Il 16 maggio si è chiuso il VII Congresso nazionale di Slow food Italia che ha riunito ad Abano Terme (Pd) 622 delegati provenienti da 300 Condotte (le realtà locali di Slow Food) in tutta Italia. Tre giorni di interventi che hanno raccontato uno spaccato dell’Italia che si impegna per la salvaguardia e la promozione del cibo buono, pulito e giusto.
I delegati hanno votato alcune modifiche significative dello Statuto nazionale che vanno verso una maggiore rappresentatività dell’associazione sul territorio, attribuendo più responsabilità ai Comitati di Condotta e alle Assemblee regionali, consentendo una più ampia condivisione delle scelte a livello locale.
E’ stato, inoltre, nominato il Consiglio nazionale (organo direttivo) composto da 53 consiglieri indicati dai Congressi regionali che si sono svolti nei mesi scorsi lungo tutta la Penisola. Roberto Burdese è stato riconfermato presidente. Silvio Barbero, tra i fondatori di Arcigola, ha passato il testimone a Daniele Buttignol, nuovo segretario nazionale di Slow Food Italia, assumendo la carica di vice presidente.
“Slow Food attribuisce molta importanza al territorio, con i Presìdi, le Condotte e tutti i nostri progetti, ha sottolineato Burdese durante l’intervento conclusivo, ma senza cadere nel localismo. Non corriamo questo rischio perché ogni singolo gruppo locale fa parte di una rete nazionale e internazionale di Condotte e comunità di Terra Madre con cui condivide obiettivi e battaglie. Sugli Ogm, rilancia Burdese, è necessario intervenire affinché non entrino più nell’intera filiera alimentare. Non è semplice, ma possiamo essere incisivi grazie alla costruzione di alleanze sia a livello nazionale come Slow Food Italia che per ogni Condotta”.
Il Consiglio di Abano rappresenta l’essenza del rinnovamento che l’associazione sta vivendo in questi anni. I nuovi consiglieri sono 30 su 53, l’età media è di 49 anni, 14 sono le donne. Nel Consiglio è rappresentato l’ampio ventaglio di soggetti che fanno parte dell’associazione: co-produttori, ricercatori universitari e insegnanti, studenti, produttori, artigiani e chef.
Infine i delegati hanno approvato il Manifesto per l’educazione. Un documento frutto di un lungo lavoro collettivo che ha fornito la cornice teorica alle attività didattiche e formative (Orti in Condotta, Laboratori del Gusto, Master of Food, ecc…) che Slow Food ha svolto praticamente in questi 24 anni di attività. Il Manifesto ribadisce il piacere di riappropriarsi dei propri sensi attraverso esperienze concrete, incoraggiando lo scambio e il dialogo tra i membri della comunità.
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