Sulla questione tassa a Roma, infuria la polemica, anche dentro al Pdl, con solo Alemanno e il suo vice, che difendono l’idea di far pagare i visitatori o di imporre un extra sugli arrivi e le partenza da Fiumicino. Il ministro del turismo Michela Brambilla, paladina della libertà e grande sostenitrice di Silvio Berlusconi, boccia senza appello la tassa, idea allo studio per compensare i soldi del fondo per Roma Capitale tagliati dalla manovra finanziaria. “Il sindaco Alemanno trovi altre risorse razionalizzando e riducendo gli sprechi”, ha detto oggi e ha continuato, come scrive il Corriere della Sera, affermando che la tassa “colpirebbe solo alcuni” e costituirebbe un precedente per altre città, creando un serio danno al turismo proprio in un momento in cui c’è una ripresa del settore”. La ministro a concluso la sua dichiarazione, auspicando si possano reperire le risorse necessarie previste dalla finanziaria, operando importanti razionalizzazioni interne e riduzioni degli sprechi, in linea con quanto realizzato dal ministro Tremonti, senza pensare di intervenire sul turismo che rappresenta il nostro “asset” più strategico, in grado di garantire ossigeno all’economia. Inoltre, intervenendo al “Question Time”, sempre oggi alla Camera, ha dichiarato, rispondendo a un’interrogazione sulla destagionalizzazione del turismo, che il Governo ha messo a disposizione del comparto, 118 milioni di euro “destinati a finanziare progetti di eccellenza predisposti sia da soggetti pubblici che provati”. Come dire il Governo ha fatto la sua parte, ora giochino le loro carte gli amministratori locali. “Quanto all’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, egli sostiene che la manovra del Governo è “una stangata della Lega e di Tremonti sulla Capitale”, con in più misure che “non mantengono l’impegno a un contributo finanziario e richiedono pesanti aumenti delle tasse per i romani, le famiglie, le imprese”. “Lo stesso, sulla base di queste norme, si accinge a fare la giunta Polverini per la sanità – prosegue Rutelli – violando completamente gli impegni presi poche settimane fa in campagna elettorale”. Secondo il leader di Alleanza per l’Italia, “è folle, poi, la tassa di soggiorno per la sola Capitale: mi opposi alla sua introduzione quando ero al governo, e veniva richiesta dalle maggiori città d’arte”. “A maggior ragione, oggi – conclude Rutelli – sarebbe un harakiri per Roma poichè renderebbe ancora meno competitivo il turismo nella Città Eterna”. Preoccupazione esprimono, poi, gli albergatori e anche le associazioni di consumatori, con Carlo Rienzi, presidente della Codacons, che scrive: “Prima di introdurre qualsiasi tassa a carico dei turisti, andrebbe migliorata la città sotto diversi fronti, rendendola più pulita, sicura, accogliente e vivibile. Solo dopo aver risolto le tante criticità della capitale si potrà pensare ad una eventuale tassa a carico dei visitatori”.
Carlo Di Stanislao
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