Rientrato dal suo giro americano, riunite le “ammiraglie” di Rai e Mediaset, in un comunicato a “pieno sorriso”, Berlusconi in primo luogo ci rassicura circa l’esito del suo pellegrinaggio (che ci avrebbe fatto guadagnare “un punto di Pil”, mentre oggi i dati ci dicono che in aumento è di fatto la disoccupazione, con il 30% dei giovani a spasso), ma soprattutto dice basta con le polemiche e l’anarchia da 24 luglio (come l’ha definita Ferrara su Il Foglio) dentro alla coalizione di governo e al suo partito: da lunedì si rimette in moto e ci penserà lui (ha usato il più forte e popolare meneghino, con la brambillania affermazione “ghe pensi mi”), a rimettere le cose a posto. “Sono tornato – ha affermato il premier – e adesso mi trovo qui con una situazione italiana che mi pare non precisamente tranquilla, ma da lunedì prenderò decisamente in mano tutti i titoli che sono sul tavolo: dalla manovra finanziaria, alla legge sulle intercettazioni, alle leggi sulla giustizia”. E’ l’immagine del padre in controllo della situazione quella che, anche secondo il Giornale, il premier ha diffuso ieri, ma è un’immagine che non convince nessuno. Lo stesso Feltri, che sappiamo da che parte stia, scrive oggi che date le difficoltà, continue e costanti, “è un miracolo che Berlusconi sia stato in grado di campare fin qui”. Secondo tutti, in realtà, dietro al sorriso del padre accorto e capace, Berlusconi mastica amaro e, sospinto dai falchi del suo partito, ha già programmato una serie di epurazioni e vendette, da perpetrarsi, in primo luogo, verso il presidente della Camera e cofondantore del Pdl, Gianfranco Fini, che ormai ha colmato la misura ed è visto dai berluscones, come un vero e proprio traditore: una quinta colonna che indebolisce partito e governo. Secondo un retroscena pubblicato oggi da Repubblica, il premier avrebbe messo a punto una strategia per arrivare “scientificamente” alla separazione da Fini, proprio sugli emendamenti alla legge bavaglio, che verrebbero sì riformulati, ma in modo da risultare ugualmente indigesti ai deputati finiani. Bocchino, intanto, mostra l’aria che tira in casa finiana dicendo: “Ci pensa lui? Bene”, lasciando intendere che il gruppo è compatto e non intimorito e medita di continuare nella sua direzione. Non può il Berlusconi-papà, quello dei panni vestiti anche qui a L’aquila, subito dopo il sisma, con le lacrime agli occhi e l’annuncio del G8, non prendere atto della realtà: la maggioranza è in grave difficoltà anche per la vinceda Brancher, che divide la Lega e anche Bossi da Berlusconi. Non è escluso che il “neoministro al nulla” (come è stato giustamente chiamato per l’indeterminatezza delle sue deleghe) si dimetta, ma questo davvero non basterà. “Vedo un centro-destra sbandato in un momento delicatissimo per il paese. Un nervosismo che si sta scaricando in affermazioni poco eleganti. Ho letto con imbarazzo da italiano l’intervista di Ghedini. Nessuno può rivolgersi così al presidente della Repubblica nemmeno uno che è avvocato e dice di capire qualcosa di politica”. E’ il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a descrivere così il clima dentro la maggioranza e ad attaccare le affermazioni dell’avvocato del premier nei confronti di Napolitano che, siccome non le manda a dire, ha certamente in servbo un qualche richiamo al vetriolo. “I commenti del Quirinale sono assai pregevoli, ma c’è un Parlamento: spetta a quest’ultimo decidere”. Intervistato dal Corriere della Sera, Niccolò Ghedini, deputato Pdl e legale del premier, stamattina ha commentato così le affermazioni del presidente della Repubblica che ieri ha parlato di “punti critici della legge sulle intercettazioni nel testo approvato dal Senato”. “La valutazione del capo dello Stato – ha precisato Ghedini – non è su problemi di natura tecnica. Altrimenti dovrebbe farsi eleggere. La valutazione è sulla costituzionalità. Le ‘criticità tecniche’ esulano dalla sua competenza”. Parole gravi, gravissime e di cui non si potrà non tenere conto nelle sedi opportune e presso la pubblica opinione. Un altro falco doc, l’ex socialista Cicchitto, afferma recisamente che: “è anche possibile, nel Pdl, un divorzio civile e consensuale”, ipotesi pero scartata dai finiani che, per bocca sempre di