“Non vi manchi la fierezza di appartenere a un mondo di servitori dello Stato – ‘soggetti solo alla legge’, fedeli alla Costituzione – che in decenni di vita democratica ha espresso personalità di straordinaria tempra morale, sapienza giuridica, sensibilità umana e sociale, e dato contribuiti inestimabili alla tutela della legalità, dei diritti dei cittadini, delle regole di un ordinato e dinamico vivere civile. E’ un patrimonio che nessuna ombra, nessuna caduta, nessuna contestazione può cancellare o svilire: un patrimonio che voi siete chiamati a raccogliere e che potete salvaguardare e rinnovare se vi sorreggeranno, insieme con il senso della misura, anche lo slancio ideale e l’apertura culturale di cui oggi siete portatori”.
Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è rivolto oggi al Quirinale ai nuovi magistrati ordinari in tirocinio. “Dipende non poco da voi – ha aggiunto – aprire una nuova pagina, una nuova stagione nelle travagliate vicende della giustizia in Italia”.
Il Capo dello Stato nel suo intervento si è soffermato sui rapporti tra politica e giustizia, richiamando la necessità di “stemperare le esasperazioni e le contrapposizioni polemiche”. “Rimango convinto, come ho avuto modo di dire più volte, che la politica e la giustizia non possono e non debbono percepirsi come ‘mondi ostili guidati dal reciproco sospetto’. Deve prevalere in tutti il senso della misura, del rispetto e, infine, della comune responsabilità istituzionale, nella consapevolezza di essere chiamati solidalmente a prestare un servizio efficiente, a garantire un diritto fondamentale ai cittadini”.
Il Capo dello Stato ha anche fatto riferimento alla risoluzione che sta per essere definita dal plenum del CSM: “I valori costituzionali dell’autonomia e indipendenza si difendono tutelando i magistrati dai comportamenti che creano nei loro confronti un clima di ingiusta delegittimazione, ma anche adottando risoluzioni consapevoli”.
“Quella del magistrato – ha sottolineato il Presidente Napolitano – è una funzione che esige equilibrio, serenità e sobrietà di comportamenti. Il suo unico fine è quello di applicare e far rispettare le leggi attraverso un esercizio della giurisdizione che coniughi il rigore con la scrupolosa osservanza delle garanzie previste per i cittadini”.
Il Capo dello Stato ha anche richiamato la necessità a “non cedere a ‘esposizioni mediatiche’ o a indulgere ad atteggiamenti impropriamente protagonistici e personalistici che possono offuscare e mettere in discussione la imparzialità dei singoli magistrati”.
“La fiducia che i cittadini ripongono nella magistratura – ha rilevato il Presidente Napolitano – si nutre anche della percezione che essi hanno della indipendenza e imparzialità dei singoli magistrati nell’esercizio concreto delle loro funzioni”.
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