Ci sono luoghi della memoria che ci appartengono da sempre, spazi sconosciuti eppure vitali dal cui contatto è possibile trarre l’anelito vitale per la nostra rinascita, come nel caso di Castelli. Comune della Provincia di Teramo che si erge sul Monte Camicia, nel Parco del Gran Sasso-Laga. Ingentilito da una suggestiva posizione geografica che apre le porte sulla Catena Montuosa del Gran Sasso così conferendo allo spettatore un’immagine da cartolina che muta al variare delle stagioni e per questo è membro del Club dei Borghi più Belli d’Italia.Lo scenario permette al visitatore di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo: è, in effetti, un borgo arroccato di modeste dimensioni protetto da un antico castrum, che se sotto l’egemonia carolingia fungeva da baluardo di difesa, oggi pare tutelare il centro dagli effetti dell’urbanizzazione i quali causerebbero lo sfiorire del suo splendore.
Il paese è circondato da un paesaggio agricolo e da calanchi argillosi e proprio grazie alla presenza dell’argilla, congiuntamente a quella dell’acqua (per l’impasto) e della legna ( per il forno e quindi la cottura), una comunità di monaci benedettini si convinse, circa nove o dieci secoli fa, a promuovere la produzione della ceramica. Questi uomini illuminati dallo Spirito Santo in un secondo momento istruirono gli abitanti del paese per l’utilizzo dell’argilla, preziosa risorsa locale, nella produzione di oggetti in ceramica.
Dal rinvenimento di reperti di uso corrente è possibile attestare l’arte ceramica in Abruzzo sin dal Quattrocento, ma è nel secondo decennio del Cinquecento che si inizia a produrre maiolica di grande qualità, grazie alla fornace della Famiglia Pompei di Castelli, cui merita menzione Orazio con la sua rinomata committenza. Le sue creazioni iniziarono a girare per i salotti dell’elite europea.
Qualche secolo fa in Inghilterra l’attenzione dei storici dell’arte di risonanza mondiale si focalizzò su una coppa in ceramica dai colori accesi con al centro l’immagine raffigurante un uomo con i baffi e la barba, probabilmente di nobili origini.
Tale rinvenimento spronò la curiosità dei critici che si batterono a lungo sull’originaria paternità del manufatto.
La tipologia dalle fogge originali e festosamente decorate, dalle cromie vivaci ed eleganti rimandavano al celebre e monumentale corredo per la Farmacia Orsini-Colonna( prima metà XVI secolo).
Congiuntamente a essa si riscontra nella ceramica di Castelli, della metà del Cinquecento, anche vasellame dalle forme mosse e raffinate che interpretano con coerenza l’evolversi stilistico dal Rinascimento al Manierismo.
Così a Castelli si ridiede il via alla produzione in serie della pregiata Coppa Orsini-Colonna.
Per chiunque volesse immergersi in questo magnifico contesto storico-artistico non resta di consigliare un salto nel bellissimo borgo dove si potrà ammirare il Museo della Ceramica e la Chiesa dedicata a San Donato, martire di Arezzo legato alla cura dell’epilessia e molto venerato in Abruzzo. [Francesca Ranieri]
Lascia un commento