Bocchino, dicono che cosa certa è “che mai e poi mai lasceremo il partito politico che abbiamo immaginato prima di altri e costruito con passione”. A questo punto il “ghe pensi mi” di Berlusconi, secondo Repubblica, si base su due mosse: prima chiuderei conti con Napolitano, poi l’uppercut a Fini. Quella col capo dello Stato più che una trattativa sulle intercettazioni, sarà solo una “comunicazione”., affidata a Gianni Letta, da giocare in fretta, con un mandato da chiudere lunedì. Ordini chiari: “cambiamenti minimi” li chiama il premier “non accetteremo né tutte le richieste del Quirinale, né tantomeno quelle di Fini”. Sa che sul Colle gli umori contro di lui e sono pessimi per via della legge, ma non solo. C’è il caso Brancher, giudicato ai piani alti della presidenza della Repubblica del tutto incomprensibile, per il pasticcio delle deleghe di cui perfino Bossi s’è lamentato con Napolitano, e per le conseguenze di un ministro divenuto tale solo per fruire del legittimo impedimento e ora, di fronte a una prossima sentenza, già candidato alle dimissioni. E c’è la manovra, dove il capo dello Stato vede margini ridotti per fare delle modifiche visto che Tremonti resiste e rifiuta i tagli. Ma è il grande marasma delle intercettazioni a essere giudicato inaccettabile. Né la più alta carica si rasserena per la promessa di un rinvio del voto a settembre. Vede le continue forzature. Ambiguo il continuo tira e molla tra la minaccia della fiducia e poi la garanzia dei cambiamenti e dello slittamento in aula. Berlusconi è sicuro di se (o meglio ostenta sicurezza) e dice al fido Cicchitto, “di’ ha tutti che ora ho finito di giocare”, lasciando intendere che è disposta a tutto, comprese fratture e elezioni anticipate, pur di ribadire la sua leadership e difendere i ddl che gli interessano, così come le ha pensati. Il fondo resta saldamente nel cuore del 43% degli italiani ed è ancora, fino a sondaggio contrario, “l’unto del signore”, per il Nostro Paese. Non meno polemico ed indispettito il sempre “politicamente scorretto” Giulio Tremonti, che nel pieno della bagarre scatenata dalle Regioni del Sud, dichiara: “Basta con la cialtroneria di chi prende soldi, non li spende, non dà servizi ai cittadini e poi protesta pure”. Strattonato da ogni parte, sottoposto al pressing degli enti locali che non ne vogliono sapere di stringere la cinghia e di avviare una sana gestione del bilancio, il ministro sbotta. Intervenendo all’assemblea della Coldiretti spiega di aver incontrato il commissario per i fondi europei che gli ha tracciato un quadro drammatico dei finanziamenti europei rimasti inutilizzati. Sul banco degli imputati sono soprattutto le Regioni del Sud, quelle che protestano anche con governatori per lo più di area Pel. Per il Mezzogiorno sono state stanziate risorse comunitarie, nel 2007-2013, pari a 44 miliardi. Di questi sono stati spesi solo 3,6 miliardi. Il paradosso è che “mentre cresceva la protesta contro i tagli subiti, aumentavano i capitali non usati. Più il Sud declinava, più i fondi salivano. Questa cosa è di una gravità inaccettabile”. Ma, se il Sud è cialtrone e non sa né spendere né amministrare, che dire allora, come fanno notare da Il Mattino, dei Ministeri che non impiegano che una piccolissima parte (850 milioni) dei 10,4 miliardi che provengono dalla’Europa? Oggi il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, risponde così al ministro Tremonti: “Le regioni che non stanno spendendo bene i fondi europei hanno delle responsabilità loro, così come hanno responsabilità serie gli enti dello Stato pagatori dei progetti delle regioni meridionali”. Prima di tutto secondo Errani “bisogna capire perché queste Regioni non spendono bene”. Poi Errani lancia la proposta di una commissione a costo zero sugli sprechi della Pubblica amministrazione, che “guardi voce per voce, tazebao per tazebao”. “Vogliamo costruire un accordo con il governo ma chiediamo un discorso di equità” reclama Errani e noi aquilani potremmo accodarci chiedendo conto di quanto non speso e a causa di chi nel nostro martoriato territorio.
Carlo Di Stanislao
SEMIALTERNO: per una Democrazia di qualità a bipolarismo aperto ovvero, dal “ghe pensi mi” al ci pensiamo e facciamo concretamente assieme!!!
