Manovra, a rischio un treno su due per i pendolari

Per Legambiente, la protesta delle Regioni contro i tagli per i treni pendolari contenuti nella manovra del Governo non solo è comprensibile, ma addirittura insufficiente a far comprendere l’effetto che le decurtazioni avrebbero per i cittadini italiani che ogni giorno prendono il treno per ragioni di lavoro o di studio. L’associazione ambientalista ha analizzato i numeri […]

Per Legambiente, la protesta delle Regioni contro i tagli per i treni pendolari contenuti nella manovra del Governo non solo è comprensibile, ma addirittura insufficiente a far comprendere l’effetto che le decurtazioni avrebbero per i cittadini italiani che ogni giorno prendono il treno per ragioni di lavoro o di studio. L’associazione ambientalista ha analizzato i numeri della manovra che riguardano i pendolari che viaggiano in treno, e questi dati sono semplicemente scioccanti: rispetto all’anno in corso, il taglio complessivo delle risorse per il servizio ferroviario è del 53%, quello a Trenitalia del 67%. Infatti, il taglio in materia di “Servizi ferroviari di interesse regionale e locale in concessione”, previsto all’allegato 1 della manovra, è pari a 1.223 milioni di euro per l’anno 2011, di cui 1.181 a Trenitalia e 42 agli altri concessionari. Se si considera che per questa voce del bilancio dello Stato, che garantisce i treni in circolazione nelle Regioni, la cifra nel 2010 era pari a 2.287 milioni di cui 1.748 milioni a Trenitalia e 539 agli altri concessionari, si comprende come quella che si profila è una vera e propria ecatombe del servizio ferroviario pendolare nel nostro Paese.

“Ma Tremonti e Matteoli hanno idea dell’effetto che la manovra provocherà a partire dal 2011 nelle città italiane? – chiede Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente. Il Governo deve spiegare ai due milioni e 700mila italiani che ogni giorno prendono i treni per motivi di lavoro o di studio quali soluzioni alternative hanno in mente per loro. Con meno di metà delle risorse rispetto a quest’anno come si può pensare di far funzionare il servizio?”.

Legambiente lancia un allarme rivolto a tutti i pendolari d’Italia per far sentire forte la protesta contro una decisione che determinerebbe degli effetti sociali e ambientali drammatici, perché meno treni significa più auto in circolazione, città più congestionate e inquinate, ancora più disagi per i pendolari che già troppi ne soffrono su treni spesso vecchi e affollati.

Inoltre, nella manovra questi tagli sono definiti con chiarezza per le singole voci per il 2011, ma è già previsto che continueranno per il 2012 e 2013. Per i pendolari è un’autentica beffa, perché a partire da quest’anno si dovevano cominciare a vedere i miglioramenti, tanto attesi nelle città e nelle Regioni italiane, che i nuovi Contratti di servizio con 6 anni di durata dovevano garantire. Ma con i tagli rischiano di essere cancellati tutti gli accordi già firmati. E Legambiente evidenzia come altri tagli siano spalmati su diverse voci che riguardano il servizio di Trasporto Pubblico Locale, per un totale di ulteriori 217 milioni di Euro, mentre nessuna risorsa è tolta ai finanziamenti della Legge Obiettivo. “Una scelta semplicemente assurda – aggiunge Zanchini -. Si cancellano i treni in circolazione nelle città mentre si continua a finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche nuove autostrade e strade. Non sono certo questi gli investimenti che servono a portare l’Italia fuori dalla crisi, tantomeno quando si tagliano i servizi essenziali”.

Il Governatore del Piemonte Cota si è detto rassicurato da Tremonti, che garantirebbe attenzione alle Regioni virtuose, invitandole a coprire gli eventuali buchi. Per Legambiente le “rassicurazioni” di Tremonti sono un modo di mischiare le carte: con questi numeri a disposizione semplicemente sarà impossibile, anche in Piemonte, garantire il servizio attuale, figuriamoci i miglioramenti che queste si sono impegnate a realizzare con i contratti di 6 anni firmati nel 2010 quasi ovunque con Trenitalia.

I contratti di servizio in vigore e i tagli del DDL dal 2011

Regione Importo CdS

2010 con Trenitalia

(Mln €)

Importo CdS

2011 con Trenitalia

secondo la manovra

(Mln €)

Abruzzo 57,3 18,54
Basilicata 27 8,73
Calabria 64 20,75
Campania 162,6 52,74
Emilia-Romagna 103,59 33,57
Lazio 266,1 86,32
Liguria 70,4 22,8
Lombardia 394,6 128,01
Marche 56 18,15
Molise 17,66 5,72
Piemonte 161,03 52,23
Puglia 60 19,45
Toscana 237,7 77,08
Umbria 27,01 8,73
Veneto 43,2 14
TOTALE 1.748,19 567,19

Fonte: Rapporto Pendolaria di Legambiente

Nella tabella è riportato l’ammontare del contratto di servizio per le Regioni italiane con Trenitalia nel 2010 e quelle a disposizione nel 2011 secondo la manovra del Governo. I tagli alle Regioni sono calcolati secondo i parametri di proporzionalità stabiliti con la Legge di trasferimento dei poteri in materia di trasporto ferroviario alle Regioni (la cosiddetta Legge Bassanini, la Legge 59 del 1997).

Gli stanziamenti aggiuntivi delle Regioni per il Contratto di servizio

Regione Stanziamenti per il servizio

(Mln Euro)

Stanziamenti per il materiale rotabile

(Mln Euro)

Abruzzo 1,5 0
Basilicata 0 0,8
Calabria 0 6,0
Campania 30,6 201,8
Emilia Romagna 19,2 26,0
Lazio 1,9 29,0
Liguria 5,1 2,6
Lombardia 54,6 90,0
Marche 1,6 8,4
Molise 0,005 0
Piemonte 18,3 37,2
Puglia 1,5 10,8
Toscana 37,7 5,0
Umbria 0 3,0
Veneto 3,8 4,2

Fonte: Rapporto Pendolaria di Legambiente

Nella tabella sono indicate le cifre che le Regioni hanno stanziato come risorse aggiuntive rispetto al Contratto di Servizio 2010. Come è evidente nessun intervento da parte delle Regioni potrà recuperare i tagli. Non è quindi un caso che le Regioni abbiano definito in maniera unanime il Decreto “incostituzionale perché vengono tolti i soldi ma non le funzioni e questo contraddice quanto disposto dalla Corte Costituzionale”.

Una risposta a “Manovra, a rischio un treno su due per i pendolari”

  1. melandroweb ha detto:

    Così Matera non vedrà mai arrivare il treno.

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