A Roma, ieri 27 maggio, inaugurate due grandi strutture museali dedicate all’arte contemporanea: Maxxi e Macro, progettate dalle archistar Zaha Hadid, irachena, e Odile Decq, francese. La prima “mamma” del Maxxi vive a Londra, con un occhio all’architettura americana, mentra la seconda, creatrice di “Macro”, è attenta alle tendenze ‘dinamiche’ dell’architettura europea. Le due archistar sono state le protagoniste della lunga giornata inaugurali, sollecite e disponbili a rispondere alle domande della stampa e a posare davanti ai flash dei fotografi. Con due feste in un sola notte, tanto di mondanità e volti eccellenti si è celebrata, quindi, la consacrazione di Roma come capitale del contemporaneo. Tra gli invitati il direttore della Maisonde l’Architecture Francis Rambert, Marie Laure Bernardac curatrice d’arte contemporanea al Louvre, Chantal Beret curatrice della collezione del Centre Pompidou, Susanne Pagè direttore Fondazione Louis Vuitton, nonché l’ambasciatore di Francia De La Saliere, Eric De Chassey, ma anche l’attore Massimo Ghini che ha optato con la moglie Paola per il Macro e non ha voluto fare gossip su chi aveva preferito un’inaugurazione e l’altra “visto che fatichiamo da pazzi per guadagnare spazi come questi e allora nel momento in cui arrivano godiamoceli con gioia”. La Hadid, esponente del decostruttivismo, ha vinto la gara per il Maxxi nel 2001 e nel frattempo ha arricchito il suo curriculum con la vittoria del Premio Pritzker nel 2004, prima donna a vincerlo. Inoltre, nel 2002 vince la competizione internazionale per disegnare il masterplan dei Singapore one-north e nel 2005 il suo progetto vince la gara per il nuovo Casinò della città di Basilea in Svizzera. Tra i progetti di Hadid in corso in Italia ci sono quello del porto di Salerno, il Museo Betile di Cagliari, il Masterplan e la Torre di Milano Fiera e il Rhegium Waterfront di Reggio Calabria. Diversa l’esperienza della francese Decq, che studia a Parigi con Philippe Boudon e che nel 1980 si associa con Benoit Cornette creando insieme a lui lo studio ODBC dalle loro iniziali. Nel 1996 lo studio viene premiato con un Leone d’Oro alla Biennale d’Architettura di Venezia. Cornette muore nel 1998 in un incidente d’auto in cui la stessa Decq è coinvolta. L’archistar francese è membro dell’Accademia di architettura francese dal 1997, commendatrice dell’ordine delle Arti e delle Lettere dal 2001, cavaliere della Legion d’Onore dal 2003. Nell’agosto del 2007 è nominata direttrice della Scuola Speciale di Architettura. Il Maxxi, Museo di Arte Contemporanea, con le sue incredibili curve e piani a scalare, con le opere d’arte, con sculture, installazioni e video, con un buffo scheletro pinocchiesco lungo 24 metri dello scomparso De Dominicis a far da anfitrione, ha spazi che sembrano un aeroporto. Il Macro (Museo di Arte Contemporanea), è situato in via Reggo Emilia (ma si entra da via Nizza), nelle ex sede della Peroni e raccoglie opere di artisti italiani di fama internazionale, che vanno dagli anni sessanta ad oggi, accanto ad opere di protagonisti delle ultime generazioni. La facciata è rigida con alte vetrate nere che irrompono tra i palazzi della Roma di fine Ottocento. La nuova ala della Decq, vuole accogliere e abbracciare il pubblico e integrarsi con la città che la ospita. Il progetto costato 20 milioni di euro e nove anni di lavori è complesso, non complicato, come sottolinea la sessa Deqc. “Costruire un edificio è sempre un’avventura, ma costruire un museo a Roma è l’Avventura”, ha spiegato l’architetta francese. – La “Road to contemporary art”, cioè la Fiera di arte contemporanea allestita negli spazi del Macro Future di Testaccio, con ben 67 gallerie nazionali e internazionali che espongono le loro migliori opere, offre un percorso artistico anche fuori della Fiera. Tra le tappe da non perdere “Cose mai viste” al complesso di Santo Spirito in Sassia, cinque collezioni private tra le più importanti in Italia: Berlingieri, Dalle Nogare, Di Maggio, La Gaia, Morra Greco.
Carlo Di Stanislao
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