Proprio perché la democrazia per funzionare al meglio dovrebbe sempre più dimostrarsi in grado di imparare dai suoi errori aggiornandosi grazie a quanto le nuove tecnologie ed internet (G. E. More) permettono poter contestualmente disporre di una vivida estesa memoria storica e velocemente effettuare quel just in time benchmark comparativo per incrementarsi ed implementarsi e, conseguentemente potersi strutturare emulando per analogia quanto già sta accadendo nell’ambito informatico con la “cloud, la nuvola” di “Google & Co” immateriale del web in cui tutto possa essere disponibili sempre e ovunque, le logiche della connessione alla “nuvola” è un dato di fatto in progressiva adozione. Allora ci si potrebbe chiedere a quando un siffatto potenziale potrà mai esordire anche nell’ambito elettoral-istituzionale!? Il SEMIALTERNO si vanta s’essere un passo cruciale riscontrato dal fatto d’esser ormai giunti per effetto dell’accelerazione in corso imposta dalle nuove tecnologie e da internet ad un “epocale” collo di bottiglia! Oltretutto, anche la più lunga marcia inizia con un primo passo riscontrando che nel compendio mondiale, molti vari e diversificati sono i meccanismi delle leggi elettorali ne dovrebbe conseguire le loro intrinseche perfettibilità del poter addivenire a miglioramenti affinché si possano rendere più fisiologiche come quanto già “accade” su molti fronti e versanti essendo la democrazia ed il mercato facce della medesima medaglia i miglioramenti dovrebbero vicendevolmente implementarsi!? Ma, poiché come assodato: alcun potere si autolimita ed alcun potere costituito può essere costituente… mai si indiranno G7 – G8 o G20 al riguardo!? Pertanto, tutto non potrà che essere lasciato alla libera digressione iniziata quella che é iniziata con A. Ljphart, ecc. e, che sembra lasciare ai croupier di casta esperti nelle architetture elettoral-istituzionali il come si debbano strutturare e ritagliare il gioco!? The how to play democracy tomorrow!?
Pertanto, si riscontra la sostanziale mancanza di coraggio, di volontà d’un vero salto di qualità giacché sin qui la politica, come la retorica dei sofisti di un tempo, continua ad anacronisticamente voler offrire solo vecchie ideologie (giochi dell’oca) per meglio continuare a specularci e come casta proporre le solite ricette televisive giocate sull’emozionale, buone solo a persuadere irrazionalmente i telespettatori e a fornire appartenenza per familisticamente continuare come casta a sempre più infeudarsi nello spazio tempo: soprassedendo ad ogni merito e sacrificio senza minimamente rendersi conto che una nuova epoca si sta schiudendo: quella della tecnica!? Che pretenderebbe un ben diverso approccio ed atteggiamento in quanto tutto e sempre più come in un meanstream sta sempre più convergendo iniziando appunto con quei gadget tecnologici, mass mediali, ecc!? Pertanto l’ecatombe che vien lasciata sul campo su tutti i fronti dall’economico, al finanziario, all’elettoral-istituzionale (GB & California) dall’incombente crisi implacabilmente demarca gli effetti dell’inesorabile suo passaggio e transito quella della tecnica che sta nuovamente intaccando e sovvertendo la struttura del potere, perché la politica di fronte ad essa tramonta, divenendo luogo di mediazione e non più di decisione, ancella dell’economia e a sua volta delle risorse tecnologiche… con un incedere che sta diventando sempre iperbolicamente accelerata che ci proietta verso quella singolarità (de Kerkhoven) che stanno “partorendo” una nuova epoca!?
Pertanto, gli schioppettani rimbombi echeggeranno sempre più ovunque, ad ogni latitudine, indiscriminatamente, su tutti i fronti e livelli delle front line dovrebbero risuonare come campanelli d’allarme ai soliti faccendieri ed agli incalliti masnadieri che, il processo che si è attivato ad ogni latitudine sta mettendo sempre più a nudo un siffatto mantenuto obsoleto anacronismo che dovrà essere cambiato al di là delle volubilità del tenutario – feudatario di casta che con supponenza vorrebbe permettersi di mantenere inevasa la propria deterrenza ed eterna: una siffatta mediocrità mantenuta col semplice proposito di continuare a specularci occultando od insinuandosi in quelle cricche e pieghe che ancora inesorabilmente un siffatto anacronismo mantiene occultato ed adombrato nell’opacità. Interstizi ove, poter ciucciare “oziosi vitalizi”; molti l’hanno già fatta franca ed altrettanti or ora, speculano per sempre più cinicamente poterselo permettere del farlo e rifarlo per così continuare a nuotare nei soliti privilegi dandosi da fare per deterrenza di voler ostacolare ogni innovazione, ogni aggiornamento o riorganizzazione d’adeguamento. Una casta che non demorde e che appare sempre più viziata e sorda a far partire quelle strutturali riforme necessarie a rendere competitivo il nostro sistema paese, pensando così di placidamente potersi cullare in continuazione come categoria esclusiva ed anacronisticamente innalzarsi la posta in gioco attingendo con la massima disinvoltura a quella loro solita sbilanciata prerogativa mantenuta tale e rafforzata anche da quell’art. 68 che recita …senza vincolo di mandato! Uno sbilanciamento che solo infondendo concorrenza sin dai meccanismi elettorali si potrà riequilibrarne ed allineare a “check & balance” criteri introducendo l’idealtipo sistema elettorale SEMIALTERNO!
