A sei giorni dalla scadenza della vecchia licenza, il sito web in cinese dell’americana Google funziona e tutti i suoi link sono attivi. Sul sito Google.cn e’ comparso in basso, sotto il logo, un numero di licenza di Internet Content Provider (Icp) del 2010. I link ai servizi di musica, traduzione e shopping sono attivi, come quello che rimanda al sito Google di Hong Kong, in quella che appare un’indicazione di licenza rinnovata. Comunque è ancora in corso un piccolo giallo, poiché nessuno risponde al telefono nè dall’ufficio della compagnia americana a Pechino, nè dall’ufficio del ministero dell’industria che concede le licenze. Ciò che non funziona, dal 1° luglio, sono, per gli utenti cinesi, le varie chiavi di ricerca restituite da Google Suggest, un problema non riscontrato nelle ricerche tradizionali, quelle che non sfruttano il suggerimento delle query”. Suggest era già stato attaccato dalle autorità di Pechino, convinte che restituisse agli utenti cinesi parole a sfondo pornografico. Gli ultimi risultati di uno speciale report sulle varie disponibilità dei servizi di BigG in territorio cinese, ci dice anche che parzialmente bloccati sono risultati alcuni servizi offerti da Google, come Docs, Groups e Mobile. Ricordiamo che, nella guerra fra Google e la Cina, nessuno degli altri big del mondo di internet, ha seguito Google nella sua battaglia contro la sempre più stretta censura di Pechino sul web. Nè Microsoft né Yahoo hanno imitato la scelta di Google, questo perché nel gigantesco mercato asiatico i loro interessi sono molto più radicati e il loro giro d’affari molto più importante rispetto a quelli di Google: dalla Cina, infatti, la società di Larry Page e Sergey Brin ricava solo fra l’1 e il 2% dei suoi 6,5 miliardi di dollari di profitto annuale. A conti fatti avevano ragione quegli analisti pensano che alla fine le autorità cinesi concederanno una nuova licenza ICP, non fosse altro per non peggiorare ulteriormente i rapporti con gli Stati Uniti visto che ci sono stati segnali di ripresa negli ultimi mesi, dopo la crisi “politica” scoppiata a gennaio tra Google e la Cina. La guerra fra i due titani si era inasprita a marzo scorso, quando i portavoce di Google hanno dichiarato di non essere più disposti a censurare i contenuti del loro sito. Per tutta risposta le autorità cinesi hanno annunciato che non avrebbero rinnovato al sito la licenza che tutti gli Internet provider operanti in territorio cinese devono avere. La crisi è stata costellata da momenti di forte tensione, come l’attacco da parte di hacker cinesi al motore di ricerca. Ora le cose vanno meglio, soprattutto da quanto Obama ha deciso di affiancare a quella USA, la locomotiva cinese, per trainare fuori dalla crisi il lungo treno della economia globale in crisi.
Carlo Di Stanislao
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