Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) (o Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD) è l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento. La diagnosi di PTSD necessita che i sintomi siano sempre conseguenza di un evento critico, ma l’aver vissuto un’esperienza critica di per sè non genera automaticamente un disturbo post-traumatico (la prevalenza lifetime nella popolazione generale è infatti di circa il 6,8%, con una variabilità dovuta al tipo di evento, al significato soggettivo che esso assume, ed al diverso equilibrio dei fattori psicosociali di tipo protettivo o di rischio.Questo disturbo rappresenta dunque la possibile risposta di un soggetto ad un evento critico abnorme (terremoti, incendi, nubifragi, incidenti stradali, abusi sessuali, atti di violenza subiti o di cui si è stati testimoni, attentati, azioni belliche, etc.), e in molti casi può essere adeguatamente affrontato in sede clinica attraverso trattamenti psicoterapeutic specifici, diretti sia alla vittima sia (in funzione di supporto, quando necessario e possibile) alla sua famiglia. Quando necessario, la psicoterapia psicotraumatologica può eventualmente essere coadiuvata da una specifica terapia farmacologica. È importante ricordare che la maggior parte delle persone, anche se vive eventi potenzialmente traumatici, subisce solo delle reazioni emotive transitorie (“reazioni normali ad eventi anormali”) che, seppur dolorose, raramente si trasformano in un vero e proprio PTSD strutturato. Si valuta che la prevalenza lifetime del PTSD in una popolazione normale sia del 7,8%. Lo stress traumatico genera sovente, dopo alcuni mesi, conversioni somatiche che si appalesano con disturbi, funzionali prima ed organici poi, in vari organi e apparati: gastrite, colonpatia funzionale, ipetensione, tachiaritmie, cefalee, vertigini, ecc. Sono anche descritte converrsini cutanee con comparsa o aggravamento di varie dermopatie como orticaria, psoriasi, dermatite atopica, acne polimorfa o insorgenza di forme acute come vitiligine e alopecia areata anche decalcante o totale. Dal gennaio 2010, in quattro mesi di osservazione e siu un totale di 6.000 pazienti, abbiamo riscontrato tali conversioni somatiche sul 68% dei casi afferiti, a fronte di una incidenza media del 45-50% di somatizzazione nella popolazione generale. I nostri dati suggeriscono che l’evento sismico ha generato una frequenza di conversione post-traumatica suiperriore a quella attesa (7-8%) e pari al 15-20% della popolazione con espressioni cutanee. E’ nostra intenzione, attraverso collaborazioni plrispecialistiche, indagare sui meccanismi immunitari (citochine) ed endocrinologiche (GH, ACTH, testosterone, progesterone) che ne potrebbero spiegare la genesi, al fine di elaborare più rapide ed efficaci strategie terapeutiche. In tutti i casi, comunque, è necessario un supporto psicologico e, talvolta, una adeguata psicoterapia. Questo, soprattutto, in condizioni a forte impatto estetico (vitiligine, acne, rosacea, psoriasi o eczema diffuso) o in quei soggetti in cui si siano associati sensi di colpa, che sono spesso esagerati ed incongruenti con il reale svolgimento dei fatti e delle responsabilità oggettive (sono detti anche complessi di colpa del sopravvissuto) o con forme medio-gravi di depressione e/o ansia generalizzata. E’ quindi importante il ruolo del dermatologo per individuare le forme più severe, attraverso un esame generale ed un colloquio aperto con il paziente, al fine di riferirsi ad un professionista specializzato, psicoterapeuta e/o psichiatra, per affrontare il disturbo il prima possibile, perché con un adeguato trattamento è possibile risolverne la sintomatologia o mitigarla in maniera significativa.
Carlo Di Stanislao
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