Diversamente, in un siffatto modo la casta potrà sempre più permettersi di continuare camuffarsi e gingillarsi esercitando quella facilmente esigibile supponenza di poter continuare a sempre più gattopardescamente far intendere di voler cambiare tutto ma, praticamente poi, non cambiare mai niente! Giocando sull’esclusiva agevolata prerogativa del poter attingere a quel solito famigerato gioco dell’oca strutturato e mantenuto con quei canonici ciclici speculativi “pitstops” fatti d’inutili referendum e/o sempre nuove infruttuose bicamerali per mantenere sempre gli stessi meccanismi elettorali transitivi: dal proporzionale al misto Mattarellum, Porcellum al prossimo Maggioritario oppure ad un Presidenziale o Semipresidenziale, ecc. ed in ultima analisi, per rendersi appunto, come casta politica sempre più intransitiva! Camaleontica dinamica del continuare a cambiare tutto per non cambiare mai niente al sotteso criterio di mai acquisirne un più completo quanto il SEMIALTERNO! Un gattopardesco criterio che ormai sta invadendo ogni campo dimostrato dalla facilità con la quale sia possibile sempre più cambiare nome agli stessi partiti del farli o rifarlo o manipolarli come un “pongo” allo stile ed al modo del “just in time” ovunque e comunque addirittura dal predellino! Questo ulteriormente conferma il grado di liquefazione in atto sempre in maggiore amplificazione dove, oltre alle ideologie il crollo del muro s’è trascinato appresso ogni distinguo fra prima e dopo, pubblico e privato…. Un autentico ambaradam, tant’è che sempre più melodrammi e commedie si rincorrono e susseguono lasciando spazio alla libera speculazione! Quella che reclama che tutto ancor più dovrà rendersi ancor più liquido… e quando appunto, tutto sarà deprivato d’ogni valore e d’ogni etica… reso ad autentica “suburra”… le grandinate di leggi “ad personam!” lo stanno sempre più a confermare! Che il rischio d’auto avvitamento autoreferenziale autoritario diventa sempre più concreto ed imminente, specialmente quando il politico di turno resta sempre più (auto)folgorato dalla miopia d’onnipotenza del “ghe pensi mi!” Pertanto, conseguentemente, niente ci potrà mai più scandalizzare! Anche il nominare di punto in bianco un ministro, dalla sera alla mattina …quel Brancher… per metterlo subito sotto il preservativo del “legittimo impedimento” all’uopo precedentemente confezionato e legiferato al multiuso bisogno personale ed estendibile a tutta la casta. Ma dove sarà mai finita la dignità d’italica “Cittadinanza”!? Se, tutto questo non ci dimostra palesemente che la coerenza filogenetica democratica è andata a farsi benedire… avendo ormai superato in cavalleria perfino Caligola che nominò senatore il proprio “passivo” cavallo!? Prossimamente, le trote non potranno che accodarsi! A dimostrazione che noi, nuovi Italici, possiamo esagerare e permetterci molto di più: le cronache quotidianamente lo dimostrano che stiamo sempre più (sprofondando e) forzando in continuazione i tempi …per glissare le vere responsabilità….
