soltanto l’episodio di molestie sessuali nei confronti della bambina. Il sacerdote, pur dipendendo dal vescovo di Teramo per l’attività parrocchiale, fa capo al superiore del suo ordine religioso. L’arresto è stato seguito dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria presso la Procura che da alcuni mesi indagava dopo la denuncia dei genitori della piccola. Il canonico esercita la missione pastorale in una parrocchia vicina al capoluogo. Il vescovo di Teramo Michele Seccia, e’ pervaso da un senso di vergogna e di umiliazione ed esprime solidarieta’ per la sofferenza della famiglia interessata da questa triste vicenda. Monsignor Seccia, ospite della trasmissione televisiva Primaditutto di Teleponte, si e’ detto pronto ad incontrare i famigliari della bambina molestata. E mentre Mario Sechi parla di una vera e propria pesecuzione dei cristiani con l’intenzione di rendere impotente la chiesa, ciò che vediamo è una chiesa che annaspa, che si arrampica sugli specchi, mostrando tutta la sua attuale fragilità. Proprio perrchè crediamo che la più parte dei parroci sia gente proba e degna, all’avanguardia nella battaglia contro la pedofilia e la depravazione violenta, invitiamo la chiesa a una maggiore chiarezza, senza inutili tentativi di confondere le acque con atteggiamenti omofobici o controriformisti.
Carlo Di Stanislao
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