Grasso che cola, al via la 39ma Sagra della Porchetta Italica di Campli

Divin porcello, vini, formaggi, tartufi, miele, olio d’oliva e tante altre leccornie camplesi faranno da cornice, con le radici ben salde nella storia e nella tradizione popolare, alla 39ma Sagra della Porchetta Italica di Campli (dal 19 al 22 agosto 2010) organizzata dalla Pro-Loco Città di Campli con il patrocinio del Comune di Campli e […]

Divin porcello, vini, formaggi, tartufi, miele, olio d’oliva e tante altre leccornie camplesi faranno da cornice, con le radici ben salde nella storia e nella tradizione popolare, alla 39ma Sagra della Porchetta Italica di Campli (dal 19 al 22 agosto 2010) organizzata dalla Pro-Loco Città di Campli con il patrocinio del Comune di Campli e del Bim. Con lo sponsor ufficiale: Globo. La kermesse enogastronomica e culturale, alla quale sono stati invitati a partecipare i nostri fratelli Aquilani ospiti nelle nostre terre dopo il terremoto del 6 aprile 2009 (Mw=6.3), è sempre vigorosa, forte e gentile come la gente d’Abruzzo. Si comincia giovedì 19 agosto nella cornice medievale della città farnese che domenica 22 agosto ospita l’Olimpiade della porchetta made in Campli. Alle ore 11:30 una delegazione di giornalisti ed esperti sarà accompagnata da guide dell’Ufficio turistico del Comune in uno speciale tour, per conoscere i tesori di Campli: Centro Storico, Santuario della Scala Santa, Chiesa Cattedrale di Santa Maria in Platea e Museo Archeologico Statale con i suoi preziosissimi reperti italici della necropoli (5mila tombe) di Campovalano. I parcheggi organizzati presso il palazzetto dello sport di Piane Nocella e il campo di calcio di Contrada Cappuccini, saranno collegati al Centro Storico di Campli con quattro bus-navetta gratuiti (tre provenienti dalla fascia costiera). Un servizio di auto-navette per diversamente abili, sarà disponibile su richiesta telefonica. La Croce Rossa locale renderà attivo da Campli il servizio di 118. L’associazione teramana Federica e Serena, nata per ricordare le due giovani studentesse in medicina vittime del sisma di L’Aquila, sarà presente alla kermesse con un proprio stand, per promuovere un progetto di ricerca medica. Alla Sagra sono state invitate le Autorità civili, militari e religiose locali. Quattro giorni all’insegna dell’alta qualità con vetrine e degustazioni di prodotti tipici abbinati ai vini locali (apertura stand ore 17:30 anche per gli acquisti). Quest’anno alla degustazione delle nove porchette “concorrenti” saranno abbinati i vini prodotti dalle cantine Strappelli di Torano e Cioti di Paterno di Campli. “La grande tradizione camplese ha fatto scuola – fa notare il Sindaco di Campli, Gabriele Giovannini – ancora oggi per tutto il Teramano la nostra porchetta si distingue da tutte le altre dal fatto di non usare tra gli aromi l’essenza di finocchio selvatico”. Dunque, una signora porchetta! Da gustare insieme ai nostri amici Aquilani. Entusiasta è il presidente della Pro-Loco Città di Campli, Serafino Chiodi. “Siamo lieti di poter ospitare l’olimpiade dei maestri porchettai aprutini, apprezzati in tutto il mondo: la nostra kermesse estiva è sicuramente da annoverare tra le migliori celebrazioni delle tradizioni enogastronomiche italiane, come riconosciuto da tutti, anche dagli amici della regione Lazio e dai maestri porchettai di Ariccia”. A Campli la Regina assoluta è sua maestà la Porchetta in un campionato sui generis che vedrà contendersi, tra i maestri partecipanti, il prestigioso titolo di Miglior Porchettaio del 2010. Si prevedono oltre 50 mila presenze nella settimana del dopo Ferragosto, in una città che può vantare la presenza di un museo statale di arte sacra. “La porchetta camplese – rivela lo storico e giornalista Nicolino Farina – è un cibo popolare e di festa, una vera opera d’arte del palato, un monumento del gusto per l’intera umanità: a Campli la porchetta ha origini antichissime e rappresenta una cultura culinaria che da secoli e secoli si tramanda ininterrottamente attraverso le generazioni”. Evento culturale ed eno-gastronomico unico ed originale che fin dal 1964 intende valorizzare e celebrare la Porchetta italica, consacrata dal successo conseguito al Vinitaly ed al Salone del Gusto di Torino. “Gli Statuti di Campli – sottolinea Farina – hanno una caratteristica particolare: sono gli unici ad avere norme molto specifiche e dettagliate sulla porchetta. Normative assenti in tutti gli Statuti conosciuti nel teramano e in Abruzzo. Esiste qualche piccola eccezione (Silvi) che in ogni caso, nelle forme di regolamento sulla porchetta, non raggiunge il