Rispetto a quanto il momento inesorabilmente reclamerebbe… applicare sistemi completi a soluzioni concorrenziali a bipolarismo aperto che in modo elastico, flessibili, adattivo, quanto il SEMIALTERNO propugna, obblighino chi intendesse scendere in competizione elettorale, vincendole ad assumerne la responsabilità di governo e conseguentemente per ”accountability” doverne rispondere, senza potersi mai permettere di cambiare ogniqualvolta le regole del gioco per rendersi immunizzato ed intransitivo! Urge il coraggio di cambiare pagina ed adottare nuovi spartiti, paradigmi… coerenti a quanto la tecno-scienza pretende non altro scopo che non sia il suo massimo auto-potenziamento per far sì che anche la democrazia possa rendersi strutturalmente autocorrettiva – auto-poietica! Questo è quanto attraverso una coerente sensibilità urgerebbe rendersi conto di dover applicar e mettere a sistema facendo sì che la discontinuità divenga per indotta concorrenza permanente! Giacché noi or ora, ci muoviamo ancora nell’ambiente-tecnica con i tratti tipici dell’uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi, con un bagaglio di idee proprie e di sentimenti in cui si riconosceva ma, la tecnica non tende a uno scopo, non apre scenari di salvezza, non svela verità, la tecnica “funziona”. Il punto cruciale sta nel fatto che tutto ciò che finora ci ha guidato nella storia – sensazioni, percezioni, sentimenti – risulta inadeguato nel nuovo scenario. Come “analfabeti emotivi” ci agitiamo senza renderci conto che oggi, la tecnica è diventata la condizione universale per realizzare qualsiasi scopo ed il primo fine da raggiungere. Tutto ciò ha delle conseguenze enormi sul piano antropologico. (Galimberti)
E’pertanto, che si reclamano adeguamenti anche per i meccanismi dei sistemi elettorali che risultino strutturalmente completi che si rendano “intransitivi” – neutri –avalutativi e tali da riportarci alla cocente concreta realtà delle cose! I Britannici ed i Californiani hanno iniziato ad aprire il Pandora Box iniettando concorrenza nell’articolazione elettoral-istituzionale sin dai meccanismi. Queste epocali innovazioni vengono pretese affinché non ci si lasci manipolare dalla libera creatività del politico/partito di turno che essendo già a bipartisan deterrenza non possa rendersi ancor più intransitivo adottando quel famigerato gioco dell’oca di facile accessibilità sempre pronto a poter essere montato ma, in modo parziale dal politico/partito di turno. Politico che oggigiorno, si ritrova ancor più agevolato dal farlo anteponendo come giustificante il ricatto del non dover rischiare di cadere “in default” come per la Grecia! Pertanto, quanto in corso ci sta effettivamente dimostrando che la nostra società alla Bauman si sta sempre più liquefando tanto che ormai di integro non sembra essere rimasto alcunché o tanto da non poter essere ulteriormente innacquato!? Segno che siamo giunti al fondo e che i pochi fermenti che s’intravedono ad ogni latitudine dimostrano la necessità di dover diversamente risalire la china per addivenire a nuovi e più completi adeguamenti per tutte le front line! Finora l’effetto domino sembra aver esaurita la sua spinta propulsiva ora, per risalire si devono trovare convergenze e, come in un mainstream si dipartire acquisendo quei semplici contributi messi in atto anche dai Britannici e dai Californiani per successivamente intensificarne i processi e rendere più fisiologici i meccanismi dei sistemi organizzativi migliorandoli: impostandoli ed improntandoli nella propria strutturale articolazione in modo concorrenziale aperto all’implementazione ricorsiva! E, che il tutto questo criterio incrementale possa impregnare e riverberarsi in modo pervasivo per tutta la galassia di cui si compone politics, policy and polity: per rivitalizzarne sempre più per intensità e tempestività i flussi che le previste metodologie e prassi vi possano far scorrere nello stesso ambito istituzionale. Tutto questo si rende indispensabile per governare ed attuare quelle pratiche decisionali che si rendono necessarie per essere sempre più pronti e tempestivi e potersi coerentemente sintonizzate in funzione incrementale e rendere in qualità. Qualità intesa come democraticità, massimizzazione del potenziale per pervasiva inclusiva interattività e espandibilità diventando in modo asintote sempre più auspicabilmente auto poietica! Autocorrettiva! Assumendo quindi, per esteso alla K Popper & R. Dahl che la democrazia sia un processo in continua progressione pertanto, implicito diventa dover lavorare sulla strutturale articolazione; del come si sviluppano i processi per accrescerne e migliorare le performance. Quelle del rendere sempre più fluidi ed efficaci questi processi ed il più possibile in tangibile asintote sviluppo evolutivo espansivo, interattivo quanto per analogia sta sempre più accadendo in informatica dove le migliori performance non possono che essere frutto a chi le sappia utilizzare ma, in altrettanto modo non si potrà mai prescindere dalla prestazione che l’insieme di “rete-macchina-software” debba strutturalmente enucleare!
Si potrebbe appunto, far riferimento quale massima parodia della democrazia a quella “nuvola” di Google emulata sia per qualità e facilità d’attingervi -“easy & reliable” in performance agli Apple –iPad ma, non certamente da imitare per il monopolio tipo “Politburo” di Cupertino in cui ricadono a tutti i prodotti iPhone/iPad/iTunes!
Pertanto, solo quanto più si alleggerirà di apparati e burocrati e di livelli l’insieme di politics, policy and polity (una stratificazione che oggigiorno presenta ben 6 livelli di pressione considerandoli dalla circoscrizione all’Europeo) tanto più potrà elevarsi in qualità in modo tale da poter qualificare ogni cittadino (utente, consumatore, ecc) un autentico “civil-citizen prosumer” vera prassi del ridurre sempre più il gap che divarica il cittadino elettore attivo da quello passivo e viceversa! Per accender quel perenne acceso processo ad asintote incrementale miglioramento ricorsivo!
