“Nei prossimi anni il successo della ripresa sarà decisivo anche per le sorti della Regione.” Ha dichiarato il Commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi all’inizio del convegno al ridotto del teatro comunale dell’Aquila. L’obiettivo è raggiungere una strategia, una pianificazione e procedere con le scelte condivise.
Occorre stilare programmi di marketing territoriale. Questi sono i punti forti per la ripresa economica analizzati oggi durante l’incontro. “Il nostro compito è quello di stilare le linee guida per avviare un processo d’intesa”, ha concluso Chiodi. Per il Vicecommissario Cialente non si può fare una ricostruzione se non c’è partecipazione di tutti, occorrono leggi e finanziamenti certi, oltre a tasse di scopo. “Abbiamo il dovere di ricostruire la città del futuro” ha sottolineato il Vicecommissario Cialente. Inoltre per il sociologo Aldo Bonomi “il territorio va pensato in grande, ma la ricostruzione deve rivolgere l’attenzione anche ai soggetti più piccoli, ai microspazi, alle botteghe, ai negozi. Il territorio deve porsi il problema del cosiddetto capitalismo monecolare: artigiani, piccole imprese. Occorre tenere assieme interessi e passione per la propria identità e ricostruire pensando all’economia del domani. E’ importante creare coesione sociale nelle differenze” ha concluso Bonomi.
Gli interventi degli esperti nel corso dell’incontro “L’Aquila 2020, e poi?“ sono stati accolti dal pubblico con attenzione ed interesse. L’economista Paolo Leon ha innanzitutto indicata la necessità di un finanziamento per la ricostruzione continuo nel tempo: “Dobbiamo fare in modo che tutta l’Italia capisca che ricostruire L’Aquila e i suoi borghi sia un interesse di tutto il Paese. Chiedere la partecipazione di tutta la nazione significa anche avere il dovere di fare in modo che questa ricostruzione sia prima di tutto trasparente.” Leon ha continuato indicando altre priorità: “E’ necessario costruire capacità professionali da lasciare su questo territorio nel futuro e realizzare un sistema di accoglienza per tutti coloro che verranno qui per lavorare, perché la qualità del loro lavoro sarà la qualità della ricostruzione”. L’arch. Vittorio Magnago Lampugnani ha esordito riportando il suo forte sgomento dopo aver visitato questa mattina il centro storico insieme al Commissario Delegato Gianni Chiodi e agli altri ospiti: “Dobbiamo chiederci cosa vogliamo lasciare alle generazioni future. Non possiamo aggrapparci alle teorie di fronte all’immensità dei danni che hanno subito i vostri centri storici. Dovremo ogni volta valutare caso per caso le modalità di comportamento, il tutto però secondo una strategia e una visione generale che va pensata prima e che vada nella direzione di ricollegare la “città vecchia” con la “città nuova”. Inoltre, vanno individuati dei cunei, in questo terribile scenario di distruzione, che consentano da subito a voi cittadini il riappropriarsi di spazi della vostra città.” L’ultimo intervento è stato quello di Cesare Trevisani che ha dichiarato di voler dare tutto il contributo possibile alla sfida della ricostruzione: “Il sistema Confindustria vuole essere di supporto con le proprie eccellenze nel campo dell’innovazione e della progettazione, oltre ad aiutare gli enti locali allo sviluppo del consenso”. Trevisani ha anche dichiarato l’importanza di un progetto di marketing territoriale per lo sviluppo di una nuova attrattività di questo territorio basata sulle potenzialità già esistenti da sviluppare. L’incontro si è concluso, infine, con l’intervento di una rappresentante dell’Assemblea Cittadina, Marianna De Lellis, che ha letto un documento in cui si sottolinea il diritto alla partecipazione dei cittadini al processo di ricostruzione: “Nessuno può pensare di ricostruire un territorio senza i propri abitanti. Produrrebbe risultati disastrosi. E questo non lo permetteremo mai”
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