valore e la forma così particolareggiata come nei Codici di Campli”. La “Cronaca teramana dei banditi”, scritta dal sacerdote camplese don Giuseppe Iezzi tra il 1661 e il 1683 – come leggiamo negli studi di Nicolino Farina – riporta con gran dovizia di particolari (compresa la data) la notizia di un furto subito al di là del fiume Vomano da un vasaio della rinomata scuola di Nocella e un macellaio di Campli. “E’ palesemente assurdo – spiega Farina – che il macellaio camplese si recasse oltre il Vomano a vendere la carne! Andava a vendere la Porchetta italica e i due furono derubati dei loro incassi”. Una testimonianza indiscutibile. “Il maiale di Campli – afferma Farina – era un animale allevato anche per essere cotto intero, e non solo per i prelibati prosciutti e insaccati, così cari alla tradizione contadina di tutto l’Abruzzo. La porchetta era un prodotto tutelato da qualsiasi contraffazione: per la sua realizzazione non si poteva usare altra carne. La qualità dei maiali, del loro allevamento e l’antica tradizione hanno creato il successo della porchetta camplese”. L’evento farnese prevede un pensiero-omaggio al compianto professore Giammario Sgattoni (padre del logo ufficiale della manifestazione, ufficialmente registrato per la prima volta in assoluto dalla Pro-Loco Città di Campli) ed ai nostri fratelli Aquilani. Campli ha quattro chiese danneggiate dal sisma del 6 aprile 2009 (san Francesco, la Misericordia colpita pure da un fulmine sul campanile, San Paolo e San Pietro in Campovalano) ma sia la Scala Santa sia la Chiesa Cattedrale, che hanno miracolosamente resistito al terremoto, saranno aperte ai fedeli, come assicura don Antonio Mazzitti che fin dal 1964 volle gestire personalmente la festa dell’Immacolata Concezione nella Cattedrale di Santa Maria in Platea. Festa dedicata ogni anno a settembre, alla Patrona della Città di Campli. Da ricordare il corteggio storico di Ortona che nelle scorse edizioni ha allietato cittadini e visitatori, in onore di Margherita d’Austria e del gemellaggio tra Campli e Ortona, già feudi dei Farnese e arcidiocesi unica per 218 anni. “Crediamo che Campli oltre ai suoi beni culturali – dichiara il presidente Serafino Chiodi – abbia saputo conservare anche una nobile tradizione gastronomica: la Porchetta italica”. Già Margherita d’Austria ne parlava negli Statuti della Città di Campli che celebrano i maestri porchettai. In buona compagnia di altri quattro Statuti comunali in Abruzzo, dai quali si evince che i Camplesi furono i primi a vendere la loro porchetta al di là dei propri confini. “La nostra storia recente – spiega lo storico Farina – rivela che la Sagra è nata quasi per caso: correva l’anno 1964 quando l’allora sindaco Ubaldo Scevola, il direttore dell’Ente per il turimo Arturo Favazza ed il giornalista Fernando Aurini, sulla base delle scoperte archeologiche di ossa di maiale nelle 600 tombe pre-romane della vicina necropoli di Campovalano, pensarono di realizzare la prima grande festa del prodotto più tipico della culinaria camplese: immediatamente per la porchetta di Campli si coniò l’appellativo di Italica”. Nei locali del centro storico di Campli si potranno degustare ed acquistare vini, formaggi, tartufi, miele, olio d’oliva e leccornie. Grazie alla Pro-Loco si mantiene viva una tradizione millenaria ancora oggi strettamente legata all’economia locale. Porchettai si diventa. E’ un’arte che i giovani camplesi devono riscoprire e valorizzare. Consolidato è il rapporto con l’Università di Teramo. Sulla scia della tradizione la Pro-Loco di Campli porta avanti un discorso di fruttuosa collaborazione. Domenica 22 agosto 2010 dalle ore 12:30, presso il ristorante Parco dei Piceni di Campovalano di Campli, avrà inizio l’Olimpiade gastronomica dei migliori porchettai con il prelievo dei nove assaggi serviti ai delegati della Giuria (formata da giornalisti ed esperti) chiamati a gustare la prelibata pietanza. Alle ore 20:30 si terrà la premiazione, in piazza Vittorio Emanuele II, del Migliore Porchettaio 2009 della 39ma Sagra della Porchetta Italica di Campli. Alle 21 lo spettacolo musicale. Lo scorso anno (andarono a ruba circa 240 porchette, con una media di 400 panini a porchetta) tra la spettacolare folla festante in un caleidoscopio di ovazioni, colori, sapori ed emozioni, a laurearsi campione fu Luciano Mercuri di Colledara (Te) con 657 punti; secondo classificato Renato Bosica di Castellalto (voti 634,05); terzo classificato Andrea Foco di Campli (voti 633,05). A riprova dell’indiscutibile qualità delle porchette in concorso, un tempo prescelte dal Camerlengo di Campli prima della