Pertanto, quanto più i suoi meccanismi saranno impostati in modo da permetterne la più pervasiva possibile massimizzazione del loro potenziale di percorrenza nel più plasmo elastico possibile dinamismo, tanto più potrà rendere in efficienza permettendone ai suoi utilizzatori cittadini elettori (attivi/passivi) da esserne in altrettanto modo ancor più efficaci nel saper prontamente (accendere o liberamente non farlo purché ve ne sia sempre pronto il potenziale) dare le opportune più efficaci risposte alle prossimità del contingente!
Allora ben vengano quanto possibile di supporto a check & balance criterio ovvero anche i referendum propositivi, confermativi, abrogativi, ecc.. Questo è quanto, a mio avviso, si rende sempre più indispensabili addivenire per potersi incamminare verso una dinamica incrementale democraticità intesa come qualità implementare adattiva, senza rischiare di venirne travolti, spodestati dall’auto avvitamento autoreferenziale d’autoritarismo indotto dallo’intrinseco squilibrio del sistema elettoral-istituzionale in dotazione (e quant’altro da perfezionare) che consegna al politico/partito di turno che folgorato dalla miopia d’onnipotenza del “ghe pensi mi!” può assurgere a massimo conductor!
Quindi, per superare l’attuale fallimentare ghettizzazione indotta dagli attuali modelli in dotazione per l’incompiutezza espressa sia dai maggioritari e dai proporzionali quanto dai modelli misti (MMM MMP) così come il nostro precedente Mattarellum e l’attuale Porcellum urge abbandonarli per acquisirne d’inediti ed migliori prendendo spunto da quanto in quanto evluzione:
Dai Californiani che con la Proposition 14 – TOP TWO – hanno dimostrato di sapersi emancipare e, col referendum, hanno buttando in avanti la palla della democrazia per definitivamente stappare quel anacronistico bipartisan inciucio che li manteneva blindati ed impacchettati dentro un anacronistico autoreferenziale zoo politico concepito per una fauna ridotta a soli elefanti e somari: appunto, a bipartisan autoreferenzialità! Pertanto, con la Top Two i Californiani (conseguenti al default?) sono riusciti ad abbattere una delle tante anacronistiche assurdità iniettato concorrenza politico nei meccanismi elettorali; in quanto assurdo sarebbe concepire un mercato ristretto ad un’unica bipartisan concorrenza!…
Così in altrettanto modo i Britannici varando la coalizione governativa a Tory e LibDem hanno dimostrato di voler cambiare registro ed aprire una nuova era per la democrazia. Anche a quella latitudine le cose stanno evolvendosi. Giacché la coalizione nasce con l’implicito proposito che dopo un referendum si possa abbandonare quel considerato classico Maggioritario all’uninominale per un Proporzionale – quello magari che abbiamo abbandonato noi, con la Prima Repubblica!?
Questi cambiamenti diventeranno sempre più maggiori in conseguenza dell’accelerazione impressa dalle nuove tecnologie e da internet che affastella sempre più in un collo di bottiglia i cicli per riduzione del passo tanto da sempre poter rilevare che il Maggioritario non può che essere complementare al Proporzionale e viceversa reciproco. Questo viene ulteriormente confermato dal fatto che noi Italiani siamo prossimi a scambiarci il Proporzionale (della Prima ns Repubblica) con il Maggioritario dei Britannici che scegliendo la soluzione contraria ne dichiarano implicitamente la loro limitatezza, allo stesso tempo, ne dimostrano la loro complementarietà che troverebbe il suo “naturale” compimento nel sistema SEMIALTERNO! Quale latente implicito sottotraccia understatement!!!
Ovviamente, molto sono i livelli ove dover agire per poter migliorare la democrazia, ineludibili risultano esserlo i meccanismi elettorali dai quali non si potrà derogare! Così come da considerare saranno i referendum giacché non passiamo lasciare ai soli Californiani, Britannici od agli Svuizzeri l’esclusiva prerogativa di sapere a cosa questi servano, come funzionano e quando e come richiederli?!.
Interventi che risiedono appunto sia nella capacità di rafforzare e perpetuare le istituzioni formali e le pratiche informali esistenti ed anche principalmente dalla capacità di cambiarle, aggiornarle acquisendo meccanismi procedurali più completi volti a meglio poter dissipare rischi d’autoavvitamento autoreferenziale della casta. Specialmente quando si continuano ad adottare gli attuali limitati e limitanti modelli elettorali frutto di statuizioni formalmente corrette (Weber) e che stanno diventando sempre più corrotte! Pertanto, urge abbandonare siffatti modelli rigido-lineari, pedissequo-ripetitivi ed inflessibili dai quali sempre più difficile sarà pretendere risultati apprezzabili appunto in quanto ripropongono stereotipate continuative votazioni sempre del medesimo pedissequo verso:
• centrifugo adottando un PROPORZIONALE o pseudo tale, o
• centripeto acquisendo con un MAGGIORITARIO o filo Maggioritario
oppure
• quelli del tipo misto: MMP oppure MMM malamente articolati rispetto alla chiara e distinta maniera del SEMIALTERNO risultando pertanto questi a passo azzoppato (del’anatra ancor più azzoppata).
