Signore e signori, poiché abbiamo scoperto centinaia di pianeti alieni che potrebbero essere abitati da intelligenze extraterrestri nella Galassia (in attesa di un vero protocollo di emergenza inter-nazionale condiviso) preparatevi ad evacuare la Terra. A bordo di navette shuttle che dovrete costruirvi voi stessi in famiglia, nelle vostre case e imprese, perché se sperate nello stato e negli organismi mondiali, subirete le conseguenze dell’imminente invasione aliena.E i Visitatori non scherzano affatto come il sottoscritto. Potrebbe accadere davvero, all’improvviso di buon mattino (“Visitors” docet) visto che la probabilità di un’invasione ET (così come quella di essere colpiti da una cometa e da un asteroide o di finire uccisi in un incidente aereo) è infinitamente maggiore della previsione probabilistica quotidiana di un terremoto altamente distruttivo sotto una città capoluogo di Regione come L’Aquila! Avete capito benissimo. Nella realtà quantistica in cui viviamo, le probabilità sono importanti come le parole: lo sanno i giocatori dei vari “gratta e perdi”. Sette scienziati della Terra finiscono indagati in Italia nell’Anno Domini 2010 per omicidio colposo. Non avrebbero “previsto” il terremoto di magnitudo momento 6.3 di L’Aquila e, soprattutto, non avrebbero “dato” alle Autorità politiche (sommamente responsabili di fronte al popolo sovrano) i numeri giusti delle probabilità di accadimento di un evento distruttivo. Gli scienziati non avrebbero allertato la popolazione, non avrebbero insomma dato il pre-allarme (?) per evacuare una città di oltre 50mila abitanti come L’Aquila. Non avrebbero, quindi, salvato 308 vite quella maledetta notte del 6 aprile 2009. Quando la politica dormiva sonni tranquilli in attesa dell’irreparabile, gli scienziati si sono scoperti colpevoli. Colpevoli di cosa? Contrariamente a quanto sostiene la letteratura scientifica mondiale sulla non-prevedibilità dei disastri geologici, ora dovremo evacuare milioni di persone al giorno in tutta l’Italia, al primo tremolio o scossone vulcanico. Indovinate voi stessi la magnitudo limite, perché non me la sento di sparare subito una cifra a caso imprecisa ed assurda. Ma così stanno le cose. E’ una rivoluzione copernicana del Diritto e della Scienza. Massimo rispetto per la Magistratura e per le tesi della Difesa, ci mancherebbe. Senza il Diritto saremmo ancora in mano ai giochi perversi della politica politicante più becera e caotica di Frodo e Frego in salsa italiota, come nei secoli passati al tempo dell’Inquisizione. Quando bastavano due o più testimoni per finire sul rogo, magari strozzati da una corda al collo prima di essere consumati dalle fiamme, se ci si pentiva in tempo ammettendo le accuse più incredibili estorte dal braccio secolare sotto tortura. Ma siamo nell’Italia del 21° Secolo, in uno stato di diritto dove i processi, anche quelli apparentemente più assurdi, si possono vincere, facendo perdere chi ci accusa. Grazie alla Legge fondata sui principi sacrosanti della Costituzione repubblicana del 1948 e grazie a Dio. Tuttavia, questa vicenda che vi stiamo per raccontare, passerà alla storia del Diritto e della Scienza. Il mondo ci osserva con molta attenzione, non solo la comunità scientifica internazionale. Mentre la politica italiana (in tema di sviluppo scientifico, energetico e tecnologico) sembra finita! Insomma, dove i politici hanno miseramente fallito tagliando i finanziamenti alla ricerca scientifica pubblica e privata, arriva il Diritto che, lo ricordiamo, vuole accertare la Verità tutta intera. Dunque, la si accerti e non si abbia timore di far fare la giusta bella figura ai responsabili politici del disastro aquilano e di quelle 308 morti. Ma non prendetevela con la Scienza. L’ipotesi di reato è omicidio colposo per sette scienziati – avete capito bene? – i quali, secondo l’accusa, avrebbero dovuto mettere in conto una scossa di enorme pericolosità per il giorno e la settimana successivi. Sarebbero dunque colpevoli di “negligenze fatali”. Avrebbero dovuto avvisare con più precisione (la politica capisce la precisione?) la popolazione aquilana, allontanando decine di migliaia di persone dalle case, alla giusta distanza per evitare tegole in testa. Quando il buon senso avrebbe dovuto consigliare a tutti l’acquisto immediato di una tenda familiare già nel dicembre 2008 su tutto il bacino aquilano, senza aspettare le cifre esatte degli scienziati e le decisioni politiche. Perché è il popolo sovrano a dover indirizzare chi di dovere senza attendere la fine! Detta così sembra proprio una barzelletta. Ma quando la sfiga degna di “Paranormal Activity” colpisce in maniera così dura, il giorno o una settimana dopo una riunione istituzionale piena di firme in calce ad atti pubblici, per una mancata previsione sismica, allora abbiamo ragione di credere che gli alieni cattivi dell’ultraverso esistano