Le famiglie degli Inquilini e degli Assegnatari rilanciano la richiesta di “CASE ANTISISMICHE E SICURE”, e chiedono con forza al Consiglio Regionale e alla Protezione Civile di mettere in campo un “piano di intervento” per realizzare una immediata, seria e qualificata “messa in sicurezza” del patrimonio abitativo regionale, dentro e fuori il cratere.
Secondo studi e relazioni in possesso della stessa Protezione Civile nazionale, nei Comuni della Regione Abruzzo classificati di prima categoria di rischio sismico, gli Enti pubblici ed i proprietari privati avrebbero dovuto già da tempo, e certamente molto prima del 6 aprile 2009, mettere in atto interventi significativi per “consolidare”, rafforzare e rendere più sicuri un “primo elenco” di alloggi a cominciare dai Comuni classificati maggiormente a rischio.
Purtroppo è una realtà di fatto che in Abruzzo esistono ancora oggi più di 16.000 abitazioni a rischio delle quali 3.237 gestite dalle 5 ATER, 738 gestite dai Comuni e ben 9.260 di proprietà di soggetti privati, mentre in quasi 750 edifici pubblici sono ancora presenti strutture in amianto.
Per questo occorre “intervenire per prevenire” dove ancora si può e lì dove si è ancora in tempo per evitare ulteriori sciagure. Di fronte alla tragedia immane capitata all’Aquila e all’Abruzzo intero nessuno può dire più: “io non sapevo”. Perchè in molti sapevano e non hanno mosso un dito, nemmeno per ridurre il danno e la entità del disastro materiale, umano, culturale e sociale.
Migliaia di famiglie già si troverebbero in condizioni più sicure e dignitose di come si trovano a vivere oggi, e per tante di esse i rischi rispetto ad eventi sismici sono addirittura aumentati. Sarebbe opportuno un tempestivo intervento dello stesso Santo Padre e del Parlamento Nazionale a sostegno e “incoraggiamento” del Consiglio regionale e dei Consigli Comunali interessati, poiché la situazione “sul campo” è molto più seria e preoccupante di quanto si creda o si lasci credere.
per il Coordinamento del Mia Casa d’Abruzzo
Pio Rapagnà – ex Parlamentare
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