Se cadesse davvero una stella sarebbe la fine. Le cosiddette “stelle cadenti” sono invece piccoli granuli del diametro inferiore al millimetro che cadono attirati dalla gravità terrestre e, a causa dell’elevata velocità, bruciano nell’ingresso in atmosfera e si disintegrano in una specie di pioggia sottile che scende poi lentamente a terra. Si pensi che ogni giorno cadono sulla terra 1.000 tonnellate di polvere cosmica anche se nessuno se ne accorge. Dunque la terra diventa più grossa ogni giorno che passa.
Questi piccoli corpi sarebbero ignorati se, di notte, non attirassero l’attenzione per la linea luminosa che contrasta sul fondo scuro del cielo. Si chiamano “bolidi” le stelle cadenti molto luminose. Si chiamano “meteoriti” i frammenti più grossi che arrivano fino a terra e scavano un cratere da impatto. Ci potremmo chiedere come mai le stelle cadenti si vedono solo in certi momenti dell’anno. Dobbiamo immaginare il moto della terra attorno al Sole. Nel suo cammino annuo la terra va a infilarsi in una nube di polvere e alcuni granuli cadono sulla terra formando le stelle cadenti. Ma poi la terra, continuando nel suo viaggio attorno al Sole, esce dalla nube di polvere ed il fenomeno termina. Si ripresenterà l’anno dopo quando la terra di nuovo tornerà nello stesso punto dello spazio. Queste nubi di polvere sono il residuo di antiche comete che, avvicinandosi al sole, perdono materia, seminando una quantità di polvere dietro di sé. Quando la terra entra in questa “corsia di polveri” avviene il fenomeno delle stelle cadenti. Ma, di là da queste conoscenze, domani 10 Agosto, si rinnoverà l’incanto fatato della Notte di San Lorenzo, indicata nell’antichità come la migliore per l’osservazione dello sciame meteorico delle Perseidi, chiamate popolarmente “lacrime di San Lorenzo”, fenomeno affascinante e romantico, che fu registrato già dai cinesi nel 36 d.C. e trovò spiegazione solo nel 1856, grazie all’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli, che riuscì ad associarlo ad una cometa denominata Swift-Tuttle. Il pascoliano “pianto di stelle” quest’anno si annuncia del tutto particolare, con pioggia fittissima e di straordinaria visibilità, che sarà inoltre preceduta, al tramonto, da una coincidenza astronomica molto rara: in queste sere di agosto, al tramonto, è possibile osservare, guardando in direzione ovest, Venere, Marte e Saturno, che formano un piccolo triangolo nel cielo. In realtà quest’anno lo sciame fantastico sarà visibile già da questa sera e per i prossimi 6-7 giorni, con il picco di intensità previsto per il 13 agosto, poco prima dell’alba, quando si potrebbero contare diverse decine di stelle cadenti all’ora, forse anche un centinaio, di luminosità media e più brillanti. “A differenza dello scorso anno – sottolinea su La Stampa, Gianluca Masi, astrofisico del Planetario di Roma e responsabile del progetto Virtual Telescope – il picco cadrà di notte e non di giorno. Inoltre la Luna, praticamente assente, non ancora al primo quarto, non porterà alcun disturbo col suo chiarore”. Come ogni anno, per la notte delle stelle cadenti sono state organizzate manifestazioni e serate osservative in tutta Italia. Fra cui “Calici di Stelle”. in programma il 10 agosto, un’iniziativa di Città del Vino e Movimento turismo del vino in collaborazione con l’Unione Astrofili Italiana. La Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) apre la notte del 10 agosto sei oasi e riserve per la «Notte delle stelle», con visite e osservazioni guidate da astrofili. Notti all’insegna delle stelle cadenti anche in alcune oasi WWf, parchi nazionali e musei come il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e nel museo civico di Rovereto che aprirà al pubblico l’Osservatorio astronomico di Monte Zugna. E mentre un’indagine nazionale ci informa che i desideri che gli italiani affideranno alle stelle cadenti saranno molto pratici (per esempio, fra i giovani, la possibilità di costruirsi una famiglia ed avere figli), non c’è bisogno di sondaggi per sapere ciò che alle lacrime del Santo chiederà la più parte degli aquilani.
Carlo Di Stanislao
Lascia un commento