Giacché
• il PROPORZIONALE si presenta con un’intrinseca induzione centrifuga (polipolare-multiartisan) essendo incardinato sulla rappresentatività;
• il MAGGIORITARIA incentrato sulla governabilità enuclea quella centripeta (bipolare chiusa – blindata)
Pertnato, sarebbe opportuno portare il sistema elettorale ad una sua più equilibrata e naturale fisiologia facendo in modo che si possano mettere a ciclo compiuto entrambe quelle palesi due latenti induzioni: centripetacentrifughe che solo quando correttamente distintamente assemblate in un più appropriato e consono articolato modo potrebbero ingenerare efficienza. Quindi, non servirebbe tanta ingegneria istituzionale per saper raccogliere e montare in modo articolato ed organico quanto lì, tuttora giace e vi rimane disorganico e disarticolato sottotraccia per rendere il meccanismo completo quanto il SEMIALTERNO esprime. Sistema che enucleando entrambe queste due induzione (PROPORZIONALE) centrifuga centripeta (MAGGIORITARIA) a reciproca complementarietà ed implementazione permetterebbe d’ingenerare, accendere ed infondere all’insieme di tutta la galassia di cui si compone: politics, policy and polity riverberandone virtuosi effetti concorrenziali a bipolarismo aperto tale da poter meglio implementare virtuose, efficienza ed efficaci tutte quelle procedure e processi d’interazioni che vi si potrebbero far scorrere.
Pertanto quel idealtipo SEMIALTERNO si sviluppa come di seguito:
1) Il SEMIALTERNO è un sistema a leader implicito in quanto non necessariamente richiede di essere direttamente eletto giacché
2) la sua peculiarità consiste nel fatto che su una base a “mandata elettorale” (consultazione a turno unico) al PROPORZIONALE PURA, la cui purezza dipende da come si ritagliano i collegi; ovviamente più ampia sarà la circoscrizione maggiore risulterà la proporzionalità e, più piccola diventerà la circoscrizione, più grande sarà lo spreco dei voti, agendo indirettamente così a mo’ di fattore di soglia;
3) Ma, quando la “situazione” si rendesse priva di governo od andasse in stallo ovvero, la legislatura chiudesse prima dei suoi fisiologici tempi, ad esempio prima degli attuali cinque anni (come all’art. 60) il SEMIALTERNO richiama una consultazione elettorale a turno unico a PREMIO di MAGGIORANZA (MAGGIORITARIA) anche questa “mandata con premio” risulterà tanto più efficace quanto numericamente ridotti sarà il numero dei collegi elettorali in cui sarà ritagliato il territorio;
4) Durante queste legislature “a mandata-votazione a Premio di Maggioranza” per evitare rischi di derive autoritarie essendo questa legislatura “a Premio” ovvero, incardinate prevalentemente sull’induzione della governabilità, sarebbe opportuno inserire un emendamento equilibratore volto ad “inibire l’art. 138″ per evitare ogni possibilità di revisionare la Costituzione. Basterebbe inserire un semplice “lodo” che inibisca l’art. 138 durante lo svolgersi di legislature “a premio di maggioranza” ed ovviamente, non per quelle mandate con votazione al proporzionale;
5) Comunque, dopo ogni elezione (mandata) a Premio di MAGGIORANZA (o MAGGIORITARIO), si ritornerà alla votazione-mandata a “base PROPORZIONALE”;
6) Il termine SEMIALTERNO deriva semplicemente dal fatto che pur diventando automatico “alterno” il passaggio dalla modalità maggioritaria a quella proporzionale dove quest’ultimo viene inteso come livello di riferimento di base. Comunque, lo stesso automatismo a richiamo alterno non si attiverebbe in senso contrario essendo le mandate al proporzionale ad induzione centrifuga, da considerarsi pertanto, più in sintonia al “logaritmo pervasivo del mercato”!? Quindi, ogni legislature che “fisiologicamente” termina con un governo attivo e si concluda secondo i suoi canonici 5 (cinque o diversamente) anni come attesta l’art. 60 della nostra Costituzione, ci si rimette ad una nuova legislatura della stessa induzione – mandata al Proporzionale. Quindi, teoricamente la modalità al Proporzionale potrebbero sempre continuare a ripetersi per lo stesso verso ininterrottamente!
