Ha preso il via il 2 maggio, la 58esima edizione del Trento FilmFestival, un’edizione che propone, 108 opere selezionate tra le 330 pervenute, diretta quest’anno da Maurizio Nichetti. Questo di Trento è il più antico e prestigioso Festival sul cinema di e sulla montagna e nell’edizione in corso sino al 9 maggio, alcune importanti anteprime, come “Nanga Parbat” di Messner e Vilsmaier in lingua italiana e “L’ultima salita” di Elisabetta Sgarbi, terzo documentario della sua trilogia sulla scultura sacra. Inoltre il documentario “Le rupi del vino”, di Ermanno Olmi, che filma la realtà, la storia, l’eccezionalità ed i valori immateriali dei vigneti terrazzati del versante Retico della Valtellina. Sempre fra gli “eventi speciali”, Camuni di Bruno Bozzetto e Con la furia di un ragazzo di Franco Giraldi. Il primo è un piccolo gioiello, un cortometraggio a metà tra animazione e fiction ‘dedicato’ al rapporto tra gli uomini e le donne, che in nulla è cambiato dall’Età del ferro ad oggi. Quello di Girardi è invece un documentario che ripercorre i momenti salienti della vita di Bruno Trentin, dagli anni giovanili alle imprese partigiane. Trentotto le opere della sezione Concorso internazionale che si contenderanno i palmarès del TrentoFilmfestival: il Gran Premio Città di Trento – Genziana d’Oro, valutate dalla Giuria internazionale che quest’anno è composta dal regista Maurizio Zaccaro, dai documentaristi Lena Paasanen, Michele Radici, René Vernadet (anche fotografo), dall’alpinista Alan Formanek. Molto atteso regista “Schlafes Bruder” di Joseph Vilsmaier – vincitore nel 1996 al TrentoFilmfestival – film tratto dal romanzo best seller dello scrittore Robert Schneider “Le voci del mondo”, realizzato in collaborazione con l’alpinista Reinhold Messner. Il film racconta la tragica spedizione in Pakistan del 1970 sulla nona montagna più alta della terra, dove il fratello di Messner, Günther, venne travolto da una valanga al termine di un’avventurosa discesa dall’inesplorato versante Diamir. Reinhold lo cercò, senza successo, e alla fine scese da solo, ricomparendo al campo base dopo sei giorni con gravi congelamenti ai piedi per cui dovette subire l’amputazione di sei dita. Nel 2005, quando il corpo fu trovato a 4.300 metri di quota, ai piedi della parete Diamir, si scrisse la parola fine sulle accuse rivolte a Reinhold Messner da alcuni compagni di spedizione, di aver abbandonato il fratello in difficoltà. Inoltre il 3D farà il suo esordio al TrentoFilmfestival grazie al film “Oceani” del regista Jean Jacques Mantello: viaggio di una tartaruga marina, che trascina lo spettatore in una favolosa odissea sottomarina alla scoperta di un mondo magico in pericolo, popolato da creature affascinanti, divertenti a volte inquietanti. Altro grande atteso “Jagdzeit”, per la regia di Angela Graas, che racconta le storie personali di un equipaggio multietnico, la loro quotidianità a bordo della nave, i loro problemi, la paura del fallimento, la nostalgia di casa. Nelle acque del mare Antartico combattono la loro battaglia i 37 attivisti di Greenpeace che, a bordo della nave Esperanza, cercano con ogni mezzo di interporsi come un vero scudo umano tra le balene e gli arpioni delle baleniere giapponesi. Vera chicca è stata la proiezione (il 3 maggio) del film muto “Maciste sulle Dolomiti”, con Batolomeo Pagano, diretto dada Guido Brignone e datato 1926.
Carlo Di Stanislao
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