Una Presidenza “giovane” per i Giovani Imprenditori di Confindustria Chieti. A Giuseppe Ranalli succede oggi, con cerimonia di inaugurazione, Riccardo D’Alessandro.
“La mia giovane età credo sia un segnale forte di desiderio di cambiamento da parte dei Giovani di Confindustria Chieti, e spero apra un nuovo corso all’interno di tutta l’Associazione che da sempre persegue il cambiamento premiando le giovani leve” ha detto il nuovo Presidente. “Sicuramente proseguirò sul percorso aperto dal mio predecessore, che ha saputo motivare e dare molto agli associati. Non sarà facile essere Presidente in un momento storico così difficile, per le imprese e per tutto il Paese, ma credo che tutti insieme si possa fare molto. Penso che saranno tre le direttrici fondamentali del mio mandato:
– diffusione e condivisione della cultura della conoscenza sostenendo con ogni tipo di iniziative il programma già avviato da Confindustria in ordine ai Poli di innovazione, Reti di Imprese, e Cluster. Promuoveremo l’interazione tra i vari Centri di Ricerca presenti sul territorio (pubblici e privati) e le imprese, e agevoleremo in modo indiretto la costruzione di “reti” permanenti di relazioni.
Questa sarà la strada per stimolare le attività innovative, lo scambio di conoscenze, il trasferimento tecnologico e la diffusione delle informazioni. I fondi ci sono ed altri ne arriveranno dalla comunità europea. Noi Giovani daremo tutto il nostro supporto e la nostra forza creatrice contribuendo con azioni mirate.
– diffusione della cultura di “impresa verde”: la new economy.
E’ in atto una riconversione dell’apparato industriale. Questa riconversione si muove sempre più verso un’ economia che tiene conto del rispetto dell’ambiente e dell’etica sociale. Infatti l’ambiente, l’energia e la responsabilità sociale sono temi cruciali strettamente collegati tra loro e che sempre più condizioneranno la crescita delle imprese. La riconversione impone proposte, progetti, interventi legislativi e tecnologici in grado di:
limitare il consumo di energia e di risorse naturali (acqua, cibo, materie prime,);
abbattere l’inquinamento;
evitare fenomeni di sfruttamento del lavoro, distorsioni del mercato e della concorrenza.
Per questo crediamo che il futuro e il rilancio dell’economia si possano realizzare solo credendo fermamente nella filosofia della “green economy”.
La green economy e’ in grado di creare imprese piu’ competitive, prodotti piu’ appetibili sul mercato internazionale e maggiore occupazione: può diventare un volano per lo sviluppo del nostro Paese.
Si tratta di una sfida trasversale che non riguarda solo le imprese che si vogliono impegnare direttamente in questo settore ma in generale tutte le imprese che vogliono conquistare i mercati, accreditare la propria immagine e garantire un futuro sostenibile.
E’ quindi necessario compiere un salto culturale diffondendo la green economy che oggi è ancora vista come un settore di nicchia, a vantaggio di una nuova economia, moderna e competitiva.
Ci dobbiamo impegnare in questa direzione anche perché questa nuova cultura non è nemica del mercato e della competizione ma semplicemente orienta e regola la produzione sulla base di principi generali che la società civile considera fondamentali. Un secondo boom industriale è possibile
– diffusione della cultura di impresa nelle scuole con interventi e percorsi specifici finalizzati ai giovani: i nostri ragazzi devono sapere che sono in grado di creare lavoro, per se’ e per gli altri, e che il futuro non è nel posto fisso ma nelle loro mani.
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