Intervenendo alla cerimonia per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, Napolitano ha condannato prospettive di “una nuova frammentazione dello Stato nazionale, attraverso secessioni o separazioni comunque concepite”. “Un autentico salto nel buio”, secondo il presidente della Repubblica, che ha invitato a una “rinnovata e salda unità che è la sola garanzia per il nostro comune futuro”. Poi, da vero meridionale, un attacco ad un certo tipo di Sud. Basta “reticenze e silenzi su quel che va corretto, anche profondamente, qui nel Mezzogiorno, sia nella gestione dei poteri regionali e locali e nel funzionamento delle amministrazioni pubbliche, sia negli atteggiamenti nel settore privato, sia nei comportamenti collettivi”. Si tratta di “correzioni essenziali” di cui non si può fare a meno. Il futuro del Paese passa attraverso un Nord responsabile e un Sud capace di fare autocritica. Anche la ricorrenza dell’unificazione del Paese è un’occasione per dare prova di buona volontà e per mettere da parte pregiudizi infondati. “Si può considerare solo penoso – avverte Napolitano – che da qualunque parte, nel Sud o nel Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell’Unità, negando il salto di qualità che l’Italia tutta, unendosi, fece verso l’ingresso a vele spiegate nell’Europa moderna”. Intanto il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che oggi ha salutato Napolitano in un incontro in prefettura a Trapani senza però partecipare personalmente ad alcuna delle quattro iniziative per i 150 anni dell’unità, ha volto puntualizzare che “l’unità deve camminare di pari passo con l’autonomia”. Autonomia “da realizzarsi al 99 per cento e che fu inventata per bilanciare gli effetti negativi dell’unità”. Torna quindi, il Presidente, pur non facendo riferimenti diretti, con tutta evidenza a contestare le posizioni, da sempre sostenute e negli ultimi tempi rilanciate, della Lega Nord di Umberto Bossi. l 5 maggio, all’avvio delle celebrazioni per l’unità con la cerimonia a Quarto, Napolitano aveva rimandato al mittente (sempre il Carroccio) le critiche arrivate ai festeggiamenti per il centocinquantenario della nostra unità, definiti retorici e troppo costosi. Oggi, qui a Marsala, ha puntato il suo discorso sull’unità del Paese e sull’importanza del processo di unificazione che ha avuto il nostro Mezzogiorno senza il quale – su questo non ha avuto dubbi a Napolitano – il Paese intero non avrebbe conosciuto lo sviluppo che gli è stato proprio. “Si può considerare solo penoso che da qualunque parte, nel Sud o nel Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell’Unità, negando il salto di qualità che l’Italia tutta, unendosi, fece verso l’ingresso a vele spiegate nell’Europa moderna”, ha detto il presidente della Repubblica nel discorso di Marsala. Un discorso, molto applaudito, sottolineato dal consenso nei passaggi in cui ha riaffermato l’importanza della coesione nazionale, il ruolo “non passivo, ma da protagonista” della Sicilia nel moto unitario, e anche quando ha affermato che il contributo del Mezzogiorno e “storicamente indiscutibile”. Insomma, il Capo dello Stato non nega che sia “legittimo muovere in modo argomentato e costruttivo critiche agli indirizzi della politica nazionale per scarsa sensibilità e aderenza ai bisogni della Sicilia e del Mezzogiorno”; ma questo non può essere un alibi per il Sud, per non vedere le proprie responsabilità. E le stesse critiche alla politica nazionale “non possono essere accompagnate da reticenze e silenzi su quel che va corretto nel Mezzogiorno. “Si tratta di far applicare “correzioni essenziali – ha concluso Napolitano – anche la fine di debellare la piaga mortale della criminalità organizzata”. E in relazione ai suoi richiami, il Presidente Leghista del Veneto Zaia ha dichiarato: “”Il presidente Napolitano è il garante, il guardiano della Costituzione. Sa benissimo che da parte nostra non c’è questo pericolo, il movimento federalista è un movimento centripeto non è centrifugo”. Invece Guido Borghesio ha replicato: “Al Presidente (che tutta la Lega, me compreso, stima sinceramente) la cui cultura giuridica e storica è fuori discussione, mi permetto di ricordare: il diritto all’autodeterminazione dei popoli è riconosciuto da tutte le Carte internazionali; i primi a parlare di Nord libero furono alcuni fra i più puri protagonisti della Resistenza.” Rincara l’eurodeputato della Lega Nord Francesco Speroni, che ha dichiarato a Repubblica: “La secessione non è un salto nel buio. Basta vedere chi l’ha già fatta: la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Lettonia, l’Estonia e la Lituania. Tutti Paesi che sono saltati… nell’Unione europea, proprio quella che piace tanto a Napolitano” ed aggiunto: “Non si può definire un salto nel buio la secessione”.
Carlo Di Stanislao
Lascia un commento