7) Il SEMIALTERNO comunque, aumenta la sua efficacia quanto più l’induzione centrifuga del livello a base “proporzionale” (centrifugo – imperniato sulla rappresentatività) si manterrà specificatamente distinto rispetto a quello suo contrario ma, complementare rappresentato dall’induzione – centripeta delle mandate al “MAGGIORITARIO od a Premio di Maggioranza” che incardina sulla governabilità!
Inoltre, il SEMIALTERNO non prevede alcuna soglia d’accesso in quanto si rimette all’insito strutturale suo auto correttivo automatismo competitivamente ingenerato ed indotto da quei complementari passaggi dal proporzionale al maggioritario e viceversa. Articolazione che permette d’ingenerare quel necessario virtuoso effetto rigenerativo di rettifica, quale meccanismo indispensabile a potersi così pragmaticamente ritagliare ogniqualvolta nel modo più appropriato ed adattivo possibile l’effettiva necessaria soglia autocorrettiva. Tutto questo si rende indispensabile a qualificare il SEMIALTERNO come idealtipo sistema completo, elastico flessibile, adattivo e coerente a quanto l’attuale cangiante realtà contestuale pretende dai sistemi, per così poterci meglio sintonizzare a quanto una siffatta cangiante società pretende poterli accreditare e qualificarli per tali: sistemi completi!?
E proprio perché il sistema deve sempre più poter incrementare la legittimità delle loro istituzioni e processi decisionali deve saper riprodurre e mantenere costante il senso s’appartenenza il più possibile. In egual modo pertanto, dare poter dare voce in rappresentatività a tutte le sue poliedriche componenti quelle sfaccettature della cittadinanza quali prerequisiti fermenti concorrenziali rispecchiandola il più possibile in rappresentatività. Ineludibile risultano le mandate al proporzionale per poter far mettere i piedi a terra per rispecchiare il più possibile e coerente l’elettorato rispetto all’insito rischio d’eccessiva autoreferenziale verticalizzazione che si configura l’insieme se si protrasse sempre per le stesse mandate: centripeta e centrifuga. Così come in altrettanto compensativo sistematico modo il meccanismo elettorale dovrebbe saper al meglio rispondere all’esigenza della governabilità – decisionalità richiamandola con la mandata al maggioritario (con premio di maggioranza)!
Appunto serve a più livelli un sistema completo che non si lasci manipolare o strumentalizzare ogniqualvolta dal politico/partito di turno o quello in deterrenza, per farsi cambiare ogniqualvolta:
• i parametri ai meccanismi delle leggi elettorali del passare volubilmente dal proporzionale al maggioritario o viceversa od ad altri modelli misti (ibridi-zoppi tipo: Mattarllum, Porcellum!)
• oppure da come sempre più si stanno ulteriormente sofisticando le cose, poiché non si è ancora provveduto ad istituzionalizzare il metodo con una legge ad hoc,. Norme che colleghino il finanziamento pubblico all’effettiva (riscontrabile) democraticità interna ai partiti affinché meglio calzi quanto già attesta l’articolo 49 della ns Costituzione nel riconoscere a tutti i cittadini il diritto di associarsi per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale – regolamentazione – statuti d’autoregolamentazione dei partiti che si stanno tuttora attendendo rimessi all’indeterminazione di Godot?!
Urgono acquisizioni di regolamentazioni giacché l’invasione dei campi sta sempre più propagandosi dalle (im)pertinenze del partito (tuttora senza codificati in statuti) si sta generalizzando permettendo agli stessi partiti di diventare sempre più camaleonti nel cambiare velocemente: il nome, la configurazione e l’assetto per’assorbirsi l’uno o l’atro partito a seconda della convenienza e così rendersi sempre più transitivi. Come quanto già accade ai meccanismi elettorali al gioco del “renderli” sempre più transitivi in altrettanto modo si sta strumentalizzando i partiti dove ci gioca il politico/partito di turno per meglio infeudarsi sempre più comodamente nello spazio tempo. Specialmente questo può essere ulteriormente enfatizzato dal fatto che lo stesso politico mantiene la prerogative di andare a svolgere contemporaneamente ruoli a più livelli es. quello di Parlamentare e contestualmente poter fare il Sindaco, ecc..
Pertanto, dopo aver provveduto a dare opportuna regolamentazione all’art. 49 affinché il tutto non continui ad avvitarsi su se stesso diventano sempre più autoreferenziale, urge rendere simmetriche le cose sul versante dei meccanismi delle leggi elettorali provvedendo innanzitutto a renderli completi quanto il SEMIALTERNO enuclea!