“L’Aquila non è Kabul, si adombra una nuova occupazione”. Così il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente commenta la notizia circa la decisione del premier Berlusconi di riappropriarsi, come governo e protezione civile, della ricostruzione del capoluogo.
“Le dichiarazioni del presidente Berlusconi – ha dichiarato Cialente – sul ritorno all’Aquila della Protezione civile per prendere in mano la ricostruzione, costituiscono un fatto gravissimo, che pone al Paese una questione democratica, morale e di trasparenza. Dopo sette mesi nei quali siamo stati abbandonati carichi di debiti, senza un centesimo, senza le abitazioni promesse per migliaia di aquilani e senza norme certe, ora che, dopo aver preso le manganellate, siamo riusciti finalmente ad avere almeno parte dei finanziamenti, si adombra una vera e propria occupazione. Ma L’Aquila non è Kabul. La ricostruzione la vogliono e la devono fare gli aquilani, tutti, che, mai come oggi, si riconoscono nelle istituzioni locali. Per il resto – conclude il sindaco Cialente – abbiamo già subito a sufficienza, anche le botte. Mi appello per l’ultima volta al governo auspicando un recupero della ragionevolezza e, al contempo, faccio appello alle istituzioni democratiche del Paese. Lo ripeto: L’Aquila non è Kabul e gli aquilani non intendono pagare con un’occupazione l’aver portato anche nelle piazze la battaglia per i propri diritti”.
Molto forti le dichiarazioni di altri esponenti della giunta comunale:
“Berlusconi non pensi di ripulirsi la faccia per la seconda volta sulla nostra tragedia”. Così l’assessore comunale alla Ricostruzione Pietro Di Stefano ha commentato la notizia circa la decisione del presidente del consiglio di riportare all’Aquila la Protezione civile. “ È una vera e propria colonizzazione – prosegue Di Stefano – e gli aquilani sapranno respingerla. Il Comune sta lavorando con forza e determinazione, abbiamo chiesto chiarimenti normativi e sostegni economici e logistici. Nulla di questo ci è stato dato”.
“Si tratta di un chiaro disegno – sono le parole dell’assessore alle Politiche abitative Stefania Pezzopane – Ora che gli aquilani sono riusciti, a proprie spese, a far conoscere all’Italia la verità sul loro terremoto e a ottenere qualche finanziamento, il governo vuole tornare a mettere le mani sulla ricostruzione. Gli enti locali non sono stati messi in grado di lavorare, avendo strumenti normativi e finanziari inadeguati. L’uscita di Berlusconi – conclude Stefania Pezzopane – è palesemente indice di un delirio di onnipotenza. Crede forse di essere il dittatore della Repubblica delle banane?”
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