Arrestati 5 latitanti a Farah

Cinque “pericolosi latitanti” sono stati arrestati e un “ingente quantitativo di armi ed esplosivo” è stato sequestrato al termine di un’operazione, conclusasi nella tarda serata di ieri, condotta per due giorni nella provincia di Farah dalla Task force South, composta dagli alpini del 9/o reggimento dell’Aquila, insieme alle forze di sicurezza afgane e ad un’unità […]

Cinque “pericolosi latitanti” sono stati arrestati e un “ingente quantitativo di armi ed esplosivo” è stato sequestrato al termine di un’operazione, conclusasi nella tarda serata di ieri, condotta per due giorni nella provincia di Farah dalla Task force South, composta dagli alpini del 9/o reggimento dell’Aquila, insieme alle forze di sicurezza afgane e ad un’unità americana. L’operazione – denominata Kah Li Pey – era diretta a contrastare la presenza di ‘insorti’ nell’area al confine con l’Helmand, dove nei mesi passati si erano registrati numerosi scontri a fuoco e ritrovamenti di ordigni rudimentali. Tra il materiale sequestrato, spiegano al comando del contingente italiano ad Herat, esplosivo artigianale e un elevato numero di componenti per la fabbricazione di bombe rudimentali, tra cui radiocomandi, attivatori, cavi, batterie e antenne. All’operazione hanno partecipato circa 200 militari italiani della Task force South di stanza a Farah, a sostegno di oltre 250 uomini dell’esercito e della polizia afgani, con l’ausilio di velivoli senza pilota Predator dell’Aeronautica Militare e di elicotteri della Task force Fenice dell’Aviazione dell’Esercito. Tutto è cominciato il 4 agosto con l’ingresso delle forze nei distretti di Farah e Bala Baluk, a bordo dei Lince del 9/o reggimento Alpini e dei Dardo del 10/o bersaglieri e di due elicotteri CH47 scortati da 2 Mangusta. Nel corso dello schieramento, completato nella notte, i genieri italiani hanno rinvenuto e neutralizzato sul posto due ordigni rudimentali (Ied) piazzati lungo l’itinerario delle pattuglie. All’alba del secondo giorno è stata cinturata l’area dove era stata segnalata la presenza di insorti e di armi: il successivo intervento delle forze di sicurezza afgane nei villaggi di Ranji-e Pain e Ranji-e Bala ha portato al fermo di 25 persone sospette che non hanno opposto resistenza. L’operazione si è conclusa in serata con l’arresto di 5 dei fermati, identificati come “elementi pericolosi”, e col sequestro di un gran numero di armi e munizioni di diverso tipo. “La due giorni nella provincia di Farah rappresenta un grande successo per le forze di sicurezza afgane e per quelle di Isaf”, commenta il colonnello Franco Federici, comandante del 9/o reggimento alpini, secondo cui “la pianificazione accurata da parte della Task force italiana e delle forze locali ha permesso di svolgere l’operazione senza danni e con risultati di grande rilievo nel contrasto agli insorti e alla minaccia Ied”.

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