davvero. Potrebbe essere la dimostrazione scientifica del fatto che siamo in loro potere senza scampo! Ma i sismologi di tutto il mondo riuniti a Washington D.C., sono scoppiati a ridere alla notizia terribilmente seria. Quel 6 aprile 2009 in Abruzzo sono morte 308 persone: giustamente i familiari chiedono di sapere se i loro cari (molti giovani studenti perché non sono fuggiti?) potevano essere salvati. Se sono stati vittime di una tragica fatalità o se invece ci sono responsabilità da individuare e perseguire con tutta la forza del Diritto. Pretesa più che legittima. E difatti sono già state aperte inchieste a carico di chi è sospettato di non aver rispettato le norme nella costruzione di alcuni edifici sbriciolati come grissini dal sisma. E nel resto d’Italia? E i condoni edilizi? La Procura di L’Aquila ha il sacrosanto diritto e dovere di lavorare in santa pace per accertare la Verità che, abbiamo ragione di credere, illuminerà a giorno questo nostro Bel Paese in mano a Frodo e Frego, così sfortunata nazione dove i cervelli sono costretti a lavorare all’estero e non nei nostri laboratori pubblici e privati! Addio Pil! Potevano eminenti studiosi riuniti all’epoca nella Commissione grandi rischi, profetizzare e preconizzare quanto sarebbe successo di lì a qualche giorno? La questione assai controversa è delicatissima.
La scossa fatale era stata preceduta da una sequenza di fenomeni di minor entità durata mesi e non settimane. Ma è altrettanto vero che la comunità scientifica internazionale ha sempre negato che sia possibile sapere in anticipo se, dove e soprattutto quando si verificherà un terremoto distruttivo. Soprattutto le probabilità giornaliere e settimanali sono bassissime e non sarebbero utilizzabili per la previsione e per la Protezione civile. Sarà vero? E per la prevenzione civile cosa c’entrano gli scienziati? Non è forse colpa della politica? In galera dovrebbero finire molte altre persone.
E’ l’occasione per una rivoluzione copernicana della ricerca scientifica, con alcuni corollari importantissimi. Poiché gli studiosi sono arrivati a individuare alcune zone (tutta Italia, tutta la dorsale appenninica) nelle quali il rischio di eventi sismici è molto elevato ed altre dove addirittura si può affermare con certezza che prima o poi qualcosa di grosso succederà, che si fa? L’evacuazione generale della Penisola? Si va tutti in Sardegna, la piattaforma geologica più stabile in assoluto nel Mediterraneo? E qui non si scherza affatto. E’ ovvio. E’ impossibile evacuare decine di milioni di persone in pochissime ore e giorni e settimane e mesi. Quindi chiudiamo la “baracca” ed ogni più assurda considerazione. In caso di risveglio esplosivo del Vesuvio, un disastro per decine di migliaia di napoletani, l’Abruzzo ha il dovere di accogliere i “profughi”. Lo dimostrano le recenti esercitazioni di Protezione civile. Ma se poi in Abruzzo capita un altro concomitante disastro sismico nel Fucino, che facciamo? Nessuno può ritenersi al sicuro. Né a casa né all’aperto, questa è la verità. Perché il caos che ne deriverebbe nelle vie di comunicazione, sarebbe fatale per i soccorsi. C’è un limite, infatti, che gli scienziati conoscono molto bene. Anche per i soccorsi inter-nazionali. E che dire di Messina e Reggio Calabria? Città ad altissimo rischio sismico e di tsunami. Lo si è visto nel 1908 con gli oltre 120mila morti che attendono ancora giustizia. Se ricapitasse (non è escluso dalla Scienza) altro che omicidio colposo. L’imputazione sarebbe di genocidio volontario. Per chi? Allora, che fare? Via tutti dall’Italia, non c’è un minuto da perdere. Andiamo su Marte, geologicamente inattivo perché sulla Luna potremmo beccarci un sassolino in testa ciascuno senza preavviso! Via tutti. Sono da evacuare al più presto l’Irpinia, la Calabria, il Molise e il Friuli. Regioni che potrebbero essere spazzate via per un futuro terremoto. Via tutti dalle Marche, la costa è a rischio tsunami. Una rivoluzione copernicana anche per gli amici di Los Angeles, del Cile, della Tibet e del Giappone. Apprese le recenti “scoperte” italiane, sono corsi subito ai ripari. Perché rimanere vittime del Big One? Evacuazione generale, si salvi chi può! Tutti nel deserto del Gobi, a bordo di speciali Arche giganti della salvezza! E a chi naviga sugli oceani a rischio di terremoti subacquei e di onde anomale, che possiamo dire? Ma ve lo immaginate chi oggi è in crociera e legge su Internet questi scenari da fare invidia al kolossal “2012”? Tutti fuori dalle vostre case, dalle navi, dagli uffici, dalle montagne, dalle città! C’è un limite a tutto, come insegna il cattolico Galileo Galilei. Varcando quel limite, si rischia grosso. Perché uccidere la Verità equivale a eliminare se stessi. E’ una cosa già successa nella Storia. E poi accusano la Chiesa Apostolica Romana di aver perseguitato la Scienza moderna che Essa ha contribuito a fondare.
