sei certa di conoscere bene questa legge che la potente lobby dei giornalisti definisce bavaglio? Ti sei chiesta chi finanzia Avaaz? Conosci l’orientamento politico di Avaaz? Sei consapevole che l’informazione sia cartacea che televisiva è un business quanto mai lucroso fortemente politicizzato se non anche a volte corrotto? Hai riflettuto che detto business si nutre di scandali, ci sguazza perché così vende, e che senza scandali specie pruriginosi non sanno come riempire gli esorbitanti spazi cartacei e televisivi su i quali lucrano? Ti sei mai chiesta in che cosa consista la libertà d’espressione?
Che ho scritto a fare tanti libri sulla libertà d’espressione se scopro che troppa gente ( compresa mia nipote) crede che questa libertà sia patrimonio esclusivo del giornalismo?, quando invece il giornalismo avrebbe il dovere d’essere il buttafuori della voce dei cittadini? Non hai mai riflettuto che chi ha qualche cosa di serio da comunicare non trova spazio, che è di fatto imbavagliato, mentre basta uccidere qualcuno o fare qualche cosa di moralmente molto scabroso per guadagnarsi larghi e insistiti spazi mediatici? Non tocchi con mano quotidianamente il cinismo dell’Informazione che elargisce la tanto appetita notorietà perché lucrosa, alle aberrazioni, alla violenza appunto, a ogni forma disdicevole o crudele mentre non offre alcuna possibilità di raggiungere il grosso pubblico a chi (come me) ha sacrificato tutta la sua vita e continua a sacrificarla per un Progetto di Pace rimettendoci oltre tutto e massivamente di tasca sua? E che da tutto questo risultano stravolti totalmente i tanto menzionati valori perché è la notorietà che oggi è sinonimo di successo non importa se nel bene o nel male (di solito è privilegiato il male perché è più intrigante e agevole da gestire, fa più colpo, in concorrenza solo con l’effimero ).
La libertà d’espressione non dovrebbe essere attribuita in esclusiva ai giornalisti ma a chiunque avesse qualche cosa da dire e proporre, o almeno farsi tramite di costoro e perfino consistere sopratutto nella ricerca delle idee, dei progetti, e di tutto quanto miri alla difesa dei più deboli. Si astengano i media dal mettere alla gogna con micidiale disinvoltura chicchessia senza certezze di sorta o per strumentalismo politico persecutorio o, come in questo caso, per difendere i propri interessi. Del resto non mi risulta che “mani pulite” abbia scoperchiato il pentolone della corruzione, quale stile di vita politica, ricorrendo alle intercettazioni (e quanti lutti non ha causato…).
Per cambiare gli stili di vita ci vuole ben altro, è necessario un coinvolgimento generale, una rivoluzione culturale al di fuori delle fossili passioni politiche che io considero di pertinenza della pura etologia umana, e uno spazio privilegiato per i Giornalisti di Pace, categoria ancora non riconosciuta, l’unica in grado di consegnare all’umanità il potere di pilotare il suo destino di Specie e non più di subirlo passivamente, sterilmente combattendosi l’un l’altro.
Perciò me ne guardo bene dal firmare contro questa legge, almeno finché non ne avrò preso dettagliatamente conoscenza.
Ciao ( se tu fossi obiettiva questa lettera dovresti farla girare, visto che credi nella libertà d’espressione.). Io mi limiterò a pubblicarla nella mia minirubrica “pulviscolo atmosferico” del sito www.improntalaquila.org.
Gloria Capuano
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