libera vendita, si è voluta preservare la tradizione. Oggi vengono giudicate da una Giuria “popolare” di degustatori vocati a valutare la qualità delle carni, la cottura e, particolare non secondario, la consistenza della crosta (“il segreto è nella sbollentatura” – rivela Nicolino Farina) che deve risultare fragrante e gustosa al palato. Una tradizione fissata negli Statuti medievali delle città abruzzesi di Penne, Silvi, Campli, Atri e Teramo, e nei Regolamenti municipali del 1877 che distingue i beccai-macellai dai porchettai. Tutte le porchette sono ottime ma per scegliere le tre eccellenti, nel rispetto dell’antica tradizione del Camerlengo, la sola autorità deputata a dare l’assenso alla vendita della porchetta solo dopo averla assaggiata assicurandosi della qualità del prodotto, sono stati chiamati giornalisti, autorità ed esperti di enogastronomia, tra cui una delegazione di porchettai. “La Giuria popolare – rivela Farina – vuole solo dare uno stimolo in più ai selezionati maestri porchettai partecipanti alla Sagra: un modo per far perpetuare al meglio la loro raffinata arte culinaria, tutto a vantaggio della qualità del prodotto e del palato del consumatore”. A Campli, insomma, si vive ogni anno un’emozione particolare perché iniziative come questa sono il petrolio della nostra terra, da tutelare e valorizzare in tutte le sedi: auspichiamo la certificazione europea Igp perché la Porchetta Italica è una delle risorse preziose che abbiamo, insieme al turismo, per moltiplicare la nostra ricchezza. Come gli spiedini di pecora cotti alla brace. L’Amministrazione comunale di Campli intende tutelare la qualità della Porchetta italica nel mondo. La salvaguardia del nostro prodotto, oltre alla promozione internazionale per la certificazione di qualità Igp, è sicuramente uno degli obiettivi della nostra Sagra che, fin dalla prima edizione, caso unico in Abruzzo, ha assegnato un Premio alla migliore porchetta tramite una Giuria di esperti presieduta dal prof. Nicola Biagio Natali, istituzione vivente della manifestazione. Insieme alla Pro-Loco Città di Campli bisogna difendere la qualità della Porchetta Italica: per noi abruzzesi è un dovere perché il prodotto è un passaporto di qualità per tutti gli italiani nel mondo che gustano il nostro panino farcito. La Sagra di Campli intende spingere i maestri porchettai della Provincia di Teramo (e non solo) a migliorare e perfezionare sempre più la loro arte culinaria, a vantaggio della qualità e del consumatore. Da gustare e servire sia con il tradizionale panino tondo (la rosetta) che veniva cotto nello stesso forno della prelibata pietanza sia sul piatto. Un primato storico assoluto. Fin dagli anni Cinquanta e Sessanta del Ventesimo Secolo, nel centro storico di Campli vi era l’uso di cuocere la porchetta, infilata in un palo di legno, nei forni a legna usati per il pane. “Tre erano i forni più importanti – ricorda Farina – quello di Meloni, Farina (Battaiule) e Alleva (Ciancianella); e tre erano i grandi maestri porchettai-macellai: Meloni Giggino, Meloni Salvatore, (eredi di un’antica famiglia di porchettai) e Armando Di Carlo (continuatori ed allievo dei famosi Ricci)”. Speriamo che prima o poi arrivi il riconoscimento ufficiale e la tracciabilità della Porchetta Italica di Campli che merita di sbarcare (in vendita diretta con il classico camioncino) nei mercati esteri, tra le “avenue” di New York. Perché la Porchetta Italica di Campli unica ed inimitabile, con il grasso che cola via durante la cottura nel forno a legna, è molto più di un semplice porcellino arrostito. E’ un toccasana per le coronarie. Per capire i segreti del Divin Porcello celebrato da Boccaccio e gustato dalle popolazioni italiche fin dal XII Secolo A.C., a Ripoli di Colonnella fin dal 5.000 a.C. ed a Coccioli di Campli fin dal 3.400 a.C., ogni anno viene stilato un programma ricco di iniziative e suggestioni. “Il nostro gruppo Pro-Loco è sempre più compatto e forte che mai, naturalmente valorizziamo la cultura, per ribadire la nostra territorialità” – afferma Serafino Chiodi. “I porchettai camplesi – sottolinea Farina – sono tuttora dei capiscuola e la porchetta camplese si differenzia e si distingue da quella preparata in Umbria, nelle Marche, nel Lazio, in Toscana e in Sardegna per un diverso concetto di aromatizzazione”. Non solo. “E’ in itinere la realizzazione di un parco archeologico” – rivela il primo cittadino. La tenacia degli Abruzzesi, non solo non si ferma ma si perfeziona nel tempo. Avanti (Per info: www.cittadicampli.it).

Nicola Facciolini

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