Dopo l’emendamento alla manovra finanziaria, presentato a giugno dagli onorevoli Filippo Piccone e Paolo Tancredi, entrambi abruzzesi, contrassegnato col numero 11.0.1, per trasformare le Parafarmacie in Farmacie, con incasso di un miliardo di Euro che sarebbero potuti andare a L’Aquila, oggi anche l’Antistrat entra nella questione, sostenendo che le norme che pongono limiti all’apertura di nuove parafarmacie, contenute nel Ddl 2079 in discussione al Senato, “sono restrittive della concorrenza con conseguenze negative per i consumatori”. Questo in una segnalazione inviata al Governo e al Parlamento, nella quale si auspica che la disciplina in discussione non venga approvata. Secondo l’Autorita’, “tali norme, che sospendono l’apertura di nuovi esercizi in attesa della ridefinizione della normativa relativa alla vendita dei farmaci e introducono comunque limiti numerici alle parafarmacie, pongono un vincolo strutturale restrittivo della concorrenza in mercati recentemente liberalizzati: se venissero approvate ci sarebbero effetti negativi sul livello dei prezzi e sulla qualita’ del servizio”. In particolare, la limitazione numerica delle parafarmacie in ciascun Comune, sulla base di criteri demografici, per l’Antitrust, “si andrebbe ad aggiungere alle restrizioni derivanti dalla ‘pianta organica’ previste per le farmacie, gia’ oggetto di precedenti segnalazioni dell’Autorita’, condizionando la dinamica concorrenziale in un settore dove il numero di farmacie presenti e’ spesso inadeguato a soddisfare le esigenze della domanda”. L’Autorita’ ribadisce che “la limitazione quantitativa del numero di esercizi farmaceutici sul territorio, anziche’ realizzare una soddisfacente distribuzione territoriale degli esercizi di vendita dei farmaci al pubblico, puo’ tradursi in una protezione dei livelli di reddito delle farmacie gia’ esistenti: e’ infatti evidente – conclude – che per garantire l’universalita’ del servizio sarebbe necessario al piu’ stabilire un numero minimo di farmacie e non certo un numero massimo”.
Carlo Di Stanislao
L’antitrust non ha capito nulla,
le parafarmacie esistenti sono a rischio chiusura e non serve che se ne aprino altre, semmai serve una regolamentazione per diventare farmacie (convenzionate o non convenzionate) per garantire un servizio alla salute che sia anche remunerato.
Vorrei chiedere al presidente dell’antitrust di coprire la sua carica senza prendersi lo stipendio e così capirà come sto vivendo io da 4 anni.
Dr. Francesco Grillo
Spett.le Presidente dell’Antitrust,
colgo l’occasione per parlarLe della situazione parafarmacie in Italia.
Il problema è che i redditi delle farmacie SONO GIA’ PROTETTI, non da un’eventuale chiusura del numero di parafarmacie, quanto piuttosto dalle condizioni di sconto che i magazzini offrono alle farmacie stesse (si parla di un 70-40% netto alle farmacie, contro un 25-16% netto alle parafarmacie che facendo sconti si ritrovano a percepire un 20-10% netto)(Molti magazzini addirittura si rifiutano di servirci). Tant’evvero che le farmacie non hanno ritoccato i propri prezzi al pubblico da quando esistono le parafarmacie. Ha notato questo? Quindi Le chiederei di svolgere un’indagine come garante della concorrenza, là dove veramente vi è la necessità, non chiedendo una libertà di mercato che LIBERO NON E’. Se dobbiamo lasciare che altri colleghi farmacisti si rovinino, gettando i loro risparmi in un’attività che di buono ha SOLO la possibilità di svolgere la propria professione in scienza e coscienza (non obbligati da giacenze di magazzino a consigliare determinati prodotti), dedicando la massima attenzione al problema/richiesta del cliente, senza essere affogato dalla fila di persone con la ricetta rossa in mano..Le chiedo di accertarsi presso di noi o presso le realtà in cui ci muoviamo, perchè si possa fare un quadro chiaro della situazione.
L’utile è sufficiente a pagare le spese e in molti casi, non lo è. Non avrebbero chiuso altrimenti le parafarmacie che avevano numerosi insoluti.
Allora meglio chiudere i codici univoci.
Vorrei rivolgermi anche al nostro presidente della Fofi, chiedendogli come è possibile che mi rappresenti uno che dice “se diamo la fascia C in parafarmacia il consumatore non è più tutelato”…Mandelli, caro collega, in parafarmacia SOLO NOI FARMACISTI possiamo dispensare il farmaco…forse non lo sapevi?
Chiediamoci: PERCHE’ MANDELLI NON VUOLE CHE DEI SUOI COLLEGHI DISPENSINO LA FASCIA C? E perchè si può permettere di dire ciò che è contrario a quello che pensano coloro che rappresenta?
DOMANDA: Non voglio più essere rappresentata da lui..mi posso cancellare dall’ordine?
No, vero, devo pagarlo per sentirmi dire che non posso svolgere la professione per cui ho studiato 5 anni e mi sono laureata con 110 e lode..
Dr.Lux
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