È ben consolidato nella comunità scientifica che i terremoti non si possono prevedere nel breve termine. Il risultato sarebbe quello che si produrrebbero tantissimi, centinaia di falsi allarmi come in Garfagnana. Ross Stein, geofisico del US Geological Survey con sede in California, ha detto:“Al nostro istituto abbiamo investito una valanga di denaro e controllato centinaia di tecniche messe a punto nel mondo scientifico ma purtroppo non siamo ancora riusciti a trovare la strada giusta”. C’è un documento nei cassetti degli atti pubblici sul sisma aquilano del 6 aprile 2009 che conferma questa tesi. È la Relazione conclusiva della Commissione internazionale degli scienziati, il famoso G20, che iniziò a lavorare a L’Aquila nel mese di maggio 2009, a circa un mese dal terremoto. Ne abbiamo parlato a lungo in questi mesi. Ne fanno parte venti eminenze grigie della sismologia provenienti dalle più prestigiose università del mondo. Nel documento finale si consiglia di informare il pubblico in caso di terremoti futuri, in modo non allarmistico, ma “con continuità, sulla base di informazioni probabilistiche”. La Commissione, si legge nel Report, “non ha identificato alcun metodo per la predizione deterministica a breve termine di forti terremoti”. E le analisi raccolte “prima dei grandi terremoti, compresa la scossa principale del 6 aprile 2009 all’Aquila, non mostrano alcuna evidenza convincente di precursori diagnostici”.
Sapete? E’ stata la Protezione civile italiana di Guido Bertolaso a dare mandato a quella Commissione internazionale di sismologi di studiare il caso. E questa Commissione è giunta alla stessa conclusione:“il terremoto di L’Aquila non si poteva prevedere”. Ma la politica poteva prevedere le 308 vittime del sisma sulla base dei rapporti scientifici dei nostri scienziati e della tenuta effettiva delle abitazioni aquilane. La politica, infatti, è in grado prevedere tutto, anche la prossima invasione aliena. Anche quante vittime ci sarebbero state a L’Aquila in caso di terremoto diurno quel 6 aprile 2009. Via libera, dunque, ai grandi esperimenti socio-psico-antropologici. L’Italia è un laboratorio a cielo aperto. Ne gioverà il Pil. Non chiedetemi se, quando, dove, come e perché l’Italia Campione del Mondo perderà il Mondiale di Calcio 2010 in Sudafrica.
Nicola Facciolini
Ben venga una magistratura che indaghi e faccia chiarezza. Ovviamente senza nessun linciaggio mediatico.
Personalmente, avendo vissuto il dramma direttamente, e non per averlo letto sui giornali, denuncio la mancanza di informazione!
A L’Aquila, non c’era un piano di emergenza. La popolazione non era avvisata su un minimo di precauzione da assumere(eppure lo sciame andava avanti da 4 mesi). Bastava che ci avessero detto cose banali del tipo:
– non lasciate le auto sotto i garage
– tenete a portata di mano un borsa con documenti, effetti personali
– munitevi di una torcia elettrica (alcuni amici avrebbero evitato di cadere dalla tromba delle scale, crollata…)
La commissione grandi rischi era stata sollecitata dal nostro sindaco (l’unica cosa buona che ha fatto dall’inizio del suo mandato)appena una settimana prima del 6 aprile; ma ricordo ancora che alcuni esperti non furono invitati al tavolo, anzi nei giorni seguenti seguirono polemiche con Giuliani che fu denunciato di procurato allarme.
Abbiamo scoperto, nei mesi successivi, che qualcosa in tutta la vicenda non è proprio “limpido”, per cui è giusto che si faccia chiarezza e, se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi!
La Scienza e gli Scienziati che non vengono eletti dal Popolo, cosa c’entrano??? I politici devono andare a casa, loro devono assumersi la responsabilita’ totale! Stop alla caccia alle streghe! Ci risiamo! Ma non capite?
Poi, i giornalisti delle principali testate regionali, che cosa hanno fatto? Nulla. C’era chi divulgava la scienza da anni in Abruzzo e che non ha mai avuto voce in capitolo! Mentre i politici ne facevano di tutti i colori. Facile prendersela con gli Scienziati. Nella Ricerca italiana pubblica la concorrenza e’ spietata. Non capite???