Craig Venter, lo scienziato che ha “sfidato” il Progetto genoma nella corsa al sequenziamento del nostro Dna, è arrivato per primo, con il suo gruppo dell’Università di California, a “costruire” la prima cellula artificiale: un microplasma con un solo cromosoma di un milione di basi, interamente sintetico, costruita con quattro bottiglie di composti chimici, su un sintetizzatore a partire da informazioni eleborate al computer. Il primo passo, nel 2007, era stato la costruzione di un Dna sintetico; quindi nel 2009 sempre il gruppo di Venter aveva eseguito con successo il primo trapianto di genoma da un batterio a un altro. Adesso è ancora lo stesso gruppo, coordinato da Daniel Gibson, ad aver combinato i due risultati e aver assemblato la prima cellula sintetica. Gli scienziati puntano adesso a “disegnare” alghe salva-ambiente in grado di catturare anidride carbonica e stanno lavorando a nuovi metodi per velocizzare la produzione di vaccini. Secondo Venter, le potenzialità d’applicazione dei risultati ottenuti sono enormi.
Si potrebbero ottenere nuove sostanze chimiche, ingredienti alimentari, strumenti per la pulizia delle acque. La cellula artificiale, sottolinea, “è uno strumento davvero potente per provare a far fare alla biologia quello che vogliamo”.
In termini di rapporto dell’uomo con la natura – commenta l’autorevole settimanale britannico Economist – potrebbe essere per il XXI secolo quello che la bomba atomica è stata per il XX. Nel breve periodo si può già immaginare che la biologia sintetica contribuirà a produrre medicinali migliori, raccolti più consistenti e carburanti meno inquinanti.
Nel lungo periodo, i limiti saranno la fantasia e l’etica.
Ci vorrà molto tempo prima che si arrivi a progettare della forme di vita su un computer portatile ma, scrive l’Economist, è inevitabile che prima o poi succeda. Per due motivi: la straordinaria rapidità, e il calo dei costi nell’analizzare le sequenze di Dna e nell’ottenere Dna sintetico.
Carlo Di Stanislao
Lascia un commento