Sono stati liberati la sera del 15 luglio, a Braq, i 200 profughi eritrei, deportati il 30 giugno nel cuore del deserto dalla polizia Libica. Nelle stesse ore sono stati liberati tutti i cittadini eritrei chiusi nei vari centri di detenzione in giro per la Libia, circa 400 persone in totale secondo stime delle autorità di Tripoli confermate dalla comunità eritrea. Il rilascio colelttivo – annunciato nei giorni scorsi dalle autorità della Jamahiriya e dal direttore dell’ufficio di tripoli dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) Laurence Hart – è il risultato anche delle pressioni di organizzazioni internazionali come Human Rights Watch e Amnesty International, di alcuni organi di stampa nazionali (vedi http://www.improntalaquila.org/2010/07/07/articolo7500/ ) e della campagna messa in atto dai gruppi della società civile. Poco prima di essere liberati, i reclusi di Braq sono stati ascoltati dai membri della commissione d’inchiesta voluta dal leader libico Muammar Gheddafi. A loro hanno ripetuto che non vogliono restare nel paese arabo e che non sono immigrati irregolari ma richiedenti asilo, e che come tali vogliono ottenere lo status di rifugiati in un paese terzo che abbia firmato la Convenzione di Ginevra. L’Italia – che ha respinto in mare 103 dei 205 reclusi di Braq, oltre a centinaia di altri potenziali richiedenti asilo – ha espresso la disponibilità ad accettarne alcuni.
Liberati i profughi eritrei in Libia
Sono stati liberati la sera del 15 luglio, a Braq, i 200 profughi eritrei, deportati il 30 giugno nel cuore del deserto dalla polizia Libica. Nelle stesse ore sono stati liberati tutti i cittadini eritrei chiusi nei vari centri di detenzione in giro per la Libia, circa 400 persone in totale secondo stime delle autorità […]
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