L’idea di allestire una esposizione di arte contemporanea all’interno della Chiesa di Ss. Cipriano e Giustina a Pago-Rovagnano nasce da un progetto di rivalutazione di un’area poco nota e delle sue infinite ricchezze: un patrimonio materiale e immateriale che rischia di essere disperso all’interno di una radicale trasformazione sociale, demografica e dei luoghi. La mostra rientra in un progetto di rivalutazione del sito e di visibilità, ad oltre un anno dal terribile terremoto del 6 aprile 2009, per riportare in vita il piccolo Borgo e l’affascinante Chiesa del XVIII secolo. L’iniziativa è patrocinata dalla Regione, Provincia dell’Aquila, dal Comune di Capitignano, un luogo a forte vocazionalità turistica che, per coinvolgere i visitatori alla conoscenza dei luoghi, promuove l’organizzazione di eventi.
Emanuela Comito nasce nel 1978 a Roma, dove vive e lavora.Gli studi artistici iniziano dalle tecniche di incisione e di stampa all’Istituto d’Arte e proseguono con la laurea in Conservazione dei Beni Culturali, gli incontri con affermati illustratori europei, il corso professionale di Restauro che influenza la ricerca di materiali e supporti utilizzati. Esordio vero e proprio nel 2009, quando viene selezionata per il Premio Tenuta S.Anna all’Arsenale di Venezia. A seguire mostre collettive presso gallerie romane (Rosso Cinabro, Vista e Comunicazione, Circolo degli Artisti); l’Internazionale d’Arte a Villa Gualino – Torino; la Biennale di Asolo; i locali dell’ex Macello di Verona. Gli studi di Emanuela Comito sono una declinazione della pittura nella degradazione in materia, oscura e confusa testimonianza organica, attraverso l’intensità del gesto, la tensione sperimentale, la forza espressiva del colore-materia, offerto all’occhio come al tatto. I lavori in mostra sono personale richiamo alla Natura, alle sue Superfici pulsanti frutto del caos, del fato e indirettamente all’Uomo, fautore diabolico artefice di disastri ambientali. Le tavole non vogliono essere spiegate, ma semplicemente guardate in piena libertà, intensità di sensazione, emozione rinnovata, stimolando in ciascuno spettatore immagini e sensazioni diverse, proprie ed esclusive. Infatti ci si innamora di un quadro e poi disinnamora, quando si viene a conoscenza della lettura dell’artista. È doveroso ringraziare: Don Moya Ever Jairo parroco della locale Comunità al quale si deve riconoscere non solo la disponibiltà fisica del luogo per la esposizione ma una moderna e matura sensibilità e apertura nelle azioni e nelle opere con un sorriso sempre rivolto ai giovani così come negli insegnamenti di un grande Pontefice; il giovane Sindaco Maurizio Pelosi che quotidianamente combatte, tra tante difficoltà acuite dalle dinamiche della attuale situazione economica, nel dare vita e fututo alle sue genti ed ha creduto appieno nel progetto concedendo il Patrocinio; al responsabile dell’Ufficio Tecnico Geom. Gabriele Mililli e all’ex assessore il Signor Begnamino Di Bene Rufini per il continuo e fondamentale supporto preliminare ed esecutivo nonché logistico oltre i continui incoraggiamenti.
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