La segnalazione alla magistratura di due presunti ‘antagonisti’ presenti alla manifestazione popolare che si è tenuta a Roma è la classica conferma di come sia stata allestita una strategia in piena regola per screditare gli Aquilani e la loro legittima protesta del 7 luglio nella Capitale. Alle due persone denunciate va la piena solidarietà, soprattutto perché sono state scelte come i capri espiatori di disordini che non hanno generato né loro né i 5.000 terremotati che hanno manifestato a Roma. Chiedo di fin d’ora che l’amministrazione comunale si faccia carico delle spese legali per la loro. In migliaia hanno dimostrato in tutta Italia le inadempienze del Governo nella questione sisma, hanno smascherato le false promesse di chi sostiene di aver fatto chissà qualche miracolo, ma che in realtà non eroga i soldi dovuti e per di più massacra imprenditori e famiglie rispristinando le tasse. Operazione mai avvenuta, in passato, in tragedie analoghe a quella dell’Aquila.
A fronte di questa democratica iniziativa, la risposta dello Stato è stata l’ordine di prendere a manganellate gente senza più casa, senza più affetti, senza più lavoro. E per dare fondatezza a questa opera di repressione di stampo dittatoriale, è arrivata la denuncia di due persone, ritenute tra i principali sobillatori. Ma nessuno all’Aquila e in Italia ha l’anello al naso e tutti hanno capito che si è trattato di un ‘progetto’ per fornire una versione dei fatti artificiosa, in modo tale da fuorviare la ricostruzione degli accadimenti che si sono susseguiti.
A Roma sono stati picchiati senza motivo cittadini inermi, martoriati dal sisma e ancora alle prese con le gravi conseguenza di quest’ultimo. Questa è l’unica verità.
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