La violenza nei confronti delle donne rimane una drammatica realtà, ma il numero di denunce è in continuo aumento. È questo il dato consolante che emerge da un’indagine compiuta dal Telefono rosa, che presenterà a fine luglio a Roma il bilancio relativo all’anno 2009. Si tratta di un aumento modesto ma pur sempre significativo: il 5% in più di denunce rispetto al 2008, e la stessa percentuale è già stata raggiunta nei primi sei mesi del 2010. «E considerando che il maggior numero di denunce in genere si registra in agosto, settembre, ottobre e dicembre – sottolinea Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono rosa – è molto probabile che il numero di denunce nell’anno 2020 superi di molto quelle relative all’anno precedente». L’entrata in vigore della legge sullo stalking ha poi portato a un’impennata di denunce per questo reato: 12 nel primo semestre 2010 rispetto agli anni precedenti. «Oggi le donne si sentono più tutelate e hanno meno paura a esporsi nei confronti di chi le minaccia. Il continuo aumento delle denunce sta però allungando i tempi per gli interventi concreti, e questo potrebbe rappresentare un problema per le donne se non si velocizza la risoluzione dei casi denunciati». Gli appuntamenti “al buio” via Internet, segnala il Telefono rosa, sono quelli più a rischio per le donne: molti casi di violenza sono dovuti a incontri con uomini conosciuti nei social network o via mail. Un concreto aiuto per le donne può venire dai tanti centri antiviolenza distribuiti sul territorio nazionale. «Servono però più risorse economiche – conclude Carnieri Moscatelli – I Comuni devono essere più tempestivi nell’erogazione dei finanziamenti, in modo che le donne si possano rivolgere con fiducia a questi centri in grado di sostenerle anche economicamente nella loro battaglia per la giustizia». Telefono Rosa nasce nel febbraio 1988 come strumento temporaneo di ricerca volto a far emergere attraverso la voce diretta delle donne, la violenza “sommersa”, di cui non si trova traccia nei verbali degli operatori sanitari o delle forze dell’ordine. In una stanza cinque volontarie con l’ausilio di un quaderno e di una penna si alternano nell’ascolto di donne che chiamano da tutta Italia. E’ un ascolto attento e solidale che qualifica il Telefono Rosa, fin dal suo nascere, come una nuova forma di servizio sociale.
Carlo Di Stanislao
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