Il ddl anticorruzione di iniziativa del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e’ arrivato al Senato. L’assegnazione, anticipa il presidente della commissione Giustizia di palazzo Madama Filippo Berselli, è alla prima e seconda commissione del Senato. Fra le misure più significative, quella che prevedrebbe l’ineleggibilità’ alle cariche elettive di chi sia stato condannato in via definitiva per corruzione e reati contro la Pubblica amministrazione come concussione e peculato. L’intreccio tra politica ed affari comporta un gravissimo danno per il paese e come al solito a farne le spese sono i cittadini onesti. Questo Berlusconi ed i suoi lo sanno e per questo cercano ogni mezzo per far approvare in fretta il ddl anti-corruzione.”Le Istituzioni devono essere esempio di legalità, serietà, efficienza e trasparenza. Dobbiamo essere esempio per tutti”. Per queste ragioni il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha inviato una lettera ai presidenti delle Commissioni competenti “perchè si acceleri l’iter di esame del ddl anti-corruzione”. Intervenendo in Aula per un’iniziativa con gli studenti di alcune scuole sul tema dei diritti umani, Schifani spiega che si tratta di una “mia decisione personale e politica. Lo considero un atto dovuto a tutti voi ragazzi e agli italiani”, che “hanno il diritto ad una politica chiara, onesta, etica”. Dopo lo scoppio dell’affare Scajola e le dimissioni dello stesso e dopo che anche Dennis Verdini risulta indagato, a Roma, per corruzione, il Pdl ha bisogno di mostrarsi saldo e morale e di farlo molto rapidamente. Secondo Sandro Bondi c’è “qualcosa di poco chiaro e di allarmante in questa nuova ondata di inchieste a carico di esponenti del nostro movimento politico”, mentre per Silvio Berlusconi “c’è una congiura contro il Pdl”. Intanto, Fini prende le distanze e intervistato da Sky, dichiara: “Non c’è nessuna congiura o accanimento dei giudici contro il governo, è un dovere di tutti tutelare il valore della legalità. Acceleriamo sul ddl anticorruzione”. Questa volta non è il Presidente della Camera a rimanere nell’angolino visto che anche il leader della Lega Bossi, si smarca dalla linea “difensiva” dettata dal Cavaliere, dichiarando: “Congiura? I magistrati fanno il loro lavoro”. Così non resta che accellerare l’iter di un decreto che dimostri la ricerca di moralità all’interno del governo e del partito. Secondo alcuni osservatori potremmo essere alla vigilia di una nuova tangentopoli, secondo altri tangentopoli già è stata superata e doppiata, solo che a differenza dei primi anni novanta il paese si trova in una sorta di torpore che fa si che non ci sia un’indignazione civica. Tuttavia c’è sempre un remoto rischio di risveglio e, allora, meglio prepararsi per tempo, con procedimenti ad hoc da poter richiamare se accusati di “cricchismo” ed “affarismo” bieco ed individuale. Tuttavia alcuni dubbi ci sorgono, dal momento che le parole di Schifani (ed altri), giungono ad appena due giorni dal “no” del direttivo del gruppo parlamentare del Pdl alla Camera alla proposta, avanzata dai finiani, di concedere una corsia preferenziale al ddl anti-corruzione. E però, spiega lo stesso Schifani (per anno espressione diretta e mediatica del Berlusconi-pensiero), la sua decisione non va letta come un aver ceduto alle pressioni dell’ala dei fedelissimi dell’ex leader di An. “Si è trattato di una scelta autonoma in sintonia con quello che chiede l’opinione pubblica” . Ad applaudire l’iniziativa di Schifani è stato il neo-dimissionario (o epurato, come dice lui stesso) Italo Bocchino: “Si tratta di un importante segnale da offrire all’opinione pubblica, lanciato da Generazione Italia e da Fini e diventato patrimonio di tutti dopo l’invito di Schifani. È questo il ruolo di minoranza che vogliamo esercitare, stimolando il Pdl a fare meglio e a non lasciare il tema della legalità alla Lega”. Pace fatta allora nel Pdl per la più alta salvaguardia del Paese? Vedremo.
Carlo Di Stanislao
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